Emergenza usura e Coronavirus

Emergenza usura e Coronavirus

1. L’emergenza sanitaria da Covid-19 si è trasformata in crisi economica e finanziaria, e tra i fattori di preoccupazione vi è incremento del rischio usura. L’allarme è stato lanciato a fine settembre dall’allora Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, il prefetto Anna Paola Porzio, in occasione della presentazione nella Sala stampa del Viminale della Relazione annuale 2020[1] (il prefetto Porzio ha poi cessato l’incarico dopo qualche giorno).

Dalla Relazione emerge che la pandemia ha contribuito all’espansione del c.d. “welfare mafioso di prossimità”, ovvero a quel sostegno attivo al di fuori di circuiti legali alle famiglie degli esercenti attività commerciali e imprenditoriali in difficoltà o in crisi di liquidità. La criminalità, specie quella mafiosa, intercetta i bisogni, ha occhi e orecchie protese sul rumore della sofferenza. E interviene, rapida, concreta, pronta a sborsare ingenti quantità di denaro.

Alla data del 30 settembre il Comitato di solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura, è stato convocato 33 volte, con cadenza almeno settimanale e, alla data del 24 settembre, ha trattato 1584 posizioni e deliberata la concessione di € 18.679.952 tra elargizioni (€ 15.532.250,58) e mutui (€ 3.147.701,42)

2. Nel corso degli anni si è potuto osservare come il numero delle istanze al Fondo di solidarietà ex art. 14 della Legge n. 108/1996, non è aumentato, anzi è diminuito. L’’usura è scomparsa? Un’analisi superficiale farebbe rispondere affermativamente. Ma così non è: l’usura esiste ovunque, coinvolge l’intera Penisola in maniera trasversale, anche i territori meno noti alla cronaca giudiziaria (che comunque conferma il carattere occulto del fenomeno).

A fronte del numero esiguo di denunce, le storie degli indagati per usura parlano di giri d’affari ingenti: è evidente che la rete dei creditori, così come delle vittime che non denunciano, è nettamente più ampia e nascosta. L’usura è un fenomeno in continua evoluzione ed è eterogeneo al punto tale che sarebbe più corretto parlare di usure: accanto alla figura del tradizionale usuraio – il c.d. lo strozzino – fioriscono nuove forme, spesso molto ben occultate. Si assiste a una crescita strutturata del fenomeno, al proliferare di gruppi organizzati, spesso professionisti, fino a giungere all’usura praticata dalle mafie, in costante espansione. Una delle modalità è quella che ha come attori professionisti o finanziarie: è l’usura dei colletti bianchi o dalla faccia pulita. Sempre più spesso fatti di cronaca raccontano di associazioni che talvolta si servono di professionisti o, più in generale, cercano collegamenti con persone operanti nel settore del credito legale. Si tratta di insospettabili, rispettati nell’ambiente sociale in cui agiscono. Sono imprenditori, commercialisti, avvocati, notai, bancari, financo funzionari ministeriali e statali.

3. Nel quadro delineato è necessario adeguamento normativo, come suggerisce il Commissario Straordinario nella sua Relazione: “Il modello di solidarietà, offerto dalle Leggi n.108/1996 e n. 44/1999, è unico in Europa e ha dato risultati importanti a sostegno delle vittime. Tuttavia, con il passare del tempo, con l’evoluzione economica del Paese e con il mutare dello scenario criminale, appare indispensabile provvedere ad una manutenzione evolutiva della norma. Particolarmente necessaria e urgente è la revisione delle disposizioni in tema di usura. Infatti, l’esperienza maturata fin qui e le relazioni della Corte dei Conti rendono evidente come aver riservato ad una vittima di usura la concessione di un mutuo, sia pure senza interessi e rateizzabile, non è stato efficace ai fini che la norma si prefiggeva. Quando un imprenditore ricorre all’usuraio si trova già in una condizione economica disperata. Il quadro finanziario sarà ancora più drammatico al momento della presentazione dell’istanza, per non dire all’atto della concessione del mutuo, che è relativo alla restituzione degli interessi usurari ed eventuali altri danni da interessi usurari. A riprova di ciò, le somme di mutuo fino ad oggi restituite al Fondo sono circa il 20% degli interi importi erogati. Dunque, occorre prendere atto che il sistema come concepito non sta funzionando. Per tali ragioni, è stato predisposto un pacchetto normativo, già delineato nella Relazione commissariale 2019 e all’attenzione dei competenti Uffici Legislativi, che prevede nei confronti di vittime di usura la concessione di un “contributo” a fondo perduto con l’accompagnamento di una esperta figura di sostegno che assista l’imprenditore nel difficile percorso del risanamento della sua attività. Ad esempio non è infrequente che la vittima, una volta ottenuto il mutuo, chieda di pagare i fornitori e dimentichi le procedure esecutive attivate da Inps o Agenzia delle entrate per mancati versamenti. O viceversa. Si tratta di scelte imprenditoriali che la vittima deve compiere, ma che possono essere ottimizzate sotto la guida di chi, professionalmente competente, ha una visione complessiva della massa debitoria, ma oggettiva, poiché non coinvolto personalmente nelle vicende usurarie precedenti. La pervasività del reato di usura è di particolare risalto in questo momento, considerate le estese difficoltà economiche nelle quali famiglie e imprese si sono trovate a causa della pandemia. Ancora non sono disponibili dati consolidati sulle denunce, tuttavia i sensori sul territorio hanno fornito notizie allarmanti. Dunque, si suggerisce che la revisione dell’art. 14 della Legge n.108/1996 possa essere oggetto di un disegno di legge governativo, con carattere di necessità e urgenza, ex art. 77 della Costituzione.

Ciò per garantire in futuro sempre maggiore incisività all’azione solidale sottesa alle citate Leggi, che intendono contrastare efficacemente la particolare “vitalità” dei commerci illegali e criminali aiutando economicamente chi denuncia[2]”.

4.In questa prospettiva può rivestire un ruolo di particolare rilevanza il microcredito, per la duttilità e le plurime potenzialità applicative che lo caratterizzano. Invero, la disciplina antiusura e la relativa efficacia è strettamente connessa con le regole che presiedono all’andamento del mercato creditizio e, da ultimo, in molti evidenziano come la sempre più sentita esigenza di individuare nuove ricette che favoriscano l’accesso al credito sia funzionale alla strategia di contrasto del fenomeno usurario, in un rapporto di proporzione inversa, tale per cui quanto più è resa agevole la fruizione dei regolari canali creditizi, tanto più si riduce l’incidenza della fattispecie criminosa[3].

L’esclusione finanziaria in tutte le sue manifestazioni – si configuri come impossibilità di accesso al credito d’emergenza o al consumo o, ancora, al credito all’impresa – oltre a costituire forma di “nuova povertà e di emarginazione sociale”, è particolarmente insidiosa, favorendo il ricorso a sistemi di finanziamento alternativi e per lo più illegali, che offrono condizioni fortemente svantaggiose, aggravando la posizione di chi già vive nella precarietà[4].

In Francia, ogni anno, 100mila famiglie e piccole imprese vengono esdebitate: alla fine del procedimento tutti i debiti vengono cancellati. Famiglie e imprese possono quindi riavere una loro dignità creditizia e contribuire alla ricchezza del Paese. In Italia, ogni anno, 100mila famiglie e piccole imprese vedono la loro proprietà immobiliare andare all’asta, per essere svenduta a un terzo del suo valore, restano debitrici a vita, escluse dal mercato creditizio, clienti potenziali del credito malavitoso. Gli esdebitamenti in Italia non arrivano al 5% di quelli che vengono attuati in Francia.

Al di fuori della Relazione del Commissario antiusura, sarebbe interessante un primo bilancio della sorte dei mutui fino a 25.000 euro disposti da uno dei primi decreti legge per fronteggiare l’emergenza Covid. Se, come pare, gran parte delle risorse non sono state utilizzate per via delle complicazioni frapposte dal mix Governo-sistema bancario, potrebbero essere recuperate e reinvestite, magari a fondo perduto: è difficile risolvere il debito con altro debito.

Daniele Onori


[1]Vedi  https://www.interno.gov.it/it/notizie/relazione-annuale-2020-racket-e-usura-nellemergenza-covid-19

[2]Vedi:  https://www.interno.gov.it/it/notizie/relazione-annuale-2020-racket-e-usura-nellemergenza-covid-19

[3] Vedi: https://rivista.microcredito.gov.it/opinioni/archivio-opinioni/620-la-lotta-all-usura-passa-attraverso-l-inclusione.html

[4] CORRADO G., L ’esclusione finanziaria, Torino, 2012

 

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