L’Europa riunita per l’opzione militare in Libia contro i trafficanti di migranti

L’Europa riunita per l’opzione militare in Libia contro i trafficanti di migranti

I ministri degli esteri e della difesa dell’Unione Europea si riuniscono a Bruxelles per organizzare una missione finalizzata alla distruzione dei barconi utilizzati dai trafficanti di migranti lungo le coste del Mediterraneo e, in particolare, su quelle della Libia.

Si tratterebbe dell’articolazione di uno dei punti definiti nel vertice straordinario dei Capi di stato e di governo che ha cercato di affrontare la questione della migrazione illegale esplosa ancora una volta drammaticamente dopo il ripetersi di naufragi dei mezzi utilizzati per attraversare il Canale di Sicilia.

Quella dell’immigrazione clandestina sta comunque raggiungendo livelli inimmaginabili fino a qualche anno fa a causa delle numerosi crisi militari ed economiche che stanno interessando il Medio oriente e l’Africa su sahariana. Secondo le stime delle Nazioni Unite nel solo corso di quest’anno già in 60.000 hanno tentato l’attraversamento dello specchio d’acqua che divide la Libia dall’Italia e oltre 1.800 di loro sono annegati.

Non sarà facile, però, trovare l’intesa tra i rappresentanti dei 28 paesi dell’Unione. Intanto, perché sulla materia dei migranti continua a registrarsi una profonda divisione di vedute tra quelli del nord e del centro e quelli del sud Europa. Poi, perché devono essere risolti i delicati problemi giuridici a livello internazionale che riguardano il fatto che la Libia è uno stato sovrano, per quanto conteso al proprio interno da più di un governo, e che molte sono le voci levatesi per esprimere perplessità sull’efficacia e l’opportunità di interventi militari o di polizia, come vengono definiti dal ministro dell’Interno italiano, Angelino Alfano.

Per risolvere questa situazione molto complicata, l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Federica Mogherini, è volata a New York per spiegare al Consiglio di Sicurezza dell’Onu le problematiche connesse alla situazione che si è creata sulle sponde del Mediterraneo.