Esorcizzare la paura attraverso il web e i balconi – di Giuseppe Careri

Esorcizzare la paura attraverso  il web e i balconi – di Giuseppe Careri

Diario della quarantena 5° giorno

“in una scatola di spaghetti da 1 Kg ce ne sono 546.

Domani conto le tempestine e poi vi aggiorno.

E’ uno dei tanti, tantissimi messaggini che circolano nel Web e nei nostri telefonini in questi giorni di pandemia del coronavirus. Così, per esorcizzare la paura, si vive in casa con il web sempre connesso, si mettono bandiere sui balconi e si canta, tutti in coro, l’inno di Mameli o Azzurro. Come accaduto negli anni ‘70 con la storica vittoria dell’Italia sulla Germania per 4 a 3 a Città del Messico e prima della finale con il Brasile persa poi per 4 a 1. Quei canti e quelle bandiere appese ai balconi erano inni alla gioia, di spinta emotiva alla nostra Nazionale di calcio italiana vissuta davanti ai televisori di ogni casa a migliaia di chilometri di distanza dall’Italia.

Oggi la battaglia con il coronavirus è una partita ben più importante e rischiosa di allora. I contagi complessivi sono ormai oltre 20 mila, 1.800 i decessi, con un aumento di 368 unità; i guariti  2.335 mila, casi che fanno ben sperare per il futuro. Milano la più colpita, oltre 10 mila i contagiati, in un solo giorno 252 decessi.

Cresce poi il nervosismo tra il Governo centrale e le Regioni, in particolare con la Lombardia che protesta per le mascherine giunte dalla Protezione Civile non idonee a contrastare il contagio; e poi, ancora più importante, l’impossibilità per la Protezione Civile di allestire nella fiera di Milano le sale delle terapie intensive. Con un atto a sorpresa, il Presidente della Regione Fontana ha ingaggiato come consulente Bertolaso, ex capo della Protezione Civile, per farsi aiutare in questa battaglia che si profila molto difficile, soprattutto per la logistica e il reperimento di respiratori, medici e infermieri. C’è poi il problema della classe operaia costretta a lavorare a volte senza la protezione delle mascherine e di tute protettive. A Bergamo muore in quattro giorni un operatore di ambulanza del 118.

La moglie, disperata, racconta la tragedia avvenuta durante la notte. I colleghi postano la sua immagine nella sala degli operatori del 118. Aveva solo 47 anni.

In questa drammatica situazione, medici, infermieri e personale sanitario continuano ad assistere i malati più gravi ricoverati nelle sale intensive di tutta Italia; per evitare nuovi contagi, scienziati, politici e istituzioni, continuano a rivolgere appelli alla popolazione a restare a casa; l’unico modo, dicono, per non far aumentare i contagi. Per la verità gli appelli sono stati accolti dalla maggior parte della popolazione; lo testimoniano le numerose immagini delle principali città, da Milano, a Bologna, Venezia, Firenze, Roma, completamente deserte, con pochissime auto e pochi pedoni. Soppressi anche i treni notturni per evitare l’esodo dalle città del nord e quelle del sud.

E’ una battaglia a tutto campo dove è coinvolta tutta la cittadinanza. Aumenta, ad ogni modo, la gare di solidarietà nei condomini, nei paesi e nelle città. Gruppi di volontari aiutano per quanto possono le persone che hanno più bisogno; consegnano la spesa ai più anziani, assistono gli ultimi, i diseredati che non hanno ne casa ne cibo, ne coperte. Ringraziamenti a medici, infermieri e personale sanitario appaiono qua e là nei muri dei palazzi. “Ce la faremo”, scrivono in tanti.

Ci si fa coraggio attraverso iniziative comuni; si canta accompagnati con la chitarra, la tromba e le padelle con i coperchi, soprattutto nei palazzi delle periferie per dare un segnale di speranza a chi è più spaventato, o a chi è più debole data l’età avanzata. E’ un segno di solidarietà tutta italiana che ritrova lo spirito unitario, di tutti uniti per sconfiggere questo “nano micro virus” che penetra invisibile attraverso il naso, la bocca, gli occhi. E allora largo a tutte le iniziative sociali per allontanare la paura, per esorcizzare un nemico microscopico e insidioso.

Con la pandemia abbiamo riscoperto, finalmente, il valore del Web, delle informazioni a volte a noi necessarie, e poi i consigli degli scienziati, i filmati realizzati da dilettanti, piccole storie che fanno spesso sorridere. In uno c’era il passaggio del virus dall’animale all’uomo, con l’immagine di Boris Johnson e Donald Trump. Gran parte dei messaggini sono orientati verso l’ironia e all’ottimismo, da “Io resto a casa”, a “tutti insieme ce la faremo”, e a tanti altri ancora.

In uno di questi ultimi c’è scritto:

“Comunque non è detto che si debba impazzire a casa…..

ne parlavo prima con il frigorifero”.

Giuseppe Careri