Italia-Germania 4 a 3: la partita del secolo – di Giuseppe Careri

Italia-Germania 4 a 3: la partita del secolo – di Giuseppe Careri

E’ il 17 giugno di cinquant’anni fa. Allo stadio Atzeca di Città del Messico è in programma l’attesa semifinale tra Italia e Germania, valida per il campionato mondiale di calcio.

Alle 4 di pomeriggio, mezzanotte in Italia, in una cornice fantastica di colori, canti, inni nazionali, con grida dei tifosi “Mexico, Mexico”, l’arbitro peruviano dell’incontro, Arturo Yamasaki Maldonado di nazionalità Peruviana, fischia il calcio d’inizio.

In una atmosfera incandescente inizia la partita che rimarrà nella storia del calcio. Valcareggi, l’allenatore della Nazionale, schiera la migliore formazione che prevede la storica staffetta tra Gianni Rivera e Sandro Mazzola.

In tribuna le stazioni televisive di mezzo mondo. La telecronaca italiana è affidata a Nando Martellini, attorniato da tecnici della Televisione Pubblica Italiana.

Il segnale della diretta è trasmesso in mondovisione e in tutte le città italiane; è un tripudio di bandiere appese ai balconi in una manifestazione di gioia collettiva. Radio e Tv Pubblica si completano attraverso la radiocronaca di Enrico Ameri e di Sandro Ciotti, con interventi degli altri telecronisti.

L’Italia schiera la migliore formazione. In campo ci sono campioni come Gigi Riva, Boninsegna, Domenghini, Facchetti e i due fuoriclasse Mazzola e Rivera,

La Germania schiera in porta Maier, e poi Schennelinger, Beckembauer e in attacco Muller l’autore di una doppietta dei 3 goal infilati nella porta di Albertosi. C’è emozione in campo e sugli spalti. Si canta e si balla al grido assordante di “Mexico, Mexico”. Inizia il primo tempo tra una folla  felice e multicolore.

Dopo appena 8’ dall’inizio della partita, l’Italia segna con Boninsegna, sommerso poi dagli abbracci dei suoi compagni. Entusiasmo alle stelle dei tifosi sugli spalti. In Italia esplode l’entusiasmo in tutti i quartieri di tutte le città, nei vicoli, nelle piazze; ci si abbraccia tutti; anche noi vicini alla postazione del telecronista Martellini.

Ma la gara è lunga e ci sarà molto da soffrire fino alla fine della partita. La Germania è un avversario ostico e non molla mai.

All’inizio del secondo tempo Valcareggi fa entrare Rivera al posto di Sandro Mazzola. Cominciano subito gli attacchi dei panzer tedeschi per tutto il primo e secondo tempo della partita. Al 91’, quando sembrava che la partita fosse ormai finita, arriva la doccia fredda del gol dell’1 a 1 tedesco. Lo segna il biondo Karl Heinze Schennellinger, un ex giocatore che aveva militato negli anni precedenti nelle file del Milan. Lo stadio ammutolisce. I giocatori italiani increduli per il pareggio. Si teme un tracollo psicologico. In Italia, intanto. c’è un’atmosfera irreale. Martellini, Ameri, Ciotti, Bortoluzzi, Pizzul, il meglio dei nostri giornalisti sportivi, incitano la nostra squadra, la incoraggiano con una fede incrollabile che solo i tifosi possono avere.

Trascorrono solo 4 minuti del primo tempo supplementare; la Germania segna il 2 a 1 con Gerd Muller. Scoramento tra i giocatori, rabbia dello staff della Nazionale e di tutti i telecronisti. In Italia cala un silenzio innaturale che solo il gol di Tarcisio Burgnich all’8’ del primo tempo supplementare fa ancora sperare in una vittoria.

Le emozioni non finiscono; i giocatori italiani e tedeschi danno fondo a tutte le loro risorse fisiche e mentali, assolutamente necessarie per assorbire prima il gol del 3 a 2 italiano segnato da Gigi Riva, e poi il pareggio raggiunto ancora da Muller al minuto 110 del secondo tempo supplementare: 3 a 3. Mancano 10’ a fine partita.

Sembra finita. La prospettiva è la lotteria dei rigori al termine dei supplementari.

Ma al 111’, 9 minuti prima della conclusione della gara, una galoppata incredibile di Boninsegna sulla sinistra; crossa al centro dell’area all’altezza del dischetto di rigore; Rivera, come un angelo venuto dal cielo, segna con un tiro “chirurgico” imparabile per il portiere tedesco Meir.  E’ il finimondo. Lo stadio esplode di gioia.

Gli ultimi minuti sono drammatici per la tensione e la fatica sin qui sostenuta. Poi, finalmente, arriva il fischio finale di Arturo Yamasaki Maldonado che decreta la vittoria meritata della squadra Italiana.

Tripudio di bandiere in Italia, caroselli notturni per tutte le città italiane, pianti dei giocatori, dei dirigenti, e di tutta la troupe radiofonica e televisiva.

Molti di noi hanno vissuto l’avventura messicana in diretta dallo stadio Azteca. Abbiamo sofferto e gioito per le varie fasi della partita. In definitiva è stata una grande emozione e un’avventura dir poco indimenticabile.

Non a caso l’organizzazione messicana ha messo una targa ricordo all’ingresso dello stadio Azteca con la scritta; Partita del secolo. Io c’ero!

Giuseppe Careri