Governo, crisi aperta – di Giuseppe Careri

Governo, crisi aperta – di Giuseppe Careri

Nella sala stampa dei gruppi parlamentari Matteo Renzi di Italia Viva ha annunciato ufficialmente il ritiro dal governo delle Ministre Teresa Bellanova, Elena Bonetti e del Sottosegretario Ivan Scalfarotto. Dopo mesi di polemiche con Conte, che hanno avuto risvolti anche di carattere personale, oggi l’annuncio ufficiale di Matteo Renzi.

Il capo di Italia Viva ci tiene subito a precisare le diverse responsabilità per l’apertura della crisi di  governo. “La crisi politica non è aperta da Italia Viva. La crisi politica è aperta da mesi. Se le forze politiche dell’attuale maggioranza hanno voglia di affrontare i temi che sono sul tappeto di mesi lo facciano, ma senza rinviare ancora. La democrazia non  è un reality show.

 Renzi contesta al Presidente del Consiglio di fare una politica fuori dai luoghi istituzionali, attraverso comunicazioni sui social, nelle conferenze stampa, attraverso i Dpcm, senza passare per il Parlamento, luogo deputato per consentire a tutte le forze politiche di interagire su tutti gli argomenti trattati. E’, come dire, un atteggiamento che “emargina”, per certi versi, la Democrazia rappresentativa.

Da mesi Renzi invia messaggi e lettere al Presidente del Consiglio allo scopo di migliorare il Recovery Plan, ottenere la delega dei servizi segreti, utilizzare i 36 miliardi del  Mes, nominare i commissari per dare l’avvio ai grandi progetti. E sono mesi che Renzi minaccia di ritirare la sua delegazione dal governo Il capo di Italia Viva ha comunque riconosciuto un miglioramento sostanziale del Recovery Plan, ma non è bastato per evitare la crisi di governo.

Ieri, dopo una visita pomeridiana di 50 minuti con il Presidente della Repubblica Mazzarella, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarazione di essere disposto a sedersi intorno a un tavolo con tutte le forze della maggioranza per proseguire il cammino del governo.

Dice: “Il governo può andare avanti solo con il sostegno delle forze della maggioranza, di tutte le forze della maggioranza. Il governo non può prendere i voti qua e la. Tutte le volte che mi sono stati posti problemi in modo costruttivo, troveranno in me il massimo sostenitore.”

La dichiarazione di tregua del Presidente del Consiglio era indirizzata naturalmente a Matteo Renzi per scongiurare la crisi di governo in un momento particolarmente difficile per il nostro paese.

Per la verità anche il Partito Democratico, inizialmente defilato sul rischio di una crisi di governo, esce allo scoperto chiedendo un patto di legislatura tra i partiti della maggioranza. Troppo tardi. Dopo la conferenza di Renzi che annuncia le dimissioni delle due ministre, il Segretario del PD dichiara: “Quello di Italia viva è un errore gravissimo contro l’Italia. Noi abbiamo bisogno di nuovi investimenti, di lavoro, sanità, di combattere la pandemia e non di una crisi di governo.“ E il vice segretario del PD Orlando dichiara: “Errore di pochi che pagheremo tutti”.

E’ bene ricordare che i temi posti da Matteo Renzi erano, nella sostanza, le stesse richieste del Partito Democratico, vedi l’utilizzo del Mes avanzata da mesi anche dal PD:  Insomma si è aspettato troppo per evitare la crisi di oggi.

E’ stata una giornata convulsa. Per la verità nella conferenza Stampa di oggi Matteo Renzi non ha escluso se in futuro ci sarà un patto di legislatura scritto nero su bianco, di continuare, cioè, a far parte della compagine di Governo magari con Giuseppe Conte Presidente.

In realtà al momento nessuno sa come svilupperà la crisi di governo. Alcuni osservatori ipotizzano, sulla base di esperienze di governo passate, la possibilità che Conte assuma l’interim delle ministre dimissionarie e poi presentarsi in Parlamento per la fiducia come fece Andreotti nel 1960. Oppure ricomporre con Matteo Renzi un nuovo patto di legislatura. Tutti i politici dell’area governativa escludono al momento il ricorso al voto; Così come è escluso, sembra, il ricorso ai “responsabili” per l’opposizione dei partiti di maggioranza.

A suo volta Matteo Renzi ricorda che fu lui il promotore del governo giallorosso per impedire a Salvini di avere i pieni poteri nel caso avesse vinto le elezioni.

Pieni poteri che Renzi contesta anche a Giuseppe Conte, perno centrale della maggioranza giallorossa. Ed è, forse, la ragione principale che ha spinto Matteo Renzi a provocare la crisi di governo.

Giuseppe Careri