Condannati sei leader croati dal Tibunale dell’Onu per crimini di guerra tra il 1992 e il ’95 nella ex Jugoslavia.

La sentenza, emessa in Olanda, ritiene colpevoli i sei, cinque militari e un politico, di aver preso parte il piano dell’allora presidente croato Tudjman, morto nel 1999, che intendeva fare della bosnia uno stato filo croato per poi annetterlo in quella che avrebbe dovuto essere, nelle intenzioni del presidente, la “Grande Croazia”. A tutti sono state inflitte pene varianti tra i 10 e i 25 anni di carcere. La condanna più pesante, appunto di 25 anni, è toccata a Jadranko Prlic, durante la guerra capo di stato maggiore del consiglio croato di difesa e poi capo dell’auto proclamata repubblica croata di Bosnia Erzegovina. I sei sono stati anche riconosciuti responsabili della distruzione dell’antico ponte simbolo della città di Mostar.