Il Governatore Roberto Cota: “Piemonte avanti per realizzare le grandi opere”. Ma Tav monca: nè Trieste nè Ucraina

Il Governatore Roberto Cota:  “Piemonte avanti per realizzare le grandi opere”. Ma Tav monca: nè Trieste nè Ucraina

Il Piemonte non intende cedere alle proteste intentate dai No Tav e procede sullo sviluppo dei collegamenti sia ferroviari, sia stradali. E’ il Governatore del Piemonte Roberto Cota a ribadirlo. “Le infrastrutture che si stanno realizzando in Piemonte, a cominciare dalla Tav, sono «importantissime» non solo per la Regione, ma per tutta l’Italia.” Cota non si riferiva solamente alla linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, ma anche alla Pedemontana Piemontese, al Terzo Valico dei Giovi, che collegherà Genova con Piemonte e Lombardia, ed ai collegamenti ferroviari Novara-Malpensa, Torino-Ceres e Asti-Cuneo.

«Grazie alla nostra azione – ha aggiunto Cota – si stanno realizzando infrastrutture importantissime, che costituiscono una vera opportunità di uscita dalla crisi e di sviluppo del nostro territorio. Queste infrastrutture insistono su un’area omogenea che comprende tutto il Nord: la grande sfida sarà ora quella di una gestione più integrata possibile dei trasporti, dal ferro alla gomma, alle autostrade e agli aeroporti. Questo non è solo un futuro auspicabile, ma l’unico possibile».

Tornando alla nostra Tav “sezione piemontese”, non va dimenticato che la Torino-Lione aaatav1costituisce soltanto una porzione del Progetto prioritario 5 (Lione – Trieste – Budapest – confine ucraino) della rete ferroviaria trans-europea, parte a sua volta delle reti di trasporto trans-europee TEN-T. Lsciati soli a se stessi, i 235 chilometri di nuova linea ferroviaria, che si affiancherebbero a quella già esistente, non risolverebbero in maniera significativa alcun problema. Si risolverebbe tutto soltanto nel dimezzamento dei tempi di percorrenza tra le due città, col vantaggio esclusivo della non certo gran folla di passeggeri interessati alla relazione. Un vantaggio ancor più esiguo per il cargo. Non risulta, infatti, che nè al momento nè per un futuro più o meno vicino, sia in programma la costruzione di convogli merci in grado di marciare a 300 km/h, come per i passeggeri.

Gli altissimi costi di costruzione sarebbero, invece, giustificati solo dalla realizzazione di quel “corridoio 5” previsto in origine, del cui completamento, però, non si sente parlare da tempo. Una volta realizzata aaatav8 kievla Torino-Lione a dispetto dei No Tav e di quanti si oppongono al proseguimento di un progetto divenuto giocoforza inutile nei fatti, tutto si tradurrebbe in una velocizzazione dei treni sino a Milano, o nel migliore dei casi, sino a Venezia. Poi il buio. Un buio reso ormai più certo dalla volontà manifestata apertamente dalla Governatrice del Friuli, Debora Serracchiani, di destinare i 10 miliardi di euro non alla linea ferroviaria da Venezia a Trieste, come a suo tempo deciso, bensì alla costruzione in quel tratto della terza corsia dell’Autostrada A4.

Un “de profundis” della Serracchiani, quindi, non solo per la porzione di Tav Venezia-Trieste, ma per per l’intero “corridoio 5” fino all’Ucraina. Che non vedrà mai la luce. O meglio, che la vedrà molto probabilmente, ma col by pass della pianura padana e quindi dell’Italia. Effetti devastanti di una contagiosa miopia che affligge in modo sempre più preoccupante buona parte dei governanti centrali e locali del nostro Paese, evidentemente privi di quella cultura necessaria a una visione internazionale delle soluzioni per lo sviluppo generale. Forse perché troppo distratti dai “piccoli interessucci di bottega”? Ma lor signori, ad esempio, della Liangjiang New Area, nel sud ovest della Cina, han mai sentito parlare? E dei treni cargo tedesco-cinesi che hanno già cominciato a trasportar merci via terra dall’estremo oriente al nord europa?

Enrico Barone