Fase due riaprire con grande cautela – di Giuseppe Careri

Fase due riaprire con grande cautela – di Giuseppe Careri

C’è grande fermento nel Governo in vista delle riaperture di cantieri, auto e moda dopo il 4 maggio. Governo, Presidenti di Regione, Istituto Superiore di Sanità, Task Force preseduta da Vittorio Colao, sono in stretto contatto per stabilire le modalità e le regole da osservare in seguito per mantenere alto il contenimento dei contagi e dei decessi a causa del Coronavirus.

Il Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro dice: “occorre grande prudenza nelle riaperture per il prossimo mese di maggio; Secondo il Comitato Tecnico Scientifico, infatti, sono ancora alti i dati dei contagi e dei decessi per allentare troppo sulle riaperture.

Dati che sono stati comunicati nel consueto appuntamento alla Protezione Civile che dalla prossima settimana rimodulerà le Conferenze Stampa che si terranno  solo il lunedì e il giovedì alle 18.00.

Dagli ultimi dati comunicati, il numero dei dimessi dalla terapia intensiva sono meno 124; mentre l’altro dato positivo sono i 2.563 guariti per un totale di 42.727 persone; poi c’è, purtroppo, il numero ancora alto dei decessi, 575 unità per un totale di 22.745. Il totale dei positivi sale a 107 mila; ancora alto il numero dei nuovi contagi da coronavirus, 3.493.

Numeri, alcuni dei quali confortanti, che suggeriscono però al Comitato Scientifico di valutare attentamente l’impatto che si avrà con le nuove riaperture.

In Veneto il Governatore Luca Zaia dichiara che il lockdown per loro è già finito e quindi c’è l’ipotesi di riaprire ancora prima del 4 maggio.

Mentre per il Governatore della Lombardia Fontana l’obiettivo è dare il via libera ai cantieri, ma con l’avallo del Comitato Scientifico. Se la Lombardia aprirà, dice il Governatore della Campania Vincenzo De Luca, noi chiuderemo i nostri confini.

Come si può facilmente comprendere da questi preliminari, c’è la tendenza a prendere decisioni diversificate sulla strategia delle riaperture. Resta il fatto che sarà il governo, in ultima analisi e con il conforto della Task Force di Vittorio Colao, a prendere l’ultima decisione.

Walter Ricciardi, rappresentante italiano dell’OMS e consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza, a tal proposito dice: “”fino a quando non avremo un vaccino ci saranno nuove ondate o, speriamo, tanti piccoli focolai epidemici che andranno contenuti. Per questo è molto importante non accelerare le riaperture, in caso contrario la seconda ondata invece di averla più avanti rischiamo di subirla prima dell’estate”.

Occorre, dunque una identità di vedute sulle procedure e le regole che dovranno essere varate dal Consiglio dei Ministri nei prossimi decisivi giorni.

Peraltro c’è la situazione esplosiva delle case di cura che, secondo una prima valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità, sarebbero già 7.000 i deceduti. I motivi saranno poi accertati dalle varie Procure che in tutta Italia stanno raccogliendo documenti. L’ultimo dramma è accaduto in una casa di riposo di Palermo; i Finanzieri del nucleo di Polizia, come riferiscono le agenzie Adnkronos e Ansa, hanno arrestato sei persone per maltrattamenti nei confronti di anziani ridotti in condizioni di paura. Gli investigatori si sono avvalsi poi di telecamere nascoste per documentare le violenze fisiche praticate agli anziani con spinte, calci, urla e ingiurie, come in un film dell’orrore. Colpisce che solo adesso si viene a sapere di una situazione drammatica in gran parte delle case di riposo.

Il Ministero dell’Interno nei giorni di Pasqua ha scandagliato migliaia e migliaia di poliziotti, carabinieri, uomini della finanza, elicotteri e droni per controllare chi non rispettava le regole. Era necessario farlo per difendere ognuno di noi dai contagi messi a rischio da qualche migliaio di persone irresponsabili.

Ma chi doveva controllare le case di riposo, le Rsa e le Ra disseminate in tutto il territorio? Se ci sono le convenzioni con le Regioni, o anche le strutture private, chi era il responsabile della struttura e della cura di questa povera gente non in grado di difendersi per la loro condizione di salute così precaria da dover morire?

Bene le inchieste, bene l’iniziativa dei procuratori di Milano e di tanti altri per appurare la responsabilità di chi doveva controllare e non l’ha fatto. Per rispetto innanzi tutto dei pazienti, e poi delle loro famiglie e di noi che siamo inorriditi quando è scoppiato lo scandalo, rimanendo inebetito di fronte a tanta crudeltà e a tanta violenza. Molti si chiedono come saremo in futuro.

Certo saremo diversi, forse più tristi, più isolati, più poveri. Ma non dobbiamo dimenticare quello che è successo in quelle case di riposo dove morivano gli anziani, soli, abbandonati, mentre alcuni amministratori responsabili delle case di cura facevano la loro propaganda in tutte le TV del nostro paese.

E’ necessario non dimenticarlo, per non ripetere mai più un orrore simile.

“Ce la faremo”

Giuseppe Careri