Il gioco delle tre carte – di Giuseppe Careri

Il gioco delle tre carte – di Giuseppe Careri

“Abbiamo superato la curva di picco dell’infezione, siamo nella parte di discesa e in una fase di controllo della situazione, ma richiede un’attenzione particolare” nell’identificare ed isolare precocemente i casi sospetti”.

Lo afferma durante l’audizione in Commissione Bilancio della Camera il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro. In effetti gli ultimi dati pubblicati dalla Protezione Civile indicano un calo generalizzato dei contagi in quasi tutte le Regioni italiane. Tra queste ci sono 5 regioni a zero contagi: Abruzzo, Umbria, Valle d’Aosta, Calabria e Basilicata, oltre alla provincia di Bolzano.

Secondo i dati forniti dalla Protezione Civile, complessivamente i contagi registrati nelle ultime 24 ore sono 516 per un totale di 232.248 casi.

I decessi per coronavirus sono stati 87 e i morti a livello nazionale sono arrivati a 33.229 unità. Nelle ultime 24 ore in sette regioni non si sono registrate vittime: Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Molise, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige. A Roma città il dato più basso degli ultimi giorni con soli 3 contagi.

Nell’ultima giornata presa in esame in Lombardia, i decessi sono stati 38, quasi il 69% del totale dell’ultimo giorno. Mentre i contagi sono stati 354, quasi la metà di tutto il territorio nazionale.

Ed è su questi ultimi dati che il Comitato Tecnico Scientifico sta studiando le modalità per la riapertura tra le regioni. Al momento ci sono due ipotesi: una riapertura generalizzata di tutte le regioni, come propone il Ministro Francesco Boccia, oppure rimandare di una settimana la riapertura, come ipotizzano alcuni governatori del nord.

Si tratta qui di valutare gli ultimi dati e soprattutto il monitoraggio dei 21 indicatori, tra cui l’indice di contagiosità RO, ma anche parametri di tenuta del sistema sanitario, a partire soprattutto dalla capacità ricettiva delle terapie intensive.

Alcune regioni del Sud, tra le meno contagiate, in testa Sardegna e Sicilia, attraverso i loro governatori propongono addirittura un passaporto sanitario di tutti coloro che vengono dalle zone più contagiate del paese.

Ipotesi non praticabile per via anche della incostituzionalità della proposta sugli spostamenti tra un regione e un’altra che non possono decidere solo i Governatori.

Peraltro, “i nostri dati sul contagio non sempre sono attendibili”, dice Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute.

Si tenta quindi una mediazione politica tra il Governo centrale e tutte le regioni. Certo i dati parlano più chiaramente di tante parole e difese del proprio territorio.

Il Comitato Scientifico è al lavoro proprio per questa ragione e lo consegnerà alla politica per la decisione finale.

Per qualunque cittadino, ignaro delle procedure ed in possesso solo di dati parziali, la decisione sarebbe alquanto facile da prendere visti i dati “macro”.

Ma in questo caso gli interessi in gioco sono tanti e non tutti possono trascurarli.

Molti esercizi commerciali sono ancora chiusi; altri sono funzionanti parzialmente per le regole imposte dal Governo. E poi c’è il turismo che in qualche modo deve ripartire per limitare i danni di tre mesi di inattività.  Molti Hotel di lusso sono ancora chiusi soprattutto per mancanza di turisti. E così teatri, cinema e ristoranti in attesa di clienti e di tempi migliori.

Insomma la parte economica in questa fase è preponderante ed ogni Governatore “spinge” per rendere la propria regione pronta per la riapertura senza pericolo per i contagi. Certo ci sono i dati allo studio degli scienziati, ma anche quelli si possono, a volte, leggere in una maniera diversa l’una dall’altra.

Nell’incontro Governo Regioni si dovrà quindi trovare una soluzione organica che tenga conto di tutti i parametri disponibili e, soprattutto, che non creino disparità  e ipotetiche ingiustizie tra le varie regioni.

Del resto è legittimo il desiderio di ogni regione di riaprirsi all’esterno, ritornare a un livello di socialità e di apertura che investe l’economia e ormai tutti i cittadini.

Cittadini che finora hanno dimostrato grande consapevolezza nel fare i sacrifici per contrastare i contagi e soprattutto limitare i decessi.

E proprio per non rischiare e vanificare i tanti sacrifici fatti da ognuno di loro, è necessario che la riapertura, se riapertura sarà, sia fatta con l’oculatezza di non ritornare indietro come nel famoso gioco dell’oca; perché la pandemia, sfortunatamente, non è un gioco.

Giuseppe Careri