L’Europa sostiene “politicamente” Obama. Ma resta contraria all’opzione militare. Aspettiamo gli ispettori Onu

L’Europa sostiene “politicamente” Obama. Ma resta contraria all’opzione militare. Aspettiamo gli ispettori Onu

Se ci sei batti un colpo. E l’Europa, finalmente, dopo un certo periodo di letargo, in quanto entità unitaria e coerente, si risvegli e dice unitariamente a Bashar al-Assad che l’ attacco con armi chimiche condotto a Damasco è una palese violazione del diritto internazionale. Un crimine contro l’umanità.

I ministri degli Esteri europei, tra cui Emma Bonino, sotto la guida della rappresentante della politica estera dell’Unione, Catherine Ashton, si sono riuniti in Lituania con il segretario di stato americano, John Kerry, al quale hanno espresso il convincimento che qualsiasi attacco militare punitivo non deve essere fatto fino a quando gli ispettori delle Nazioni Unite non avranno consegnato la loro relazione.

Dall’altro lato dell’Atlantico, intanto, Barack Obama è tornato sulla questione siriana nel corso del tradizionale messaggio radiofonico del sabato. E’ stato nuovamente netto: “Noi siamo gli Stati Uniti d’America. Non possiamo chiudere gli occhi davanti alle immagini come quelle che abbiamo visto in Siria”.

Il presidente è ora impegnato a convincere il Congresso nella decisione di punire la Siria: “Ogni nostra azione sarà limitata, sia nel tempo, sia nella portata. Si tratta di dissuadere il governo siriano dall’usare i gas di nuovo contro il suo stesso popolo e metterlo in condizione di ridurre la sua capacità di farlo”.
obama re abdullah
Attorno ad Obama si sono stretti Arabia Saudita, Turchia, Francia e Danimarca. Il problema non è ovviamente di natura militare perché gli Stati Uniti sono ampiamente in grado di fare una intervento contro la Siria.

Gli europei si sono tutti defilati, anche se adesso trovano una significativa convergenza sul sostegno “politico” all’azione del Presidente statunitense. Anche la Germania, che con l’Italia è stato il promo paese a dichiarare il totale disaccordo con l’idea di una soluzione militare della crisi, ha comunque firmato il documento di supporto agli Stati Uniti e di forte critica al governo di Damasco.

In qualche modo l’Europa vede uno spiraglio e s’infila tra Obama e Putin con la possibilità di svolgere una possibile azione di mediazione.

John Balcony