Violenza contro le donne. Una vittima ogni 15 minuti – di Giuseppe Careri

Violenza contro le donne. Una vittima ogni 15 minuti – di Giuseppe Careri

Passeggiano in un parco. Poi una lite improvvisa. Il pensionato di 68 anni uccide la moglie di 65 anni con un bastone raccolto nel prato. E’ l’ultimo femminicidio commesso il mese scorso in Abruzzo tra Vasto e Lanciano. Proprio nei giorni precedenti al delitto si era svolta la manifestazione mondiale contro la violenza sulle donne. Dall’inizio dell’anno sono quasi cento le donne uccise per opera di mariti ed ex partner. Nel 2018 i delitti commessi contro il genere femminile sono stati 143, uno in più dell’anno precedente.

Per l’Onu queste violenze di genere rappresentano una violazione dei diritti umani. In concomitanza con le manifestazioni contro la violenza sulle donne, l’Istat e la Polizia di Stato hanno pubblicato i dati di una situazione drammatica sulla condizione della donna nell’ambito della famiglia e della società italiana.

Dall’indagine pubblicata dall’Istituto di Statistica una persona su quattro pensa che la violenza sessuale sulle donne sia provocata dal loro modo di vestire.

Altro dato incredibile: il 39,3% della popolazione ritiene che la donna sia in grado di sottrarsi alla violenza sessuale se davvero non lo vuole.

Il 17% delle persone intervistate ritiene giusto il controllo del marito sul telefono e i social della moglie.

E ancora, per il 6,2% delle persone intervistate le donne “cosiddette serie” non vengono violentate. Il 7,4% della popolazione ritiene invece accettabile che un ragazzo “schiaffeggi” la fidanzata per aver flirtato con un altro uomo.

Le donne, purtroppo, vivono ormai come senso di colpa le violenze che subiscono nell’ambito familiare.

La violenza sulle donne è ormai un’emergenza da combattere con leggi e interventi legislativi. Il Presidente della Repubblica Mattarella è sceso in campo contro la volenza sulle donne:

Le donne non cessano di essere oggetto di molestie, vittime di tragedie palesi e di soprusi taciuti perché consumati spesso dentro le famiglie o perpetrati da persone conosciute. Molto resta ancora da fare e ogni donna deve sentire le istituzioni vicine”.

L’indagine dell’Istat e i dati forniti dalla Polizia e da Eures, testimoniano una situazione drammatica e difficile per il genere femminile, addirittura compromettente per il loro modo di vestire che scatena pulsioni e desideri per lo più indesiderati dalle donne.

Gli stereotipi vengono da lontano. Da quando nelle famiglie il maschio veniva considerato l’uomo forte, mentre la femmina era ritenuta più adatta per le faccende casalinghe. Negli anni ‘50 e ‘60 si mandavano a scuola prima i maschi; le femmine erano tenute in casa per occuparsi delle faccende domestiche e per “servire” i fratelli.

Per recuperare questa situazione difficile per il genere femminile, occorre fare un’operazione culturale partendo dalla famiglia, con l’appoggio determinante della scuola e delle istituzioni. Occorre dare voce a queste donne che non hanno voce. L’ultimo report della polizia aggiornato al 2019 parla di 88 vittime ogni giorno; una ogni 15 minuti.

In storia italiana, l’indimenticabile scrittrice Oriana Fallaci dice: “Viviamo in una società che insegna alle donne a difendersi dallo stupro, invece d’insegnare agli uomini a non stuprare”.

Giuseppe Careri