Il Governo vorrebbe ritoccare le pensioni già erogate. L’allarme è sul notiziario web di Franco Abruzzo,

già Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, che rivela come Enrico Letta sarebbe intenzionato a rimodulare i trattamenti pensionistici anche già assegnati. Ciò significherebbe, però, come osserva Franco Abruzzo che riprende a sua volta informazioni di prima mano raccolte dal collega Pier Luigi Roesler Franz, voler riscrivere a posteriori le regole con le quali i pensionati sono stati messi nella cosiddetta “quiescenza”, ovvero “a riposo”. Questo proposito è contro la Costituzione. La Consulta, con la sentenza n. 211 del 2 luglio 1997, ha sancito il divieto di imporre tagli agli assegni di chi è già in pensione. Il Parlamento può dettare regole per il futuro, ma le nuove leggi non hanno valore retroattivo. Solo la Repubblica di Salò, mentre il fascismo esalava i suoi ultimi respiri, varò una legge retroattiva, nota come “legge della vendetta”, per punire con la fucilazione i gerarchi che avevano “tradito l’idea e il duce” nella seduta del gran consiglio del fascismo del 25 luglio 1943. Oggi, anno 2013, stiamo forse per tornare ai tempi di Salò?

Red