Buio nelle sale, serrande giù, guerriglia nelle piazze – di Giuseppe Careri

Buio nelle sale, serrande giù, guerriglia nelle piazze – di Giuseppe Careri

Coro di proteste del mondo della Cultura e dello Spettacolo dopo l’approvazione del decreto del Presidente del Consiglio che stabilisce la chiusura di Cinema, Teatri e Sale Concerto fino al prossimo 24 novembre.

In una lettera inviata a Giuseppe Conte e al Ministro Franceschini, Ministro dei Beni Culturali, i firmatari del mondo del Teatro, del Cinema e delle arti chiedono al Governo di scongiurare la chiusura di teatri e cinema. Tra i registi più noti vi compaiono i nomi di Nanni Moretti, Pupi Amati, Enrico Vanzina, Gianni Amelio.  Trai i firmatari all’appello, Marco Bellocchio, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, autore di film cult e politicamente impegnati come i pugni in tasca, In nome del Padre, Buongiorno, Notte sul sequestro di Aldo Moro; In una intervista rilasciata al quotidiano Repubblica dice: “La salvaguardia della salute è la cosa più importante, ma cinema e teatri in questi mesi non hanno avuto contagi. Durante la seconda guerra mondiale il cinema non si è fermato, anche sotto le bombe le persone hanno continuato ad andare in sala”.       

Il dolore e la preoccupazione manifestato dal famoso regista è lo stesso di tutti coloro costretti a tirare giù le serrande dei bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie alle 18 di tutti i giorni, soprattutto dopo aver sanificato i locali e distanziato i tavoli pur di continuare a “vivere” del loro lavoro. Non è stato così. Il Governo, di fronte all’aumento dei contagi e dei morti, ha deciso malgrado le proteste degli esercenti.

Per la verità i contagi sono in continuo aumento. Ieri sono stati 21.994, numero che non si registrava dal maggio scorso. I tamponi sono stati 174 mila, quasi 50 mila in più del giorno precedente.  221 i morti.

Visto il numero elevato di positivi e per venire incontro alle esigenze economiche degli esercizi chiusi e di quelli con orario ridotto, il Consiglio dei Ministri ha varato nella giornata di ieri il Decreto Ristori, un pacchetto di misure di oltre 5 miliardi di euro che andranno a tutti coloro che hanno subito perdite per la chiusura dei loro esercizi. Indennizzi che arriveranno entro il 15 novembre.

Nel decreto ristori  è previsto anche il blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio e altre sei settimane di cassa integrazione; inoltre saranno indennizzati i taxi e gli ncc; Al termine del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha dichiarato: “Non abbiamo fatto scelte indiscriminate. Critiche legittime, ma dobbiamo evitare che la curva dei contagi ci sfugga”.

Le proteste e le critiche al governo si sono fatte immediatamente sentire. Commercianti, imprenditori e operai hanno manifestato il loro dissenso sul quale si sono subito inseriti ultrà violenti, antagonisti, centri sociali, destra estrema.

Hanno iniziato a Napoli con scontri violenti con le forze dell’ordine, con lanci di lacrimogeni, bottiglie incendiarie, lancio di pietre e cassonetti incendiati. Il fuoco, partito da Napoli, si è poi trasferito in Piemonte con la guerriglia di antagonisti, ultrà violenti e delinquenti comuni. A piazza Castello è scattata la guerriglia urbana con fermi e feriti: Distrutte le vetrine delle grandi firme di via Roma con saccheggi e violenze inaudite. Colpiva, in un momento così delicato del nostro paese, assistere a scontri con le forze dell’ordine non già per reclamare un legittimo diritto di manifestare, ma assistere a quello distruttivo della violenza praticata da un nutrito gruppo di facinorosi e violenti.

Come per una regia comune, la violenza si è poi manifestata anche a Roma a Piazza del Popolo. Idranti e cariche della polizia hanno caratterizzato la guerriglia con ultrà e violenti di ogni genere. La Ministra dell’Interno riunisce domani il Comitato Nazionale per l’ordine e la sicurezza dell’ordine pubblico per fronteggiare altre eventuali manifestazioni di violenza.

Come è evidente gli scontri di piazza non hanno nulla a che vedere con le rivendicazioni di commercianti, imprenditori, uomini di cultura e di spettacolo.

In questa situazione difficile, direi drammatica oltre che dolorosa, occorrerebbe che maggioranza e opposizione facessero fronte comune per contrastare violenze che nulla hanno a che fare con la democrazia. A maggior ragione Governo e maggioranza dovrebbero evitare divisioni strumentali sulle misure prese che causano solo  disorientamento tra i cittadini. In definitiva la battaglia è contro il virus e non una disputa politica per avere qualche voto in più.

Giuseppe Careri