Tragedia in una casa di cura 59 morti tra gli anziani – di Giuseppe Careri

Tragedia in una casa di cura 59 morti tra gli anziani – di Giuseppe Careri

Situazione drammatica in una residenza per anziani alle porte di Milano. Da marzo nella casa di riposo Residenza San Borromeo, sono decedute 59 persone colpite dal coronavirus, su un totale di 150 ospiti. Disperazione e domande dei familiari che vogliono sapere se nella cura dei propri parenti sono stati eseguiti tutti i protocolli. La Lombardia è la Regione che conta il maggior numero di positivi al coronavirus,  34.889 persone, con un contagio giornaliero di 2.543 positivi in un solo giorno. I decessi sono arrivati ormai a 4.681 unità.

Dopo quattro giorni di contagi in calo, sono cresciuti di nuovo i positivi da coronavirus. I positivi in più sono stati 4.492 rispetto a ieri.  Con 662 nuovi decessi. Il numero complessivo di contagiati – compresi i decessi e i guariti – ha raggiunto ormai gli 80.539 casi.

La pandemia, quindi, non accenna a diminuire, malgrado il leggero aumento dei guariti e lo sforzo collettivo dei cittadini di rimanere a casa per contenere il più possibile il virus che si dimostra, almeno fino ad oggi, resistente a tutte le misure messe in atto dalle istituzioni. Anche se non mancano criticità di carattere pratico, è necessario dotare medici, infermieri e quanti lavorano negli ospedali di mascherine, tute e respiratori. Non è più tollerabile, infatti, che tutto il personale sanitario, compresi i farmacisti e medici di famiglia, non abbiano questi strumenti utili per diminuire il rischio di contagio.

Da giorni e giorni chiedo a farmacie e parafarmacie di poter acquistare mascherine e la risposta è sempre la medesima: sono esaurite. I farmacisti mi spiegano che  malgrado abbiano inoltrata la richiesta e pagato l’anticipo, le mascherine rimangono bloccate chissà dove. Oppure che prima di venderle al pubblico debbono chiedere l’autorizzazione ai vari ministeri che spesso tarda ad arrivare. Anche per questa  ragione, la mancanza di una mascherina sul volto di un medico o un infermiere può favorire il contagio direttamente dal malato che sta curando. Negli ultimi giorni sono morti altri 6 medici, aumentando così il totale dei decessi a 39  persone.

L’ordine dei medici ha quindi reiterato la richiesta di dotare tutto il personale medico e para medico di mascherine

Indubbiamente la Protezione Civile sta facendo il possibile per raggiungere i 90 milioni di mascherine necessarie al mese. Forse si dovrebbe snellire il più possibile la procedura delle consegne anche perché una semplice protezione al volto può evitare un contagio mortale.

Nel frattempo elenchiamo i numeri dei contagiati e dei morti in corso nel mondo.

I casi di contagio in tutto il mondo ha superato la soglia di 500 mila cittadini; in Europa sono circa 250 mila i cittadini malati di coronavirus.

A New York in 24 ore ci sono stati 100 morti e più di 37 mila positivi.

In Spagna il numero dei contagiati è di 47.610, più di 7.936  contagi in un giorno, con quasi 4 mila morti nelle ultime 24 ore.

Continuano fortunatamente gli aiuti dall’estero, soprattutto da Cina, Cuba e Russia; quest’ultimo paese aiuterà ci aiuterà attraverso l’invio di uomini e di attrezzature:  ventilatori, mascherine, tamponi e squadre di disinfestazione. Sui loro prodotti campeggia una scritta: “dalla Russia con amore”.

L’aiuto dei Cubani, composto da 52 medici e infermieri specializzati nella cura dei pazienti colpiti da virus, ovvero virologi e immunologi, si concretizzerà nell’ospedale da campo della cittadina lombarda; ospedale realizzato dal Terzo reparto di Sanità Bellinzago novarese costruito con la collaborazione della Protezione Civile.

Infine un gesto simbolico dell’Ambasciata di Francia che ha esposto il nostro tricolore sulla facciata della sua sede.

Tanti gesti di amore, di amicizia, solidarietà e aiuti da Paesi così diversi dall’Italia. Gesti simbolici, tangibili, che arrivano da tutto il mondo. Gesti che ripagano l’Italia di tanti sacrifici, tante sofferenze patite in una circostanza così dolorosa per tutti noi. Ma soprattutto per coloro che hanno perso  familiari, amici,  genitori e nonni.

Ce la faremo

Giuseppe Careri