Draghi, il governo del paese – di Giuseppe Careri

Draghi, il governo del paese – di Giuseppe Careri

Ieri sera, dopo un lunghissimo dibattito svolto a Palazzo Madama, è stata votata la fiducia al Governo presieduto da Mario Draghi. Hanno votato Si in 262, i No sono stati 40, i dissidenti dei 5 stelle una quindicina, tra cui Morra, Lezzi, Mantero.

In mattinata Mario Draghi aveva illustrato il programma del suo Governo sui i temi più importanti da affrontare nella difficile navigazione dell’esecutivo, a partire dalla pandemia, ai vaccini, all’ambiente, economia, scuola, giustizia e lavoro.

Nel corso della presentazione del programma Mario Draghi ha rivelato un tratto del suo carattere sconosciuto alla maggioranza dei grandi elettori seduti in Parlamento. “Nel ringraziare ancora una volta il Presidente della Repubblica per l’onore dell’incarico che mi ha assegnato, vorrei dirvi che non vi è mai stato nella mia vita professionale un’emozione così intensa e di responsabilità cos’ alta”.

Un lungo applauso ha poi salutato Mario Draghi quando ha detto: “Questo è il terzo Governo della Legislatura; non c’è nulla che faccia pensare che possa far bene senza il sostegno convinto di questo Parlamento”.

In effetti il Presidente Draghi è riuscito a formare il terzo Governo della legislatura coniugando il sistema politico a quello tecnico.  Ha riservato, infatti, ai Ministri tecnici i temi cruciali dell’economia e del Recovery Plan, lasciando ai politici quella relativa alle vertenze sul lavoro, lo sviluppo economico e in particolare la pandemia. Ha tenuto certamente conto di aver formato un governo eterogeneo con partiti diametralmente all’opposto l’un con l’altro su diversi fronti.

In particolare, Draghi ha voluto sottolineare alcuni punti qualificanti del Governo, dall’adesione all’Europa, all’atlantismo e all’euro.“Sostenere questo Governo significa condividere l’irreversibilità delle scelte dell’Euro”, ha detto Draghi.

La frase, come è ormai risaputo, era indirizzata in particolare alla lega di Salvini che nei giorni scorsi aveva avuto dubbi sull’irreversibilità dell’Euro. L’altro passaggio, in sede di replica del Presidente, ha riguardato la questione ancora irrisolta dei migranti dove occorre una collaborazione europea per fronteggiare un fenomeno difficile soprattutto per ciò riguarda gli sbarchi nel nostro paese.

Sin dall’inizio, del resto, Garavaglia della Lega aveva polemizzato con il Ministro della Salute Roberto Speranza di Leu, per la questione dello stop allo sci poche ore prima dell’inizio della riapertura.

Come si può notare, quella di Draghi sarà una navigazione difficile e tormentata che solo la sua esperienza maturata in campo economico e Internazionale gli permetteranno di volta in volta di disinnescare gli ostacoli al percorso del Governo.

Oltre ad essersi assicurata la presenza nel Governo di Tecnici di livello internazionale nel dicasteri chiave dell’Economia, di quello della Transizione Ecologica e Digitale, Mario Gradi è consapevole dell’importanza dei politici per avere i loro voti necessari per governare. “Si è detto e scritto che questo Governo è stato reso necessario dal fallimento della politica: Mi sia consentito di non essere d0accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità, ma semmai in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione ne fa uno avanti per rispondere alle necessità del Paese”.

Dopo aver ringraziato il precedente Governo Conte per aver affrontato in condizioni difficili la pandemia e la crisi economica, Mario Draghi si è soffermato sui figli e nipoti ai quali dobbiamo consegnare un paese migliore come hanno fatto i nostri genitori a suo tempo. Nell’interminabile sequenza di dibattito parlamentare iniziato la mattina fino a sera, si sono intrecciate dichiarazioni di alcuni politici. Italia Viva di Matteo Renzi ed altri partiti minori, hanno dato la loro fiducia incondizionata al Governo Draghi. Così pure il Partito Democratico con Zingaretti che ha detto: “L’Italia è in buone mani. Il PD sosterrà Draghi con impegno e lealtà; con i suoi contenuti programmatici e con i suoi ideali e valori”.

Il capitolo più difficile si è avuto con il rappresentate dei 5 Stelle, Danilo Toninelli,  uno dei votanti NO alla piattaforma Rousseau. In un intervento severo rivolto al Presidente ha detto: “La nostra non sarà una fiducia incondizionata. “Ci aspettiamo, Presidente, che lei prosegua questo lavoro per dare risposte concrete e adeguate a tutto il popolo italiano e non solo all’elite. Quando sedeva al Ministero del Tesoro emanava provvedimenti che salvavano i banchieri e mettevano in mezzo a una strada i piccoli investitori”.

Draghi, nella sua replica ha concluso la giornata tendendo la mano a tutti i Senatori di Palazzo Madama dicendo: “Oggi l’unità non è un opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che sono certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”.

Giuseppe Careri