Alfano prende le distanze da Berlusconi anche se si parlano tutti i giorni al telefono. “Non saremo in piazza per te!”
I due si parlano tutti i giorni al telefono. Sarebbe interessante sapere di che, visto che sono divisi su tutto. Il riferimento è a Silvio Berlusconi e ad Angelino Alfano. La perplessità nasce dal fatto che i due, in pubblico, sembrano impegnati a non far degenerare troppo le conseguenze della distanza scavata tra di loro dopo che l’ex pupillo ha preso una strada del tutto diversa, se non addirittura opposta, a quella del “patron” di un tempo.
Berlusconi, infatti, accusa di essere in procinto di subire gli effetti drammatici di un vero “golpe”. Poi, rimprovera il Presidente della Repubblica di non dargli autonomamente la grazia. C’è chi sostiene che egli dimenticchi come sia dal Luglio scorso che Napolitano ripete di essere in attesa di una richiesta in tal senso. Da lui sarebbe sempre stata valutata con disponibilità nel rispetto delle leggi e della prassi.
Così, ancora una volta, arriva la durissima precisazione dell’Ufficio Stampa del Quirinale in cui si ricorda come stanno veramente le cose e si invita Berlusconi ed i suoi a non andare oltre nella mancanza di rispetto delle istituzioni e ad attenersi al rispetto della legalità.
Il riferimento é alla convocazione dei fedelissimi di Berlusconi in piazza per il 27 Novembre: un raggruppamento organizzato in contemporanea al voto del Senato con cui si sancirà la sua decadenza. Berlusconi ha anche convocato per lunedì 25 Novembre i suoi gruppi parlamentari. Quelli che gli sono rimasti dopo la defezione di 30 senatori e 29 deputati organizzata da Alfano, Quagliariello, Cicchitto e Formigoni.
Tutti si attendono che la decisione sarà quella di ritirare la fiducia concessa al Governo di Enrico Letta. Ci si troverebbe di fronte alla ripetizione di quanto accaduto agli inizi di Ottobre, allorquando Berlusconi, con ancora tutte le truppe a disposizione, tolse e poi ridette repentinamente il sostegno all’esecutivo che pure tanto aveva voluto. In quelle ore, in effetti, si concretizzò davvero la frattura con i cosiddetti “secessionisti” o “governativi” di Alfano. Daniela Santanché preferisce chiamare più delicatamente “ traditori” questo gruppo che oggi sfocia nella nascita del Nuovo Centrodestra che tanta polvere da sparo ha sottratto alle già quasi scariche armi dell’ex Presidente del Consiglio.
Questa volta tutti sono convinti che Silvio Berlusconi faccia davvero sul serio dopo il ” cupio dissolvi” lanciato nelle ultime ore. Un monito, anche minaccioso. Anche verso quel Renzi che pure lui aveva vezzeggiato per un certo tempo. Sembra che abbia dei dossier su di lui. Il discorso di Berlusconi ai plaudenti giovani di Forza Italia a tratti è giunto ad assumere la forza di una emblematica espressione della lotta titanica contro tutti e contro tutti.
L’invettiva del “golpe” che si starebbe consumando a sue spese è sembrato raggiungere i livelli del pathos della richiesta shakespeariana di Riccardo III, prima di cadere nella sua ultima battaglia, che valeva un’intera vita: “Un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo!”. Si sa come andò a finire!
Angelino Alfano, dall’altro capo del telefono cosa risponderà in queste ore turbolente a Berlusconi? Non lo sappiamo e, forse, non lo sapremo mai. Quello che possiamo dire è che, però, Angelino Alfano sembra aver trovato il famoso “quid” che secondo Berlusconi gli sarebbe mancato, nonostante lo avesse voluto alla segreteria del Pdl, ed oggi viaggia da solo con la sua pattuglia. Pronto a lasciare al proprio destino il padre putativo di una volta. Forse oggi ancora di più, dopo la dura reprimenda di Giorgio Napolitano.
In occasione del lancio ufficiale del Nuovo Centrodestra, Alfano ha parlato di affetto verso Berlusconi. Ha ribadito il concetto che, per tutti coloro confluiti nel nuovo partito, quella che sta per subire Berlusconi resta un’ingiustizia. Ha ripetuto che il 27 tutti e 30 i senatori transfughi voteranno, comunque, contro la decadenza. Ha però precisato che, appunto, loro il 27 saranno nell’aula del Senato per esprimere il loro voto. Non nella piazza che si vuole agitare per reagire al “golpe”. Noi non ci saremo in quella piazza, dice Alfano, che aggiunge: “ Guardiamo al futuro e non siamo coinvolti”. E’ stato bravo a prendere le distanze prima che il Quirinale tuonasse!
Angelino Alfano, inoltre, dà per scontato che Forza Italia, quella Forza Italia in cui non è voluto rientrare, perché finita in mano agli “estremisti” che hanno “violentato l’equilibrio di Silvio Berlusconi”, voterà la sfiducia ad Enrico Letta e, pertanto, lui ed i suoi divideranno definitivamente le loro sorti da quelle di Silvio Berlusconi.
Alfano guarda già allo scenario che si aprirà dopo il 27 Novembre. I giochi saranno tutti impostati tra lui e Letta, da una parte, forti anche del sostegno di Giorgio Napolitano, e Matteo Renzi, dall’altra. Renzi è dato oramai per essere il futuro Segretario del Pd. Alfano gli ricorda che il Governo si regge grazie a lui e ai suoi e propone così quella che sembrerebbe una tregua: lavoriamo insieme su alcuni punti, legge elettorale e riduzione delle tasse, soprattutto. Poi, a fine 2014, si tireranno le somme.
Probabilmente, Alfano pensa di riuscire a trovare quel cavallo invocato da Riccardo III e a rovesciare le sorti di una battaglia che oggi vedrebbe sicuramente soccombente il Centro Destra, vecchio o nuovo che sia, troppo diviso ed troppo coinvolto in una brutta guerra fratricida.
Giancarlo Infante