“Il tenente dimenticato”. Romanzo di una storia vera tra il cuore dell’Abruzzo e la magia di Budapest
“Il tenente dimenticato”. Un esempio alto di quello che si potrebbe definire “romanzo storico”. Una tecnica letteraria difficilissima per condurre in porto, fino alla fine, una storia senza perdere la forza dell’aderenza ai fatti veri, ai personaggi reali, alle autentiche vicende che interessano uomini e donne e, allo stesso tempo, dover rinunciare all’originale ed intrigante bellezza del racconto puramente letterario, come se il tutto fosse il risultato più di un’invenzione, piuttosto che di un autentico vissuto.
Lo sfondo di tutto ciò si articola e si snoda a cavallo di due mondi completamente diversi l’uno dall’altro. Il cuore dell’Abruzzo, con tutta la forza diretta ed essenziale della natura, e la rarefatta e magica realtà urbana “mittleuropea” di Budapest.
Mario Cantoresi cammina con la fidanzata nel cimitero di Rakoskeresztur nella capitale ungherese. Si imbattono, improvvisamente, ed in modo davvero inatteso, in un nome familiare. Si soffermano sulla lapide di un soldato italiano. Leggono il cognome di un giovane militare di cui la nonna della ragazza si innamorò durante la prima guerra mondiale: Filippo Cavasinni.
Spontanea, nasce la voglia di scoprire e di conoscere. Mario Cantoresi, così, è letteralmente travolto dalla smania di investigare. Si getta in cinque anni di ricerche accurate per scoprire che quella tomba conserva i resti di un uomo della sua stessa città natale: Celano. La ragazza, Edìna, è la nipote dell’infermiera (Edìna anche lei) che si prese cura del soldato ferito Cavasinni, successivamente dato per disperso in guerra.
Con caparbietà e pazienza, passa da un archivio all’altro, civile o militare che siano. Riesce a ritrovare tutti i discendenti dei personaggi italiani e ungheresi che popolano le vicende che tanto lo coinvolgono in una ricerca spasmodica ed emotivamente spossante. Egli riesce a rintracciare anche la tomba della moglie del soldato, andata poi in sposa in seconde nozze ad un nobile, anche lui militare. Ritrova fratelli di cui non si conosceva l’esistenza. Rintraccia, infine, a Celano, persino la casa di Cavasinni. Ancora oggi é la stessa di quando il soldato la lasciò: intatta sulla piazza del paese. Le stanze arredate e rimaste come allora, prima che chi le abitava diventasse il “tenente dimenticato”.
Cantoresi, così, alla fine, sente che deve scrivere questa storia per togliere quel giovane ed il suo mondo dall’oblio totale al quale le vicende della vita sembravano averli condannati.
“Il tenente dimenticato” sarà presentato a Celano (Aq) il 21 dicembre 2013, ore 15,30 Auditorium “Enrico Fermi”. Tra gli opiti vi saranno: Tamás Török, Primo consigliere ambasciata d’Ungheria; Filippo Piccone, Sindaco di Celano; Arnaldo Colasanti scrittore e critico letterario; Lea Cavasinni, nipote del tenente Cavasinni; Giancarlo Cantelmi esperto e protagonista della storia di Celano; Agostino di Renzo esperto della storia di Celano e di Budapest; Attila Trasciatti traduttore del libro in lingua ungherese;
Mario Cantoresi, l’autore. E, infine, Rita Genovesi che con la sua casa editrice “Treditre Editori” ha scommesso sulla forza vibrante di questo romanzo. E’ anche grazie a lei se questo tenente non sarà più solamente un “dimenticato”
Condurrà l’incontro Domenico Ranieri, giornalista, responsabile della redazione di Avezzano e Sulmona del quotidiano il Centro
Durante l’incontro Alberto Santucci e Paola Munzi interpreteranno passi del libro mentre Giuseppe Morgante interpreterà pezzi di De André, De Gregori, Locasciulli ed altri riportati all’inizio di ogni capitolo quasi ad anticipare le emozioni del racconto.
Giancarlo Infante