Il dramma silenzioso della strage degli anziani – di Giuseppe Careri

Il dramma silenzioso della strage degli anziani – di Giuseppe Careri

Quando un aereo è in fase di atterraggio il Comandante abitualmente annuncia: “Siamo in fase di discesa all’aeroporto di Miami”. Appena l’aereo tocca la pista, i passeggeri, quasi sempre, gli tributano un caloroso applauso.

Con il Coronavirus possiamo ormai dire che siamo anche noi in fase di discesa dei contagi; c’è comunque cauto ottimismo tra gli scienziati e i politici che invitano ancora una volta la popolazione a non abbassare la guardia per non vanificare i risultati sin qui raggiunti e i sacrifici fin qui fatti.

Il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro conferma il trend: “La curva ha iniziato la discesa e comincia a scendere anche il numero dei morti. Dovremo cominciare a pensare alla fase 2 se questi dati si confermano”.

Dai dati pubblicati ieri dalla Protezione Civile, ci sono dei miglioramenti a partire dal calo dei morti e a quelli della terapia intensiva, meno 79 unità, anche se i dati generali sono ancora drammaticamente molto elevati. Il numero complessivo dei contagiati sale infatti a 93.200 persone.

Uno sguardo più attento alla diffusione del Coronavirus svela una situazione allarmante soprattutto nelle case di cura e di riposo. Nel mese di marzo sono infatti aumentati il numero di morti e di contagi in moltissime strutture che ospitano i nostri vecchi. Ciò risulta nella maggior parte delle strutture dislocate in ogni parte d’Italia, da nord al sud.

Secondo un’indagine di un’associazione di volontariato, Auser nazionale, effettuata con dati rilevati anche dalle pagine gialle e da altri enti, le case di riposo in Italia sono circa 6.700.

Sono dislocate maggiormente in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Sicilia e tante altre regioni d’Italia. Ospitano le Rsa, residenze sanitarie assistenziali per anziani non autosufficienti; poi ci sono le case di riposo Ra, residenze assistenziali per utenti autosufficienti con lievi difficoltà motorie e demenza senile. Molte di queste case di cura sono in convenzione con le Regioni oppure gestite da privati.

In questa strage procurata dal Covid-19 che ha colpito il mondo intero, c’è il dramma silenzioso di una moltitudine di anziani oltre i 70 anni che muoiono in questi istituti senza capire perché. Purtroppo solo nel mese di Marzo ci sono stati contagi e decessi in diverse località italiane, Milano, Bergamo, Lodi, Sassari, Lecce, Messina. Ci sono racconti di parenti che denunciano l’abbandono del proprio familiare da parte della struttura che non ha saputo contenere i contagi con apposite misure di sicurezza. C’è di più. In Puglia, in una casa di riposo, secondo quando documentato da un servizio della Sette, una casa di riposo per anziani è stata abbandonata a se stessa per tre giorni con i pazienti lasciati senza mangiare e bere. E’ quanto affermato da una squadra di medici accorsi dentro la struttura dopo una telefonata di un parente. Nel Palermitano salgono a 69 i contagiati al Coronavirus tra gli assistiti e il personale di una casa di riposo di Villafrati. Il Presidente della Regione Siciliana ha dichiarato il centro “zona rossa”

Ma qui non è più solo l’aspetto della cura ai pazienti. C’è, invece, l’orrore di considerare l’anziano una persona che si può trascurare perché destinato, per le sue condizioni, a spegnersi lentamente, senza un conforto, una carezza, un addio. Si dimenticano, a volte, la persona, la sua dignità, il suo valore passato da giovane leone. Si dimenticano il periodo della ricostruzione subito dopo la guerra, quando si tirarono su le maniche e si misero a lavorare per liberare l’Italia dalla fame e dalla distruzione. Di quanti operarono negli anni 60/70 per costruire abitazioni decenti per loro e i loro figli che abitavano in tuguri. Di quanti sacrifici fecero per i loro figli e nipoti per farli studiare, farli diventare “Dottore”. E poi la lotta per i diritti dei lavoratori nell’autunno caldo per creare una società più giusta per loro e i loro figli. La lotta al terrorismo; la difesa dalle stragi fasciste del ’69 e del 1980 a Piazza della Loggia; la delusione di convivere con una classe politica corrotta che, anche allora, approfittava dei poveri anziani nelle case di riposo create solo per il profitto; ci si ricorda allora, a quanto accaduto al “mariolo” Mario Chiesa, come lo definì Bettino Craxi, dell’albergo Pio Trivulzio che fu scoperto mentre buttava 7 milioni di tangente nel water. Ecco, questo è un appello rivolto con passione a quanti dimenticano di trovarsi di fronte a una persona anziana che un tempo lontano fu “un giovane leone”.

Dovrebbero ricordarlo soprattutto oggi che hanno una persona che devono curare nel corpo, ma soprattutto devono curarli con affetto, amicizia e tenerezza, come se fossero dei parenti,  anzi dei Genitori o  Nonni, che in passato ci hanno protetto.

“Ai miei figli, giovani oggi, vecchi domani” (Pirandello)

“Ce la faremo”

Giuseppe Careri