Italicum: si complica la situazione dentro il Pd, sia per Renzi, sia per gli oppositori

Italicum: si complica la situazione dentro il Pd, sia per Renzi, sia per gli oppositori

Sembra che la maggioranza del Pd intenda procedere alla sostituzione dei dissidenti sulla legge elettorale in Commissione Affari costituzionale della Camera. La notizia viene da un esponente della minoranza interna che sa di essere tra i dieci destinati a lasciare. Così, lui e gli altri nove, dovrebbero rinviare all’arrivo in aula del provvedimento il momento ufficiale per prendere le distanze dall’Iitalicum, la legge elettorale che Renzi vuole fino allo spasimo mentre, invece, per una buona parte del Gruppo parlamentare e del partito non deve passare.

Già la scorsa settimana in 120 su 310 deputati hanno preferito astenersi dal voto in seno all’assemblea interna del gruppo di Montecitorio. Non hanno votato esplicitamente contro, ma hanno fatto comunque vedere a tutti che le condizioni in cui Renzi, oggi, comanda non sono proprio così solide come il suo atteggiamento farebbe ritenere.

I più vicini, i “colonnelli” del Segretario del Pd e Presidente del Consiglio, continuano a seguire due linee di pensiero. Ci sono quelli che fanno spallucce e danno a vedere di non preoccuparsi più di tanto. A bassa voce rivelano la loro speranza più recondita: “male che vada sciogliamo il Parlamento e andiamo al voto. Così cambiamo tutto l’assetto parlamentare del Pd”.

Devono esprimersi a bassa voce perché sanno benissimo due cose: la prima, che lo scioglimento delle Camere è deciso esclusivamente dal Presidente della Repubblica e potrebbe essere alta la possibilità che il Parlamento, alla fine, non venga sciolto, almeno adesso in Primavera.Si potrebbe, invece, aprire una crisi lunga ed imprevedibile dalla quale l’immagine di Renzi rischierebbe di uscirne compromessa. La seconda è che nella storia d’Italia non sono mancati i governi partiti di corsa verso le elezioni per ritrovarsi, dopo, sostituiti da un altro esecutivo.

Un’altra ala della maggioranza Pd sta ancora, invece, provando a dialogare con i dissidenti. ” Si tratta”, si è sentito dire fino a venerdì scorso, quando tutti se ne sono tornati a casa per il fine settimana. Quel “si tratta” ha tanti significati e tante sfumature. I più maliziosi parlano di trattative che riguarderebbero posti e prebende. Altri affrontano il merito del provvedimento e guardano ad “aperture” reciproche che, forse, esistono solo sui giornali. C’è comunque la speranza in un accordo in extremis su taluni aspetti del provvedimento in modo da fare dire a tutti che un compromesso è stato trovato. C’è il convincimento che dei 120 non votanti della scorsa settimana almeno una settantina siano più malleabili e pronti a rientrare nei ranghi.

L’eventuale decisione di sostituire ben 10 eputati dalla Commissione Affari Costituzionale, però, non andrebbe certo a favore del raggiungimento di un compromesso e potrebbe rischiare solo di aggravare le fratture interne.

Renzi non si attendeva l’uscita dei 120 e pensava di dover gestire una contrarietà fisiologica dim solo 40, 50 criticoni. Non aveva messo nel conto il non felicissimo risultato dell’Assemblea del Gruppo e, così, pensa di non poter cedere proprio adesso e fare concessioni destinate a compromettere la sua immagine ed i suoi obiettivi. Tra questi, c’é sicuramente il ridimensionamento del potere di interdizione da parte dell’opposizione interna.

Il Presidente del Consiglio, inoltre, non può neppure permettersi di fare uscire dalla Commissione un testo che sicuramente potrebbe non piacere e che sarebbe, poi, destinato a costituire la base della discussione in aula in vista del voto finale.

Insomma, sembrerebbe che il tutto si stia facendo un pò stretto e congiurare affinché si vada più verso una rottura clamorosa piuttosto che al recupero di un terreno comune su cui sia possibile raggiungere un compromesso decoroso per tutti.

Sembrano tutti correre a fari spenti nella notte… sulla stessa corsia, però. Peccato che vadano gli uni verso gli altri e nessuno abbia intenzione di spostarsi.

G.I.