Renzi deve vedersela con i partiti “minori”. Berlusconi sorpreso per la crisi provocata dal Pd. L’incarico potrebbe slittare

Renzi deve vedersela con i partiti “minori”. Berlusconi sorpreso per la crisi provocata dal Pd. L’incarico potrebbe slittare

Berlusconi  fa il sorpreso per la crisi che, ovviamente, addossa tutta intera sul Pd. Il capo di Forza Italia  ribadisce la scelta dell’opposizione che annuncia, però, responsabile e che vorrà confrontarsi con i contenuti dei provvedimenti che saranno portati all’attenzione del Parlamento. Berlusconi ha ribadito l’adesione all’accordo  con Renzi in materia di legge elettorale, di riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione.

Una posizione scontata, almeno sul piano dell’ufficialità, per quanto riguarda quella di Forza Italia nei confronti del tentativo di Renzi. Meno, quella espressa da Angelino Alfano che è stato molto chiaro. La coalizione non si può spostare  a sinistra. Questo il paletto principale che Angelino Alfano mette alla formazione del Governo a guida di Matteo Renzi. In sostanza, dice il leader del Nuovo Centro destra, non si cambiano la linea e l’assetto dell’esecutivo anche se il Sindaco di Firenze ha voluto sostituire Enrico Letta di cui  Alfano era il principale alleato. Al punto di rompere con Silvio Berlusconi pur di consentire la sopravvivenza del Governo che il capo di Forza Italia voleva far cadere.

Renzi, in sostanza si deve guadagnare l’appoggio determinante del Nuovo Centro destra chiudendo verso il Sel o pezzi del Sel, smentendo le voci che lo volevano impegnato, invece, nella ricerca di spezzoni del partito di Vendola, magari portando al Governo l’attuale Presidente della Camera, Laura Boldrini.

La linea di Alfano, però, significa anche che Renzi deve fornire garanzie che non esiste un accordo sotterraneo tra lui e Berlusconi, attraverso Verdini. Quello cioè che denuncia Pippo Civati che chiede una netta smentita a quello che pubblicano i giornali di Berlusconi e di cui riferiamo più ampiamente nell’editoriale di RomaSettimanale.

civati

Civati, scherzando, ma solo fino ad un certo punto, minaccia persino che un gruppetto di dissidenti del Pd a lui legati potrebbero persino non votare per il suo Governo. Così, il portavoce del Pd, Lorenzo Guerini,  è dovuto intervenire con una dichiarazione in cui nega l’esistenza di contatti e trattative con Forza Italia sulla questione della formazione del Governo.

Un’altra grossa grana a Renzi viene dai Popolari per l’Italia e dall’Udc, il gruppo di centro che si è formato dopo la scissione da Monti. Sono gli unici a ringraziare sentitamente Letta per il lavoro svolto. Da loro è venuto un sentito invito a formare un Governo di intesa e di responsabilità che prosegua sulla linea di Letta. Cìé dunque una posizione di attesa che sarà sciolta solamente in sede di incontro  con il Presidente incaricato.

Forte da parte del capogruppo popolare Dellai la critica ai 20 anni di Berlusconi e la sottolineatura della necessità che si affrontino i gravi problemi portati al Paese dalla distruzione del tessuto sociale ed istituzionale.

La strada per Renzi si fa dunque in salita se non confermerà lo spirito di collaborazione creato nella primavera scorsa dal Governo Letta ai partiti di cui il segretario del Pd ha bisogno nonostante a lui la cosa non piaccia.

Intanto, al Quirinale prende consistenza la voce che i tempi dell’incarico potrebbero allungarsi e Renzi potrebbe essere chiamato al Quirinale lunedì 17 Febbraio.

Giancarlo Infante