La movida fuori controllo – di Giuseppe Careri

La movida fuori controllo – di Giuseppe Careri

“La storia delle prime fasi dell’epidemia indica che il virus è in grado di diffondersi in maniera subdola, perché talvolta è bastata la presenza di una persona positiva, anche se asintomatica, per contagiare intere tavolate di amici”.

Lo scrive in una lettera inviata a Psicologi e Psicoterapeuti Marco Trabucchi, Presidente dell’ Associazione Italiana di Psicogeriatria.

Il Presidente si riferisce naturalmente alla riapertura dell’ultima settimana che ha visto un’invasione di giovani e non nelle località più famose della Movida da Nord a Sud. Migliaia di ragazzi, spesso senza mascherine e distanziamento sociale, nelle strade della Movida, nei viali, ai ristoranti e pub disseminati in ogni angolo del paese. Assembramenti che hanno preoccupato il Comitato Tecnico Scientifico che ha lanciato subito l’allarme per fermare la ressa. Purtroppo era facile, dopo tre mesi di lockdown, prevedere soprattutto nei week end ciò che poi sarebbe accaduto. Allarme, quindi, anche tra i politici, i governatori e i Sindaci impegnati a trovare misure per contenere gli assembramenti ancora così a rischio di contagio e soprattutto di contagiare altri ancora. Questi atteggiamenti irresponsabili sono avvenuti praticamente in ogni parte d’Italia, per strada, al mare, nei pub.

Lo spritz, l’apercovid, ormai così denominato, ha tenuto banco per tutto il week end: da Roma a Palermo, a Napoli, Milano e gran parte del Nord con i sindaci impotenti a intervenire immediatamente con la chiusura delle zone più a rischio.

A Roma assembramenti soprattutto a Ponte Milvio, a Testaccio e Trastevere; migliaia di giovani in strada fino a tarda notte e spesso senza mascherine e distanziamento. Lo stesso a Bari dove è intervenuta la polizia locale sanzionando per il mancato distanziamento diciotto persone.

Così pure a Foggia nelle strada centrale di Via Vittorio Emanuele, centro della vita notturna, dove si sono riversate migliaia di cittadini, ma anche di famiglie seduti nei tavolini dei ristoranti e dei bar. Scene simili a Potenza, Matera, Rimini, Trieste e tante altre località. IL Sindaco di Perugia chiude alle 21 i locali pubblici del centro storico e di Fontivegge per assembramento.

A Napoli caos fino alle quattro di notte sul lungomare Caracciolo. La chiusura dei locali alle 23 non ha fermato la marea della movida. Pertanto il Sindaco De Magistris, in contro corrente, ritiene che i locali siano aperti fino a notte per evitare assembramenti. A loro volta il Viminale e il Ministero della Salute stanno ricorrendo ai ripari. Innanzi tutto aumentando il numero della polizia per effettuare controlli più severi e che rispettino le regole del distanziamento e delle mascherine da indossare. Per la fase due sono in arrivo, inoltre, 60 mila assistenti civici tra i disoccupati e di chi ha il reddito di cittadinanza per frenare la marea di persone che non rispettano le regole.

Si va, insomma, in ordine sparso. Dice il Presidente di Psicogeratria: La polemica tra i livelli istituzionali non permette fino ad ora di valutare realisticamente gli effetti delle recenti aperture; non vi è dubbio, però, che vi sono stati comportamenti irresponsabili da parte di chi non poteva vivere senza un aperitivo, sebbene la loro reale ricaduta sul quadro epidemiologico non sia ancora chiara”. 

E’ giunto il momento, dopo tre mesi di Lockdown di far sentire la voce dei responsabili del Governo, dei Governatori e dei Sindaci per ripristinare una convivenza civile che non vanifichi gli sforzi titanici di contenimento fatti finora. Occorre ricordare, ad esempio, i medici, gli infermieri e tutta la struttura sanitaria che con il loro sacrificio ha permesso di salvare tante vite umane. E ricordare ai giovani, soprattutto a coloro che si comportano da irresponsabili, che il loro atteggiamento non colpisce solo loro stessi, ma può colpire i loro familiari e decine di persone magari a loro sconosciute. Dice un anestesista: “Io faccio l’anestesista rianimatore per tutti, belli e brutti, bianchi e neri, italiani e stranieri, insomma non si guarda in faccia a nessuno. Ma non faccio l’anestesista rianimatore per i cretini”.

Ecco, questo è il punto; in Italia sono morte attualmente 32.785 persone. Il coronavirus ha ucciso centinaia di medici e decine di infermieri che tentavano di salvare vite umane colpite dal coronavirus. Malgrado il loro impegno sono morte migliaia di persone, per lo più anziane. E allora, cari ragazzi, possiamo anche capire la vostra voglia di vivere in modo spesierato, ma non potete avere la pretesa di farlo senza arrecare danni al prossimo, magari a un vostro genitore.

Quindi occorre ridimensionare questi atteggiamenti irresponsabili che colpiscono non solo voi ma tutti i cittadini.

Giuseppe Careri