Covid-19 indice dei contagi scende sotto 1% – di Giuseppe Careri

Covid-19 indice dei contagi scende sotto 1% – di Giuseppe Careri

Dal 4 Maggio prove di riapertura delle attività lavorative in gran parte del territorio italiano; uno dei tanti problemi da affrontare riguarda il distanziamento delle persone nelle stazioni ferroviarie e nei servizi di trasporto pubblico; si fanno prove di percorsi alternati per non creare assembramenti; si cominciano a delineare le modalità di distanziamento tra le persone. Nella metropolitana, ad esempio, si disegna il terreno sulla banchina con i cerchi che delimitano la distanza di un metro tra un soggetto e un altro. Controlli in tutte le stazioni perché vengano rispettate le procedure per salire sulla metro o su un autobus di linea.

E’ un’operazione di distanziamento che riguarda naturalmente ognuno di noi e tutte le imprese che riprenderanno la normale attività lavorativa.

Governo, Task Force, Comitati Tecnici Scientifici, sono allertati in ogni momento per modificare le regole in corsa nel caso aumentino i focolai e i contagi. Il Ministro della salute Roberto Speranza non si stanca di fare raccomandazioni su questa importante riapertura:  “La curva un po’ alla volta si è piegata; oggi possiamo guardare con maggiore fiducia al futuro, ma dobbiamo farlo con il massimo della prudenza e con il massimo della cautela”.

Alla riuscita della riapertura sono chiamati a concorrere naturalmente tutti i cittadini e le imprese impegnate in questa nuova fase della battaglia per sconfiggere il Coronavirus. I dati pubblicati dalla Protezione Civile ci dicono che ci sono stati ancora 420 decessi per un totale di 26 mila casi; mentre cala il numero dei positivi di 321 unità per un totale di 106.500 contagi. Diminuiscono per fortuna anche i malati in terapia intensiva, 94 unità in meno rispetto al giorno precedente. Tale tendenza si rispecchia in undici regioni italiane. Purtroppo rimane alto il numero dei contagi in Lombardia con 495 contagi in più rispetto al giorno precedente, e in Piemonte con 239 contagi in più.

Nel resto d’Italia i dati segnalano una discreta discesa dei contagi, ma rimane sempre alto il numero dei decessi come abbiamo riportato sopra.

Le nuove regole saranno illustrate entro domenica prossima dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che firmerà il Dpcm della fase due. Dalle ultime indiscrezioni potremo forse spostarci tra i Comuni, ma non tra Regioni. Ancora incerto se avremo necessità di avere l’autocertificazione per uscire dalla nostra abitazione. Rimane l’obbligo della distanza, la mascherina e i guanti. Potremo fare una passeggiata anche lontano dalla propria abitazione; o per andare a trovare un parente, o fare sport, purché da soli.

In una intervista rilasciata al TG1, il fisico epidemiologico Alessandro Vespignani della Università di Boston ha dichiarato: “Sono numeri che ci confortano, e che ci fanno pensare che ci stiamo muovendo nella direzione giusta; però bisogna avere molta cautela perché questi numeri possono cambiare nel giro di poche settimane. I contagi ci sono ancora e non possiamo abbassare la guardia con il rischio di ritornare alla risorgenza del virus. La malattia è ancora presente nella popolazione”.  

Rimane sempre alta l’attenzione delle Rsa e delle Case di Cura per i diversamente abili. Le procure e i Nas indagano dal Piemonte alla Sicilia per appurare le cause di  morte di tanti anziani ricoverati. I Nas, secondo un reportage del Corriere della Sera hanno controllato “oltre 900 strutture per anziani; 183 sono risultate irregolari e 172 i gestori e operatori denunciati per abbandono di anziani e mancata assistenza e custodia”.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità in Europa la metà dei morti per Coronavirs è avvenuta nelle Rsa, Ra e Case di Riposo. Solo in Italia sono oltre 7 mila, cifre da capogiro. Nella maggior parte dei casi si è trattato di atteggiamenti irresponsabili ai danni di chi non poteva far valere i suoi diritti, non poteva difendersi; anziani abbandonati senza il conforto di un figlio, un parente, un amico.

E’ giunto il momento di fare chiarezza e ognuno di assumersi la responsabilità del proprio operato. La politica, quella nobile, in questo momento drammatico per la salute dei cittadini, anziché polemizzare tra di loro, per una volta si occupassero dei cittadini, dei loro problemi e delle loro istanze.

Basta con le liti, le rassegne e la propaganda nei telegiornali; Questo è il momento di pensare al bene dei cittadini, alle loro istanze, al loro dolore.

Per rispetto dei tanti morti che non hanno potuto ricevere l’ultima carezza, un bacio dai loro cari. Morti disperati, “che non hanno amato mai tanto la vita”!

Ce la faremo

Giuseppe Careri