Il dilemma della fase due. Asintomatici in agguato – di Giuseppe Careri

Il dilemma della fase due. Asintomatici in agguato – di Giuseppe Careri

“Aprire o pensare di aprire in questa fase è abbastanza difficile; non siamo in una diminuzione netta dei contagi, ma in un rallentamento della velocità;  c’è un serbatoio di positivi asintomatici che continua a garantire la circolazione del virus”.

E’ quanto ha dichiarato il Vice Direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Raniero Guerra durante la presentazione dei dati delle ore 18 nella sala della Protezione civile. Ranieri Guerra ha poi aggiunto con convinzione: “Si potrebbe pensare a riaperture per classe di lavoro, tipologia geografica e classe di età ma sempre con un occhio ad una diminuzione marcata di questa curva che ancora non c’è”.

Nei dati annunciati oggi, il numero dei decessi è stato di 542 unità, il punto più basso da cinque giorni; negli ultimo dieci giorni c’è stato il 50% dei guariti. Migliora ancora la situazione in Lombardia, anche se nelle ultime 24 ore ci sono stati 238 decessi. Ma il dato più importante è la diminuzione dei ricoverati in terapia intensiva e nei pronti soccorso, hanno sottolineato il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e Raniero Guerra dell’OMS. In ultimo il numero del contagiati, compresi morti e guariti, sono quasi 140 mila.

Presumibilmente dovremo aspettare ancora qualche settimana prima di assaporare di nuovo la libertà di fare una passeggiata; Dovremo accontentarci, forse, solo di una piccola ripresa del lavoro da parte di aziende del Nord, soprattutto di Lombardia, Veneto, e Piemonte, come chiede con insistenza il vertice della Confindustria. IL Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrà mediare tra le esigenze delle imprese e quelle del sindacato che ha già chiesto un incontro urgente al Governo per delineare una strategia di apertura che tenga conto anche della sicurezza dei lavoratori, oltre che a quelle delle aziende.

C’è molta attesa per questo nuovo Dpcm per stabilire le modalità e le nuove regole da adottare per il prossimo 14 aprile.

Oltre alle questioni legate alla ripartenza delle attività lavorative, dei musei, librerie, ed altre attività compatibili con la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori, si è aperto un altro fronte, a dir poco drammatico, delle case di riposo, a causa di decessi e di numerosi contagi che hanno colpito molti anziani ricoverati nelle Rsa.

Ci sono inchieste della procura della Repubblica di Milano, oltre a ispezioni nelle case di riposo in numerose regioni italiane da parte di Commissari del Ministero della Salute. La stessa Regione Lombardia, dice l’Assessore al Welfare Giulio Gallera, ha nominato una commissione per valutare se sono state osservate le procedure del protocollo. Al termine di queste indagini si potrà fare una valutazione oggettiva se in queste case di riposo si sono rispettati  o no i protocolli di protezione degli ospiti. E’ necessario fare luce per rispetto dei morti e dei loro parenti che aspettano di sapere la verità.

Nel Mondo ci sono ormai 1.400 mila contagiati; i morti sono 80 mila; i guariti hanno raggiunto ormai il numero di 300 utenti.

La pandemia ha scosso il mondo intero da un punto di vista sanitario ma anche psicologico, con milioni di persone costretti a ritrovare un equilibrio che consenta a ognuno di loro di ritrovare serenità, il gusto delle piccole e grandi cose, come gli affetti, il piacere di un incontro, una stretta di mano, un abbandono al piacere di tutti i giorni.

Ma non ci sarà solo il problema di recuperare l’equilibrio della propria persona. Ci sarà invece il dramma della disoccupazione: ci saranno milioni di persone in cerca di un posto di lavoro che protegga se stesso e la propria famiglia. Un dramma che si sta già affacciando negli Stati Uniti dove di annuncia una disoccupazione di 20 o 30 milioni di persone che non potranno di certo essere salvati dalla carità della società americana.

E’ uno scenario drammatico, quasi impossibile da immaginare. Certo, l’Europa in questo momento non sembra condividere il dramma dei paesi nazionali. La prima riunione è stato un fallimento. Se ne dovrà riparlare nei prossimi giorni con la speranza di un accordo che aiuti i paesi più colpiti dalla pandemia. E’ quello che speriamo anche noi, che sperano milioni di italiani e di tutti gli stati europei. Se così non sarà, “faremo da soli” dice il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Ma sarà dura per tutti.

Giuseppe Careri