La Sanita’ per tutti i malati – di Giuseppe Careri

La Sanita’ per tutti i malati – di Giuseppe Careri

La pandemia ha messo a dura prova la struttura sanitaria ad affrontare l’emergenza di centinaia di migliaia di malati di Covid 19, soprattutto per i ricoveri in terapia intensiva. Altrettanto grave la situazione di migliaia di malati colpiti da malattie gravi come il tumore, l’infarto e tante altre patologie croniche.

E’ il grido di allarme di numerosi medici, anestesisti, chirurghi, che hanno dovuto cedere il passo all’emergenza coronavirus rispetto ad altri tipi di malattia, si tratti di analisi, di radiografie o di interventi chirurgici. Per tre mesi, infatti, da quando è scattata l’emergenza della pandemia, negli ospedali pubblici, ma anche in quelli privati, ci si è dovuti occupare soprattutto dei malati di Covid 19, trascurando necessariamente gli altri malati che pure avevano delle emergenze di salute che necessitavano di ricovero e di cura.

Lorenzo Spiaggiari dirige  la chirurgia toracica dell’Istituto europeo di oncologia di Milano. In una intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica dice: “Hanno bloccato le visite e quindi le diagnosi. Si iniziano già a vedere pazienti con tumori avanzati come non capitava da tempo. Se il coronavirus tornasse occorrerà creare percorsi differenziati per non dover più interrompere certe attività sanitarie”.

In questi tre mesi di pandemia sono saltati interventi chirurgici ortopedici, di ginecologia, dell’apparato digerente, oculistica, di otorinolaringoiatria, dell’apparato cardiocircolatorio. E poi Pap test annullati, milioni di mammografie, screening oncologici, come documentato in maniera approfondita da un’inchiesta di La Repubblica. Milioni di persone in attesa di visita, o di intervento chirurgico, di un posto letto per accertamenti. Peraltro, dopo il grande impegno per la cura del coronavirus, i medici, gli infermieri e la struttura sanitaria sono ormai allo stremo. Dovranno comunque continuare a dare il loro prezioso contributo per tentare di smaltire i malati in attesa di un ricovero o intervento chirurgico.

Occorre poi ricordare che il virus è ancora in circolazione con il rischio di altri decessi e tanti contagi. Nella giornata di ieri i dati pubblicati dalla Protezione Civile parlano di 519 contagi in più; solo in Lombardia sono 402, il 77% del totale, ma con 19 mila tamponi, mentre i morti sono 85 unità, 21 dei quali in Lombardia per un totale di 33.774 casi. In nove regioni non ci sono stati decessi.

Nella fase “in discesa” del coronavirus, dovrà quindi subentrare la cura a coloro che in questi tre mesi sono stati messi in “lista di attesa”; Si dovrà necessariamente rinforzare la struttura sanitaria per quella che sarà comunque una nuova emergenza rivolta a milioni di malati bisognosi di cure e di interventi chirurgici.

Per migliorare la situazione si dovranno pertanto assumere nuovi medici, infermieri e personale sanitario. Un compito oneroso che spetta quindi alla politica e alla parte economica risolvere. Si dovranno accantonare divergenze politiche e di propaganda di ogni singolo partito che siede in Parlamento. Occorrerà poi trovare i soldi per migliaia di assunzioni e di ristrutturazioni sanitarie. E qualche partito di governo dovrà fare un passo indietro per accedere poi ai soldi europei previsti per l’aiuto alla sanità dei paesi in difficoltà sanitaria.

Dice il Governatore della Toscana Enrico Rossi: “Non cogliere l’occasione del Mes sarebbe delittuoso. Sono 37 miliardi disponibili subito. Investendoli nei nostri ospedali potremmo creare migliaia posti di lavoro, strutture sanitarie, pronti soccorso, terapie intensive.

Una proposta avallata anche dal Presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Si oppone, ancora una volta, il movimento 5 stelle che ritiene superato il Meccanismo Europeo di Stabilità. Certo rifiutare una cifra cosi importante da spendere subito per la sanità è una scelta non comprensibile per ogni cittadino normale. Qui non si tratta di mettere una bandierina. Qui c’è in gioco la vita di milioni di cittadini che necessitano di essere curati presto, di non aspettare mesi, a volte anni, perché non ci sono posti letto disponibili o una sala rianimazione dopo un’operazione chirurgica. Il politico ha il compito di lavorare per il bene dei cittadini e in casi di emergenza come questa, ha il dovere di mettere da parte l’ideologia. E’ giunta l’ora di rendere prioritario il servizio sanitario a favore di tutti i cittadini. Altro che ideologia!

Quello che abbiamo passato con il coronavirus è stato terribile. Guai a ricaderci di nuovo.

Giuseppe Careri