3 giugno liberi tutti – di Giuseppe Careri

3 giugno liberi tutti – di Giuseppe Careri

“non si comprende quali siano le ragioni di merito che possono motivare un provvedimento di apertura generalizzata e la non limitazione della mobilità nemmeno per le province ancora interessate pesantemente dal contagi”.

E’ la dichiarazione a caldo del Presidente della Campania Vincenzo De Luca dopo la decisione del Governo di una riapertura generalizzata di tutte le Regioni, anche di quelle che hanno parametri ancora troppo elevati come Lombardia, Piemonte e Liguria. Al Governatore della Campania risponde in modo pacato il Sindaco di Milano Giuseppe Sala che parla di decisione giusta, evidenziando che “adesso è giunto il momento di ridare ossigeno al lavoro”.

Stessa posizione sull’apertura indifferenziata dei Governatori della Liguria, Veneto, Emilia Romagna e Calabria. La Governatrice calabrese ha proposto una cena con i governatori del Nord per stemperare le tensioni politiche dei giorni scorsi.

Rimangono sul tappeto i dati dei contagi delle ultime 24 ore comunicate dalla Protezione Civile. Sono 111 le vittime dell’ultima rilevazione per un totale di 33.340 unità. I contagi sono stati 416 per un totale generale di 232.664 casi. Ci sono poi sei regioni a zero contagio: Abruzzo, Umbria, Molise, Calabria, Basilicata e Sardegna. Ma il dato preoccupante rimane quello della Lombardia; sono 216 i nuovi contagi, il 53% del totale; mentre le vittime, sempre in Lombardia sono 67, 2/3 dei decessi di tutta Italia.

Ecco, la decisione politica del Governo, dopo i dati del Comitato Scientifico, ha riguardato soprattutto la riapertura di tutte le Regioni alla stessa data.

Alla base della decisione governativa, molto apprezzata dalla Lombardia e da altre Regioni del Nord, è stata quella di non lasciare indietro il triangolo industriale del Nord sia pure per una sola settimana in più.

Del resto l’Istituto Superiore della Sanità e lo Stesso Ministro della Salute Roberto Speranza hanno assicurato che i contagi sono sotto controllo anche se ci tengono a sottolineare che occorre comunque mantenere lo stesso atteggiamento di prudenza e di distanziamento avuto dai cittadini nel periodo del lockdown.

Da un’inchiesta sui contagi elaborata dal quotidiano il Messaggero La Lombardia ha un indicatore di 16,78 nuovi casi ogni centomila abitanti su base settimanale; Il Piemonte 12, 45 casi; Lazio 1,6; Umbria addirittura 0.45, Campania 0,98.

E’ evidente, quindi, lo sforzo del Governo di trovare una soluzione che non penalizzi, dopo un periodo così drammatico, nessuna Regione nella ripartenza, soprattutto nella ripartenza economica uguale per tutte le regioni.

Ma è anche evidente la necessità di salvaguardare quei luoghi e quelle città che per mille ragioni hanno avuto un contagio inferiore rispetto ad altre zone d’Italia. Qualcuno, con ironia, ha detto: se non moriamo di coronavirus, moriremo di fame.

Ecco, anche in questo caso si tratta di fare una scelta oculata tra la salvaguardia della salute dei cittadini e l’importanza della questione economica che ha causato il fallimento di migliaia di imprese, soprattutto le più piccole, e quindi intenzionati a ripartire con la voglia e la necessità di recuperare il tempo perduto.

Tanti dilemmi; tanti dubbi; tanti pensieri; decisioni difficili che peseranno in futuro su milioni di cittadini, sulla sanità pubblica, sulle imprese, sui giovani del domani.

Certo, l’art.32 della Costituzione ci dice che la vita e la salute sono valori primari che valgono per tutti. E allora occorre che ogni componente del Governo, tutti i Sindaci e Governatori delle nostre città, si misurino sulla base dei dati ufficiali in maniera trasparente, per poi decidere definitivamente su liberi tutti o, viceversa, su una piccola differenzazione di riapertura che magari potrà salvare qualche vita umana; e poi metterci tutti al lavoro per far ripartire l’Italia attraverso il lavoro, i progetti, le infrastrutture, i cantieri. Certo nessuno ha la formula magica, nessuno, peraltro, la pretende, ma ognuno di noi reclama decisioni condivise a tutti i livelli, senza quei vergognosi distinguo, quello scarica barile di qualcuno che noi paghiamo profumatamente con le tasse per  rappresentarci tutti. Infine, alcuni scienziati non escludono un ritorno del virus in autunno. Ecco allora che dovremmo viaggiare compatti, senza distinzioni, senza bandierine, perché in questo malaugurato caso servirà l’aiuto di tutti, cittadini compresi.

Giuseppe Careri