Nel 2007 falsa cordata per l’acquisto di Alitalia: chiesti dal P.m. 4 anni di carcere per Antonio Baldassarre e Giancarlo Elìa Valori

Nel 2007 falsa cordata per l’acquisto di Alitalia: chiesti dal P.m. 4 anni di carcere per Antonio Baldassarre e Giancarlo Elìa Valori

Una vicenda ancora oscura e nebulosa. Per far credere di concorrere nel 2007 alla gara per l’acquisto di Alitalia sarebbe addirittura stata organizzata una “falsa cordata” di imprenditori e di imprese, sponsorizzata da personaggi di grosso calbro come Antonio Baldassarre, ex presidente della Corte Costituzionale e titolare di numerosi altri prestigiosi incarichi, e Giancarlo Elia Valori, già presidente di Autostrade e degli industriali del Lazio. Questo è quanto emerso dopo una serie di indagini alla Procura di Roma che ha chiesto la condanna dei due assieme ad altre persone di spicco del mondo dell’imprenditoria in un processo in corso per turbativa d’asta, finendo per alterare il valore delle azioni in borsa e sicuramente condizionare “le decisioni di investitori al punto che alla fine la trattativa con Air France-Klm non andò a buon fine”.

1baldassarre6 valoriLa richiesta di condanna a 4 anni di reclusione per Baldassarre e Valori, oltre al pagamento di 1 milione di euro ciascuno per “manipolazione di mercato”, è giunta al termine di una requisitoria del pm Francesca Loy durata oltre tre ore. L’accusa non ha dubbi. E’ stato Antonio Baldassarre “l’ideatore e il promotore di questa fantomatica cordata rassicurando l’advisor di Alitalia, contattando i singoli imprenditori, rilasciando dichiarazioni e comunicati ai giornalisti. Insomma, ha fornito un falso quadro informativo e ha agito in assoluta malafede”.

Da parte sua, per la Procura, Giancarlo Elìa Valori Elia Valori, invece, “è il manovratore occulto, colui che si muove dietro le quinte e non compare mai in prima persona. E’ lui che coinvolge Baldassarre e cerca in prima battuta gli imprenditori della cordata, mettendo loro a disposizione i locali di Sviluppo 1baldassarre10Mediterraneo (una finanziaria a lui “strettamente legata”) dando precise disposizioni al portavoce per i vari comunicati da diffondere e mettendo in allerta i suoi più stretti collaboratori Danio Dini e Claudio Prati”.

La cordata presentata tra l’agosto e il dicembre 2007, a detta del pm, era “un’armata brancaleone” messa assieme
con società decotte, inattive e addirittura inesistenti “forse perché non si voleva che la compagnia di bandiera italiana finisse in mani straniere o semplicemente perché si voleva condizionare e turbare quella vendita”.

La vicenda, ancor oggi densa di interrogativi mai sciolti sulla vera identità del “puparo”, ebbe improvvisamente inizio il 6 agosto 2007, ovvero quando Antonio Baldassarre comunicò ufficialmente al 1baldassarre2ministero dell’Economia di essere alla guida di un gruppo interessato all’acquisto di Alitaia. Per motivi mai chiariti, pur godendo di un passato di altissimo prestigio, Baldassarre si prestò a ricoprire un ruolo che certamente sapeva che poi lo avrebbe coperto di ridicolo, prestandosi per di più a contattare di persona singoli imprenditori fornendo loro false informazioni e agendo “in assoluta malafede”.

Per i manager Danilo Dini e Claudio Prati chieste invece condanne a 2 anni e mezzo di reclusione e multa di 100 mila euro ciascuno.

Riccardo Marini