Epifani: Berlusconi ha pronunciato una frase sgangherata. Non c’é alcun golpe. Il Pd fa la conta dei voti in vista delle primarie

Epifani: Berlusconi ha pronunciato una frase sgangherata. Non c’é alcun golpe. Il Pd fa la conta dei voti in vista delle primarie

Dopo il giorno del ritorno di rabbia di Berlusconi che grida al golpe e la presentazione ufficiale del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, è la volta del Pd ad occupare le prime pagine dei giornali e a mostrare i suoi problemi. Il Partito Democratico, infatti, si è riunito nella sua Convenzione per precisare i risultati delle votazioni interne, in vista delle primarie del prossimo 8 Dicembre.

Il Segretario Guglielmo Epifani ha avuto dure parole per i toni ed i contenuti della denuncia di Berlusconi che equipara le procedure per la sua decadenza ad un colpo di stato: “Una frase totalmente sgangherata. Mi stupisco che l’abbia potuta pronunciare”. Questo il giudizio del Segretario democratico che ha nuovamente ribadito il concetto che il suo partito voterà per la decadenza proprio per rispondere ad una legge dello Stato.

Dalle cifre ufficiali rese note  alla Convenzione c’è sta la conferma che Matteo Renzi si è collocato alla testa dei pretendenti alla Segreteria con il 45,34 per cento, seguito da Gianni Cuperlo con il 39,44, Pippo Civati con il 9,43 e Gianni Pittella con il 5,8. In totale si sono svolte  7200 riunioni di circolo in Italia e 89 all’estero, con la partecipazione del 55 per cento degli iscritti, cioé  296mila votanti.

Il Sindaco di Firenze, perciò, vince ma non nelle dimensioni che tutti si attendevano,  lui per primo. Certo, il Pd dovrà anche riflettere sul fatto che il 45 per  cento degli iscritti al partito non ha ritenuto opportuno andare ad esprimere il proprio voto. Forse si è riferito anche a questo dato Gugliemo Epifani, il Segretario “traghettatore” quando ha detto che chiunque sarà il nuovo uomo al comando dovrà avviare delle autentiche riforme interne.

Ora, in attesa del confronto più importante, quello dell’8 Dicembre, sono rimasti in lizza solo i primi tre. Che hanno approfittato della Convenzione per affilare le armi e definire la propria candidatura alla Segreteria. Tutti hanno ritenuto opportuno presentarsi come degli stimolatori del Governo di Enrico Letta.  Civati ha spiegato il senso dei suoi distinguo sul caso dalla Ministro Cancellieri. Cuperlo ha sostenuto che sono finiti gli alibi per l’esecutivo. Renzi ha ribadito il concetto che deve essere il Pd a dettare l’agenda del Governo.

bandiere pd

Evidentemente, tutti i candidati sanno, e sentono, che la base del Partito ha sofferto e soffre per questa strana coabitazione con berlusconiani ed ex berlusconiani, ma sempre aderenti al Centro destra. Un Governo che, inoltre, arriva dopo i 18 mesi di esperienza di quello di Mario Monti che proprio non ha rappresentato il massimo delle aspirazioni dei democratici. Sanno dunque che per conquistare la poltrona di Gugliemo Epifani, cosa per cui sembra nettamente favorito Matteo Renzi, debbono in qualche modo marcare una distanza almeno verbale dall’attuale Governo pur consapevoli del fatto che non ci sono alternative.

Enrico Letta  ha preferito non partecipare alla Convenzione, cui ha inviato un messaggio nel quale ha ribadito il concetto che dalla crisi si esce rimanendo uniti e chiarendo il senso del suo “distacco” istituzionali dalle vicende interne del Partito democratico, cui però non farà mancare il  voto in occasione delle prossime primarie.

Anche Letta ha fatto anche un riferimento alle ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi  sostenendo che le primarie dei democratici costituiscono “la risposta a chi grida e basta e fa leva sulle paure dei cittadini perché non ha altri argomenti se non quelli del populismo rabbioso”.

Alessandro Di Severo