Musk e le due verità – di Massimo Brundisini

Musk e le due verità – di Massimo Brundisini

“La verità sarà gridata dai tetti”. Matteo 10,27. Ma forse l’aggiornamento inevitabile è che la verità nel nostro tempo verrà gridata dai media. Elon Musk grida la sua verità dalla sua piattaforma X, ed è una verità quasi sempre contrapposta a quella della versione main stream. Cercherò allora di confrontare le due verità, poi ciascuno potrà scegliere quale accettare, e sarà la sua verità, ma intanto la cosa fondamentale è che qualcuno abbia avuto la forza ed il coraggio di opporsi alla dittatura dell’informazione e che si possa così avere una visione alternativa, lasciando poi libero ognuno di fare le proprie scelte.

Torno quindi ad indagare sull’uomo più ricco del mondo, che ha di recente sopravanzato il secondo, Bezos, di ben 93 miliardi di dollari, arrivando, si stima, a quota 252 (più di Bezos e Zuckerberg messi assieme). Le sue esternazioni rappresentano ormai un fatto politico di grande rilievo e hanno la peculiare caratteristica di spaziare su tutti gli eventi dell’orbe terraqueo, suscitando reazioni a volte scomposte da parte di quello che in genere viene definito l’“establishment”.

Su la Stampa, ad esempio, di proprietà degli Elkann (come pure Repubblica ed Economist), la vice direttrice Cuzzocrea, quasi incredula che qualcuno avesse lo sfrontato coraggio di raccontare una realtà diversa da quella proposta da lei e dal suo giornale, lancia accuse di vario tipo in un articolo su Musk, dal titolo che lascia allibiti :”No vax, filo-Putin e xenofobo”, da La Stampa del 3 Ottobre (in prima pagina apostrofato come ‘mister fake’). Ma la stessa, quando accenna al fatto che Musk ha comprato Twitter per abolire la censura di stato, così scrive a fine pagina:” X si erge a Ministero della verità”, ma secondo me avrebbe dovuto scrivere “X si erge a Ministero della Libertà”. Prima di X, chi avesse osato scrivere cose diverse dal pensiero unico su vaccini, Ucraina o migranti sarebbe stato censurato dai detentori della presunta verità, con buona pace del diritto di esprimere le proprie opinioni, ricordando Voltaire. A differenza della precedente versione di Twitter, controllata da FBI e servizi segreti, come ormai appurato, ora c’è libertà e si respira un vento nuovo: potremmo quindi affermare che era la precedente gestione a poter essere appellata fascista, accusa questa che è stata fatta a Musk (come si potrà leggere di seguito), in quanto affetta da mentalità repressiva. Libertà è poter decidere tra opinioni diverse, ed anche la recente campagna europea contro le “fake news” non può non farci chiedere: chi decide quali sono?  E’ quindi verosimilmente solo censura ben mascherata.

E allora torniamo alle tre accuse, indicate come emblematiche e gravissime dalla Cuzzocrea, ed esaminiamo quindi le due opposte verità. Sulla xenofobia: in realtà una risposta è già stata data indirettamente dal governo tedesco. Musk non solo aveva accusato la Germania di violare la sovranità italiana, ma anche di attuare un vero e proprio traffico di esseri umani e di avere accordi diretti con i trafficanti. Aveva poi denunciato il fatto che il governo tedesco sovvenziona ben 8 ONG, alcune collegate a familiari di politici, e aveva poi invitato lo stesso governo a fare un sondaggio per conoscere il pensiero della popolazione in proposito. Secondo Musk queste iniziative fanno parte del piano del WEF (World Economic Forum), denominato Great Reset, o Grande Azzeramento, che mira a destabilizzare gli stati sovrani per poter poi imporre nuove regole a livello mondiale, piano che trova fiancheggiatori in tutti gli stati nazionali (CLICCA QUI)   La risposta è stata dura, tanto che un deputato dei verdi ha accusato Musk di essere un fascista. Mentre scrivevo queste righe, è arrivata la notizia che la Germania ha accettato le modifiche chieste dall’Italia in materia di migranti, in qualche modo assecondando le numerose critiche piovutele addosso, e si potrebbe anche pensare che l’intervento di Musk possa avere avuto il suo peso in proposito. Il fatto poi che Musk si sia recato come osservatore al confine con il Messico dimostra solo attenzione e grande preoccupazione per un evento di portata immane: si parla di una moltitudine in attesa di entrare negli USA, un numero potenzialmente destabilizzante, cosa che ha portato lo stesso Presidente Biden ad autorizzare la costruzione di altri 38 chilometri del muro da lui precedentemente osteggiato. Detto questo, è indubbio che la priorità deve essere quella agire con decisione sul fronte del sostegno concreto agli stati sia sudamericani che africani in difficoltà, come dirò in seguito (vedi Piano Mattei).

Il post che ha procurato a Musk l’appellativo di no-vax, più sarcastico che ironico, recita così: ”Immaginate un vaccino così sicuro da dover essere minacciati per assumerlo, per una malattia così mortale che per sapere di averla c’è bisogno di un test”. Musk si è detto molto danneggiato dalla terza dose di vaccino, che aveva assunto solo per poter viaggiare liberamente. Tutte le verità che stanno venendo alla luce, a cominciare dalla genesi artificiale del virus, delle false notizie diffuse sulla reale mortalità dello stesso e dalla soppressione, anche violenta, di qualsiasi proposta di terapia alternativa, sono il vero scandalo che Musk ha portato alla luce. Ha anche accusato, nessuno sfugge, l’intoccabile Fauci di aver mentito spudoratamente di fronte al Congresso sui finanziamenti al laboratorio cinese di Wuhan, come provato dal senatore del Kentucky Rand Paul. Indagare su queste verità dovrebbe essere il solo obbiettivo dei giornalisti, ma non si trova traccia di ciò, ad esempio sul giornale della Cuzzocrea: ora che la libertà è stata almeno parzialmente ristabilita, avranno finalmente materiale utile a fare corrette valutazioni.

Ma è sull’ultima accusa, quella di essere filo-Putin, forse quella più esecranda, che l’ineffabile paladina della sua personale verità raggiunge l’apice della sua distopia: costretta a riconoscere che senza i satelliti Starlink di Musk l’Ucraina avrebbe perso la guerra dopo una settimana (tutti i sistemi di comunicazione ucraini erano stati distrutti dai russi), dice poi che Musk si era (giustamente secondo me) rifiutato di prestare i suoi satelliti per un attacco alla Crimea, paventando una pericolosa escalation della guerra, e aveva poi espresso la sua visione per giungere ad una pace necessaria, anche a costo di qualche rinuncia. Ultimamente aveva poi postato un meme irridente in cui si prende gioco di Zelensky (parole della Cuzzocrea), mostrandolo con un’espressione tesa, e con sotto la scritta:” Quando sono già trascorsi 5 minuti dall’ultima volta che hai chiesto aiuti per miliardi di dollari?”. Anche in questo caso la visione di Musk si è rivelata profetica, ed ha avuto il coraggio di dire quello che ormai pensano tutti: gli USA, con una mossa forse bipartisan tra democratici e repubblicani, hanno “ufficiosamente” dichiarato: “Teniamo famiglia e non teniamo più soldi, né proiettili”, e a questa dichiarazione hanno fatto seguito quelle della Meloni e di Crosetto, riassumibili così : “Teniamo famiglia, ma anche l’inflazione, i costi energetici, il debito pubblico, i migranti….”…. le cavallette, avrebbe detto John Belushi. E Crosetto ha poi affermato che questa guerra non può avere vincitori. E allora, poiché la solita Cuzzocrea parla, a mio avviso ipocritamente, di Zelensky come presidente di uno stato finito in una guerra che non ha scelto, a fornire un’altra verità sui fatti è qualcuno molto più autorevole di lei, e precisamente Jeffrey Sachs (noto economista, accademico e analista di politiche pubbliche, che ha dato un contributo significativo ai campi dello sviluppo sostenibile e dello sviluppo economico. Ha ricoperto vari incarichi prestigiosi nel corso della sua carriera, tra cui quello di direttore dell’Earth Institute presso la Columbia University e di consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio. Sachs è autore di numerosi libri e articoli su argomenti relativi all’economia, alla riduzione della povertà e allo sviluppo sostenibile), che a suo tempo aveva avuto il coraggio di dire la verità anche sulla genesi del virus, come si può leggere in questo mio precedente articolo(CLICCA QUI).

In questa intervista(CLICCA QUI) , direi dirompente e da ascoltare con molta attenzione, ci presenta una visione storica alternativa a quella dell’imperante propaganda. La visione di Sachs è tra l’altro, con buona pace di tanti, sovrapponibile a quella affermata da Putin nel recente convegno Valdai a Sochi, trasmesso in diretta da SKY News (!!), nel quale per 3 ore e 40 minuti il Presidente russo ha risposto a giornalisti da tutto il mondo (CLICCA QUI).

Di conseguenza si può comprendere l’attuale posizione di molte nazioni che sostengono l’Ucraina, forse vittima di se stessa, riassumibile, con un bagno di realismo, nell’esortazione:” Contrordine compagni!!”. Naturalmente ognuno potrà farsi la propria idea sui fatti ed elaborare la propria verità, la cosa importante è che non sia faziosa e che tutte le opinioni possano avere diritto di tribuna.

Altra accusa per Musk è quella di aver postato un video nel quale lo si vede sparare con un mitra: penso, e spero, che fosse un modo innocuo per esorcizzare la paura verso i tanti, troppi nemici che si fa ogni giorno. Musk è un appassionato di videogames, e ha postato anche ore delle sue performances: sfida chiunque, e vince sempre, una volta anche contro l’ideatore di un gioco complessissimo. A 11 anni comprò con i suoi risparmi il suo primo computer e in tre giorni, senza quasi mai dormire, fece il corso di programmazione di sessanta ore per poterlo usare. A tredici anni creò il suo primo videogioco che vendette a riviste specializzate, e i games sono tuttora una sua grande passione. “Se si gioca con Elon si gioca non-stop per ore e ore, finchè non vengono i crampi della fame”, dice il suo amico Peter Rive. Ma la realtà non è un videogioco, e forse ha voluto solo provocatoriamente dimostrare di essere pronto a difendersi anche nella vita reale.

La sua sembra una super mente, una specie di Einstein, ma più eclettico, e alcuni dicono che voglia candidarsi alle elezioni negli USA: dopo la notizia del defenestramento di Mc Carthy da speaker della Camera, evento dirompente e mai verificatosi in precedenza, allora potremo essere certi che la politica, almeno quella estera, non ci farà annoiare nel prossimo futuro.

E INSIEME? Forse sarebbe utilissimo, per un sussulto rivitalizzante, seguire la provocazione di Alessandro Risso a conclusione del suo articolo(CLICCA QUI).

“…..per cambiare il sistema dobbiamo anche cambiare qualcosa in noi stessi: ad esempio (e anche questo suonerà strano…) guardare a come sapeva farsi ascoltare e incidere, pur con pochi militanti, un leader del passato come Marco Pannella. Anche dai Radicali, nei metodi, abbiamo qualcosa da imparare”. Le implicazioni di questa affermazione sono molto chiare, ed allora provo a fornire qualche spunto personale.

Ricordiamo, ad esempio, di Pannella, una delle sue battaglie storiche, quella contro la fame nel mondo: ogni anno muoiono in media 1 milione di bambini sotto i 5 anni per malnutrizione, 13,5 milioni sono in pericolo di vita e 59 milioni sono gravemente malnutriti, e la cosa è atroce (CLICCA QUI)

Ad affermare la necessità di un serio piano di sviluppo per l’Africa erano stati nel tempo, già dagli anni ’80, e sempre inascoltati, anche Giulio Andreotti e, ricordo, anche Pino Rauti, la cui figlia è attualmente al governo. Il “Piano Mattei”, anche se ancora nel limbo e dalle connotazioni non chiare, andrebbe senz’altro sostenuto dal nostro partito, ma anche dalla Chiesa e da quant’altri lo vogliano fare: dovrebbe essere considerata una priorità nazionale, un obbiettivo a cui anche tutti i partiti dovrebbero concorrere, abbandonando per un po’ le solite sterili schermaglie. Come è stato ribadito al recente Congresso del CEFA, il piano deve essere fatto “con” l’Africa e non “per” l’Africa. Solo con un serio “Piano Marshall” concertato con l’Africa si potrà permettere alle persone di essere “libere di restare o di partire” e si potrà raggiungere l’ambizioso obbiettivo delle Nazioni Unite: fame 0 nel 2030, rendendo così la nostra civiltà degna di tale nome.

Per quanto riguarda la collocazione politica, visti i recenti, e non solo, disastri attribuibili alla NATO, che non ha mai realmente agito in una logica di pace, sarebbe opportuno sostenerne l’uscita dell’Italia, che dovrebbe farsi promotrice di una posizione europea autonoma rispetto alle grandi potenze. Sempre per l’Europa, sarebbe necessario anche un cambiamento di strategie, non più volte solo alla ricerca dell’arricchimento materiale, cosa che tra l’altro si rivelerà sempre più difficile, bensì improntate più all’esaltazione dei suoi grandi valori culturali e spirituali, divenendo così un vero faro per tutta l’Umanità.

Per quanto riguarda la prospettiva imminente (entro Novembre l’adesione) di avere un Pianeta intero costretto a sottostare alle direttive dell’OMS, organizzazione attualmente controllata principalmente da privati, vedi il nefasto tuttologo Gates, pronto a ogni speculazione, si dovrebbe in primis pretendere dalla stessa OMS di ammettere la genesi artificiale del virus covid, come già ammesso dal capo della Commissione Covid dell’autorevole rivista Lancet, Jeffrey Sachs (ancora lui) e che l’organo ONU ne traesse quindi le dovute conseguenze: il nostro partito, seguendo l’esortazione di Risso, dovrebbe farsi promotore di un richiesta in tal senso. Sulla programmata sottomissione completa degli stati alle direttive dell’OMS, segnalo questa coraggiosa, ferma e lucida presa di posizione di un costituzionalista del Costarica, comprensibile anche se non in italiano (CLICCA QUI).

Altri spunti nel merito sono auspicabili. Nello stesso spirito, come semplice esercizio speculativo, e come provocazione, propongo di aggiungere al nome del Partito INSIEME, le dizioni :”Partito Cristiano Rivoluzionario Istituzionale”, ricordando l’ossimoro del partito al governo per molti anni in Messico, o anche “Partito Cristiano Radicale”. Anche su questo tema altre idee sono auspicabili.

Massimo Brundisini