L’Iran e le false notizie – di Saedeh Lorestani

L’Iran e le false notizie – di Saedeh Lorestani
Lo scopo di acquisire nuove notizie e informazioni è aumentare la nostra consapevolezza e comprensione di nuovi eventi, eventi e scoperte nel mondo. Prima di tutto, ci si aspetta che ciò che noi leggiamo sui giornali o ascoltiamo dalla radio e dalla televisione o vediamo sulle notizie online e negli altri social media sia un riflesso fedele e accurato degli eventi politici, sociali e culturali nel nostro paese e in altri paesi.  Un mondo di media che molti politici, e non solo, stanno cercando di controllare, comprese le notizie, l’intrattenimento e persino l’istruzione. E anche per diffondere “fake news”,  per diffondere al meglio la loro attività e la loro immagine, anche all’estero, sviluppano e gestiscono media e reti di informazione.
Lo scopo è quello d’indagare sul diffondersi di opinioni e di attivare la più ampia censura possibile  e di gestione delle notizie che vanno a beneficio delle attività del governo e del potere di un paese. Un fenomeno già diffuso a suo tempo nelle società  finite sotto il dominio comunista e di talune dittatoriali e fasciste. La produzione di notizie false e la diffusione di bugie o di mezze verità costituiscono un tipo di giornalismo o, meglio di propaganda, confezionate per finire comunque anche sui tradizionali organi d’informazione e sui social media.
Tutti noi siamo più o meno consapevoli degli eventi e delle proteste che stanno mobilitando l’Iran in questi giorni. Il punto è che i media attivi di tutto il mondo hanno ricevuto la maggior parte delle informazioni al riguardo da attivisti politici e cittadini che protestavano contro il governo della Repubblica islamica, ma al di fuori dell’Iran.  Durante gli otto mesi di lotta, molti giovani e adolescenti, e persino bambini sono stati uccisi, accecati e resi disabili in Iran. E l’attenzione internazionale è stata attirata dalle notizie provenienti dall’interno dell’Iran solo perché il Governo della Repubblica islamica ha usato la forza e tutti i mezzi propri di una dittatura. E intanto, bloccava Internet a tutti gli iraniani e diffondeva costantemente notizie false per danneggiare gli oppositori accusandoli di voler distruggere la Repubblica islamica dell’Iran.
Uno degli eventi più drammatici accaduti in Iran, e tuttora in corso, sono stati gli attacchi con gas chimici nelle scuole femminili. Tutti sanno che questi avvelenamenti sono compiuti dalle forze della Repubblica islamica dell’Iran per impedire alle ragazze di frequentare le scuole e per impedire loro di battersi per la libertà delle donne di scegliere il proprio abbigliamento. Lo stesso atteggiamento dei governanti estremisti come i talebani  per impedire la presenza attiva delle donne nella società. Eppure,  i media nazionali dell’Iran hanno tutto liquidato come una bugia (CLICCA QUI).
Un’altra falsa notizia pubblicata dalla Repubblica islamica ha riguardato l’abbattimento di un aereo ucraino colpito dal fuoco diretto da razzi delle Guardie rivoluzionarie dell’Iran. I media affiliati e tutti i comandanti del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche hanno riferito che l’aereo si sarebbe, invece, ribaltato a causa di un difetto tecnico (CLICCA QUI).
Un altro falso rapporto riguarda l’arresto e l’interrogatorio di manifestanti e attivisti sociali e politici contro il sistema e il Governo di Teheran. Contrariamente a quanto pubblicano e raccontano i media interni della Repubblica islamica, secondo quanto riferito da Human Rights Watch, molte donne manifestanti e attiviste politiche sono state stuprate in questi otto mesi per ottenere una confessione forzata. Alcune delle ragazze detenute che sono state violentate durante l’interrogatorio e in prigione sono state fatte figura morte a seguito di una caduta in modo che le loro famiglie non indagassero. Si sarebbero suicidate e non hanno nemmeno autorizzato le loro famiglie a seppellirne i corpi (CLICCA QUI).
Altro falso,  pubblicato dai media interni dell’Iran nel 2020 riguardava l’assassinio di scienziati nucleari iraniani, per il quale la Repubblica islamica ha anche realizzato un documentario  in seguito emerso come la notizia non sia vera (CLICCA QUI).
I governi dittatoriali devono diffondere notizie false per la propria sopravvivenza e per giustificare le proprie attività contro i diritti umani e contro le politiche globali. Perché la corretta conoscenza e comprensione dei lettori di giornali e degli ascoltatori di notizie porta a proteste e reazioni socio-politiche contro le attività disumane e autocratiche dei Governi non democratici. E questo dura da 44 anni, quanti sono quelli della Repubblica islamica in Iran, periodo durante il quale molti giornalisti, scrittori, poeti, studenti e attivisti politico-sociali sono stati arrestati e incarcerati; e alcuni di loro sono giustiziati senza essere responsabili del più piccolo dei reati.
Saedeh Lorestani