La decadenza di Silvio: prima e dopo le 17,42 del 27 novembre 2013, l’ora che in ogni caso segna la storia d’ Italia degli ultimi 20 anni
Naturalmente Silvio Berlusconi divide anche nel giorno della caduta. Al tripudio degli avversari che arrivano a brindare per strada si oppone il dolore e soprattutto la rabbia dei tanti che non hanno mai smesso di credere nel Cavaliere. Nonostante quell’evidenza che non fa di lui certo uno stinco di santo e che ad altri avrebbe portato solo gogna e vergogna. Ma Berlusconi l’inossidabile, con l’aplomb del perfetto venditore, ha così sempre bene presentato al pubblico la sua merce che sebbene abbia dato ripetuti segnali di acclarata “bassa qualità” viene osannato e ringraziato come se avesse consegnato il Paradiso.
All’ultimo comizio prima della decadenza da senatore tenuto davanti alla residenza romana di Palazzo grazioli nella centralissima via del Plebiscito Berlusconi, con l’evidente morte nel cuore, arringa i tanti ma non molti presenti tra lo sventolio dei resuscitati vessilli di Forza Italia. Un inno alla resistenza uno sprono a credere nella rinascita con promesse di immediate rivalse, ma un’arringa comprensibilmente lontana dalla verve del Silvio dei tempi migliori che lascia trapelare l’amarezza nel profondo del cuore. Dal pubblico applausi e incitazioni a momenti pure da stadio. E al termine il bacio della fidanzata Francesca Pascale scesa in strada a conforto dell’uomo che rappresenta un del “sei” al SuperEnalotto.
E poi da lontano i commenti. Marina, la primogenita di Silvio, tuona arrabbiata: “La politica si pentirà di essersi arresa alla magistratura. Mio padre resta leader”. E di rimando la sorella Barbara: “Violenta operazione politica”, con Piersilvio che dice: “Il voto al Senato mi provoca amarezza e mi colpisce come figlio e come cittadino in quanto so come è mio padre”. Per l’ex delfino e ora leader del Nuovo Centrodestra, apostrofato, dalla folla di via del Plebiscito “Traditore, traditore” è una brutta giornata per il Parlamento e per l’Italia: “E’ stato estromesso dal Senato un uomo che milioni di italiani avevano votato”. Alfano e il suo gruppo, pur avndo detto no alla cacciata di Berlusconi, non hanno partecipato alla manifestazione per Silvio Berlusconi. Assenza che ha provocato l’ulteriore ira di falchi e pitonesse. Mentre Forza Italia nel frattempo chiede un incontro al Quirinale.
Sull’altro fronte, a dispetto dei brindisi sia dei passanti in strada che all’interno di Montecitorio e del Senato da parte di alcuni parlamentari grillini, niente festeggiamenti in casa PartIto Democratico. Il segretario pro tempore Epifani si lascia andare a un laconico e scontato commento: “Certo è stato rispettato lo stato di diritto e i toni di chi grida al golpe, minaccia sfracelli e usa termini irrispettosi conducono su una strada extra-istituzionale assai pericolosa”. Mentre gli aspiranti segretari, seppur da posizioni diversi, sono concordi che presto il Governo affronterà una fase nuova. Enrico Letta si dice d’accordo e conferma la propria disponibilità: “Il giorno dopo le primarie mi confronterò, e sono convinto sarà un confronto positivo, con il nuovo segretario del Pd”, ha assicurato. E Beppe Grillo su Twitter “cinguetta” minaccioso che “ora tocca agli altri”.
Riccardo Marini