La politica: l’arte del possibile – di Giuseppe Careri

La politica: l’arte del possibile – di Giuseppe Careri

Da oltre tre mesi, da quando è esplosa l’epidemia del coronavirus, prima e dopo le diverse trasmissioni televisive, soprattutto giornalistiche, una bella vece maschile ricorda a tutti i cittadini: “aiuta la Protezione Civile a sostenere il Sistema Sanitario nella lotta al coronavirus”.

Per rendere trasparente l’utilizzo delle offerte ricevute, ogni giorno il Capo Della Protezione Civile Borrelli comunica a quanto ammontano le offerte ricevute dai cittadini e specifica le spese sostenute dal Dipartimento per l’acquisto di mascherine, camici, guanti e attrezzature utili per la terapia intensiva.

Una grande gara di solidarietà che investe la coscienza di molti cittadini affinché la struttura sanitaria abbia sollievo da questi interventi eccezionali.

La pandemia, oltre il dolore per i tanti morti di Covid-19, ci ha anche rivelato la grande professionalità e spirito di sacrificio di medici, infermieri e di tutta la struttura sanitaria nel dedicarsi, a volte a rischio della propria vita, a salvare il maggior numero di pazienti dalla morte.

Tutto questo è stato possibile anche per merito delle donazioni di migliaia e migliaia di cittadini, vista la condizione non proprio esaltante dei contributi statali alla struttura sanitaria. Tutti ricordano la difficoltà delle sale intensive nella prima fase della pandemia; il confronto con la Germania ben più attrezzata dell’Italia a fronteggiare un’epidemia mai conosciuta in precedenza.

Qualcuno, tra i tanti che conoscono i segreti dei contributi statali, ritiene che negli ultimi dieci anni siano stati tagliati alla Sanità ben 35 miliardi di euro, una cifra  enorme assolutamente necessaria per la cura, i ricoveri e gli interventi di milioni di cittadini. Ancora oggi, infatti, è necessario aspettare diversi giorni, a volte settimane ed anche mesi, per una visita specialistica o per un intervento chirurgico, quando spesso è troppo tardi per intervenire e salvare una persona. Certo, da sempre la Sanità, come del resto la Scuola, ha avuto necessità di finanziamenti mirati; un’attenzione politica e sociale per non disperdere i tanti livelli di eccellenza che abbiamo nelle nostre strutture sanitarie e scolastiche.

Come sappiamo l’Europa sta cercando in tutti i modi di “alleviare” le sofferenze dei paesi europei colpiti dal coronavirus attraverso una stanziamento straordinario in corso a Bruxelles. Entro il mese di luglio ci sarà la riunione dei Capi di Stati e di Governo per stabilire le varie modalità degli aiuti da distribuire in Europa attraverso il Recovery found. Si parla di 750 miliardi a cui sono favorevoli alcuni paesi, tra cui l’Italia, anche se quelli del nord, i cosiddetti paesi frugali, non sono ancora d’accordo. Dal primo luglio la Germania sarà Presidente di turno della Comunità Europea. Si spera nell’abilità di mediazione della Cancelliera Merkel per far passare il principio dei paesi del Sud, tra cui Italia e Spagna, tra i più colèpiti dal virus. In Italia, nel frattempo, si discute anche sulla possibilità di accettare i 37 miliardi previsti dal Meccanismo Europeo di Stabilità. Favorevoli PD, Leu, Italia Viva; contraria l’opposizione e il Movimento 5 Stelle. Il Presidente Conte è chiamato a mediare tra PD e 5 Stelle. L’orientamento di Conte inizialmente era per un no, ma probabilmente lo trasformerà in un si sofferto. Peraltro sono soldi da usare esclusivamente per la struttura sanitaria senza nessun controllo o troika da parte dell’Unione Europea.

In campo sanitario l’Italia sappiamo tutti essere un’eccellenza. Abbiamo medici e infermieri di alta professionalità. Ma è necessario mettere a loro disposizione tutto quanto necessita per operare al meglio. Non è più possibile mandarli allo sbaraglio. Né è più tollerabile per tutti i cittadini aspettare tanto tempo per una visita specialistica o un ricovero.

I soldi del Mes potrebbero dare una scossa a tutto il sistema sanitario, con assunzioni programmate di medici e infermieri e personale sanitario. Con nuovi posti letto e camere intensive necessarie in momenti più difficili dei prossimi mesi invernali. Rinunciare sarebbe un autogol, una decisione incomprensibile che i cittadini italiani non sarebbero in grado di capire. Imprenditori interpellati sul tema hanno sostenuto senza nessuna esitazione la necessità di accedere a questo contributo essenzialmente sanitario. Se non lo si vuole adottare, sarebbe davvero incomprensibile da capire a tutti i cittadini italiani.

Giuseppe Careri