Bergamo mia, questa notte ho solo lacrime, solo dolore – di Giuseppe Careri

Bergamo mia, questa notte  ho solo lacrime, solo dolore – di Giuseppe Careri

Hanno fatto il giro del mondo le immagini delle decine di camion militari che trasportavano le salme dei malati colpiti dal coronavirus per essere cremate in altre province in quanto nei cimiteri bergamaschi non ci sono più posti per farlo. La lunga colonna dei mezzi militari lasceranno pertanto 31 salme a Modena e le altre in diverse province italiane

L’Italia supera la Cina: 3.405 decessi, 427 in un solo giorno. Il totale dei contagiati è di  33.190, guariti 415. Dal 20 febbraio complessivamente, positivi, decessi e guariti dall’epidemia, hanno superato la soglia di 41 mila.

In Lombardia sono 19.888 i malati di coronavirus; solo nell’ultimo giorno nella Provincia di Milano sono aumentati di 634 unità. Infine, nel mondo, sono 9 mila i decessi per Covid-19 e oltre 200 mila i contagi.

Queste cifre da zona di guerra preoccupano il Governo, le Regioni e tutte le Istituzioni per l’aumento dei positivi al virus che al momento sembra inarrestabile. Si pensa ad altri inasprimenti per bloccare questa tendenza. Soprattutto si fa appello ai tanti indisciplinati che con il loro atteggiamento irresponsabile rischiano di causare altri contagi.  Si calcola che le forze dell’ordine abbiano effettuato un milione di controlli con 50 mila persone denunciate per la mancata  osservanza delle disposizioni varate dal Governo. Ci si riferisce alle persone per strada e parchi dove fare jogging, o a coloro che si accalcano su un autobus o in una metropolitana come accaduto alcuni giorni fa a Milano. La Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in una intervista a Repubblica dice: “Ognuno di noi, nessuno escluso, deve impegnarsi perché questa emergenza sanitaria possa essere superata. Ognuno di noi deve saper utilizzare consapevolmente questi spazi di movimento che ora sono consentiti, evitando però stili di vita superficiali e disinvolti che mettono a rischio anche la salute dei propri cari e anche quelli dell’intera cittadinanza”.

A Milano il grattacielo del Palazzo della Regione Lombardia, illuminato con la scritta “State a casa”. E poi il grido di dolore delle autorità: “Troppa gente in giro”.

In effetti, gli appelli lanciati da tutte le autorità sono orientati a convincere i più riottosi alla disciplina e alle regole.

Nel frattempo, come annunciato alcuni giorni fa dal Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, è necessario ricorrere all’aiuto anche dell’esercito, peraltro già presente con 7 mila unità. “Le nostre forze armate saranno impegnate per l’emergenza sanitaria” dice il Ministro. Gli uomini e le donne della Difesa sono in campo senza sosta per fronteggiare, in questo delicato momento, l’emergenza sanitaria e per garantire l’attuazione delle importanti delibere decise del Governo.

In questa epidemia incontrollabile, dove ancora mancano mascherine, camici e respiratori, si cerca di mitigare il disagio dei cittadini con alcune misure logistiche. Sarà possibile, infatti, presentarsi in farmacia e ritirare le medicine attraverso un codice trasmesso dal medico di fiducia.

In campo didattico, la chiusura delle scuole quasi sicuramente avrà una proroga, e per gli esami di maturità “terremo conto delle difficoltà ma saranno esami seri”, dichiara Lucia Azzolina Ministra della Pubblica Istruzione.

In un sondaggio realizzato dalla Demos & Pi per il giornale Repubblica, è stato chiesto come si stanno comportando gli attori in campo nel fronteggiare l’epidemia del coronavirus.

In testa vi è il sistema sanitario con 94 punti; segue la protezione civile con 88; il governo italiano con 82; le regioni con 77, i cittadini italiani con 69, infine i giornalisti con 64 punti.

Come si vede il più votato è il sistema sanitario nazionale, con medici, infermieri e volontari tra i più impegnati nel salvare vite umane rischiando giorno per giorno di esserne contagiati loro stessi. Per questo meritano tutti gli applausi dai balconi dei cittadini che sostengono il loro sacrificio a rischio della propria vita.

Ed è grazie a loro che alla fine possiamo dire “CE LA FAREMO”.

Giuseppe Careri