La pandemia, la politica e la propaganda – di Giuseppe Careri

La pandemia, la politica e la propaganda – di Giuseppe Careri

Continua il calo dei contagi e diminuiscono ancora i ricoveri in terapia intensiva. Nelle ultime 24 ore i decessi in tutta Italia sono stati oltre 242 per un totale di 31.600 unità, come comunicato dallo staff della Protezione Civile. I casi attualmente positivi sono ormai 72 mila unità. I guariti hanno raggiunto la cifra di 120 mila unità.

Dal prossimo 18 maggio si potrà circolare liberamente all’interno della propria Regione senza nessuna autocertificazione. Si potranno finalmente raggiungere le seconde case se situate all’interno della propria regione.

Sempre dal 18 maggio riaprono i negozi e alzano le saracinesche i bar, ristoranti, parrucchieri, barbieri, estetisti e i centro commerciali. Infine si potrà tornare nei musei e nelle biblioteche; si potranno visitare i siti archeologici e visitare le gallerie d’arte. In molti casi il distanziamento salirà a due metri.

Il 3 giugno, poi, si potrà di nuovo viaggiare tra le regioni senza limitazioni o autocertificazioni, salvo in casi particolari di focolai o contagi fuori controllo.

Naturalmente queste sono le aperture che riguardano più da vicino i cittadini, tenendo presente che la pandemia non è stata ancora sconfitta e che occorrerà molta attenzione per evitare dei drammatici passi indietro e nuovi lockdown. Nei prossimi giorni il decreto “Rilancio”, qualcuno lo chiama “Ritardo”, di 55 miliardi in deficit approvato dal Consiglio dei Ministri sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e sarà quindi operativo per tutti i suoi articoli che riguardano imprese, famiglie e lavoratori. Inoltre, dichiara il Ministro dell’Economia Gualtieri “la manovra crea sviluppo, crescita e occupazione”. Nella stessa intervista rilasciata a Repubblica, il Ministro dice: “il decreto non lascia indietro nessuno e rilancerà l’economia; abbiamo scelto di sostenere imprese e lavoro e non aumentare le disuguaglianze”.

In queste settimane il Governo è stato subissato da critiche soprattutto per i ritardi nei pagamenti ancora di la da venire. Ma sarebbe ingeneroso non riconoscere al Governo l’impegno profuso in questa difficile manovra con problemi peraltro anche all’interno della maggioranza.

Il Consiglio dei Ministri fu rinviato più volte perché non si raggiungeva l’accordo sulla regolarizzazione dei migranti voluta fermamente dalla Ministra dell’Agricoltura Bellanova di Italia Viva e i vertici dei 5 stelle; e poi i provvedimenti del decreto sono stati bollati dalle opposizioni incentivi a pioggia senza un progetto di sviluppo Italia.

Ma quello che mi ha maggiormente sorpreso in queste due settimane di attesa del maxi decreto da 55 miliardi, in pratica due finanziarie, non è stato il ritardo, data la complessità della manovra, ma la continua discesa in campo da parte di tutti i partiti delle seconde e terze linee nella disputa a comunicare le ragioni del proprio gruppo di appartenenza. In tutte le edizioni televisive, sono apparsi i parlamentari dei vari gruppi per promuovere la manovra o per bocciarla con irrisione.

In queste “auto interviste” televisive, le seconde e terze linee dei partiti hanno recitato la loro parte a memoria, fissando l’obiettivo della telecamera con gli occhi fissi, con la parlantina veloce per timore di dimenticare il testo che qualcuno dei Ministri aveva predisposto per la loro recita a soggetto. Nessun partito si è sottratto a questa recita offensiva per i cittadini che aspettavano invece risultati concreti e non annunci propagandistici.

Non solo, quasi tutti hanno avuto un atteggiamento a volte aggressivo pensando così di convincere il telespettatore della loro capacità a “vendere” un prodotto politico attraverso la propaganda.

Senza voler essere irrispettoso nei confronti di questi giovani politici costretti a vendere il prodotto del loro partito, mi viene in mente un divertente sketch tra il grande Totò e un acquirente americano al quale vuol vendere Fontana di Trevi.

Totò: Questa è la fontana de Trevi, appartiene alla mia famiglia da tante generazioni. I soldi nella fontana ce li buttano tutti; La mia fontana è fotografata un migliaio di volte al giorno. Ci guadagno un mucchio di soldi; proprio un business!

Acquirente americano: io ho lasciato l’America e mi voglio stabilire definitivamente in Italia  e cerco di fare business!

Toto: e perché non ti compri la fontana mia!

Acquirente: e tu te la vendi?

Totò: eh si; un giorno o l’altro io mi devo ritirare, capisci? Ho i dolori reumatici, vicino all’acqua eh!

Acquirente: allora la compro io; dimmi un po’ paisà, quanto costa la fontana?

Totò: con dieci milioni te la cavi.

Acquirente: ok! Domani vieni all’ambasciata americana e troverai il contratto e money!

Certo, questo è un film e, ripeto, non vuole essere irriguardoso nei riguardi di giovani parlamentari alle prime armi. Vuole soltanto “segnalare” ai giovani politici di essere un pochino più naturali nelle loro propagande magari, qualche volta, anche un po’ divertenti.

Non come Totò, naturalmente, che nel film è solo un autentico truffatore, anche se assai divertente.

Giuseppe Careri