Editoriale – Roma “Vergogna”
La Roma invece di essere su tutti i giornali per la bella vittoria sul Verona è in prima pagina per lo scorno di avere dei tifosi che, oggi, sono la vergogna d’Italia. Purtroppo, la Roma non è l’unica squadra di calcio che si porta dietro un marciume simile, ma adesso è facile bersaglio di quanti stigmatizzano un fatto che non ha avuto conseguenze più gravi solo per un caso.
Una violenza gratuita ed incomprensibile quella esplosa nei pressi dell’Olimpico. Adesso addirittura portata in politica, chiamiamola così, dopo le dichiarazioni del sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi. Egli lamenta il fatto che se la cosa fosse successa alla rovescia, ora, Verona sarebbe sotto assedio e criticata da tutta l’Italia.
Bisogna riconoscere che ha ragione da vendere e che tutti i romani sono costretti a vergognarsi invece di far finta di niente . Non è possibile tacere di fronte a quei delinquenti che domenica 1 Settembre hanno semidistrutto il pullman dei giocatori del Verona a fine partita, mentre quelli se ne stavano tornando a casa mogi mogi.
Cosa sia scattato nella mente di questi delinquenti che si travestono da tifosi romanisti per scatenare le loro turbe più recondite non è dato saperlo. Hanno preso d’assalto dei poveri ragazzi, rei solo di aver fatto la loro partita e di averla perso 3 a 0.
La Roma ha vinto, ed anche bene. Non ha perso! Sarebbe stato inaccettabile in ogni caso la vergognosa aggressione che lancia sulla città un’onta inaccettabile. Se avesse perso, però, avremmo pure potuto provare a spiegarsela, forse, quella reazione. Mai ad accettare, ma spiegarsela, forse, si.
Quello che dispiace, inoltre, è che si è trattato pure di un attacco vigliacco e premeditato. Un agguato degno di una polverosa landa montana in guerra dell’Afghanistan. Non della città che è sinonimo di accoglienza, di cortesia, magari di ironia ma mai di violenza e di aggressività. Si saranno sentiti dei leoni a prendere a sassate un pullman sembra pure poco scortato da chi di dovere.
Ma pure questi poveri poliziotti, ce lo vogliamo dire, è possibile che debbano andare allo stadio come se avessero a che fare con dei talebani? Dobbiamo far scortare le squadre dai carri armati e da uomini in assetto di guerra, Ma ne vale la pena? Il calcio varrebbe tutto ciò?
Allora, bisogna che questa gente riceva una lezione, finalmente. Non ci si può più solo limitare ai provvedimenti di polizia che sembrano lasciare il tempo che trovano. Bisogna avere il coraggio di prendere decisioni radicali.
Come quelle che ebbe il coraggio di assumere la signora Thatcher quando, all’indomani dell’Heysel, e per il protrarsi delle scorrerie “hooligans” chiese, lei per prima, alla Uefa di interdire le squadre inglesi dalla partecipazione alle gare internazionali. Sei anni chiese e sei anni ottenne! Non fu fatto neppure un giorno di sconto. Alla fine però gli “hooligans” sono molti meno di allora.
Così la Roma, e lo si dice con la morte nel cuore, meriterebbe di non giocare per un bel pezzo. Almeno, non più nel suo stadio per tutta la durata del campionato. Che vada a Bolzano o ad Enna. Così vedremo se questi delinquenti la smetteranno.
Si dirà che vengono puniti tutti quegli innocenti tifosi che si guardano bene, e sono la stragrande maggioranza di loro, da compiere cose del genere. Sì, è vero. Può apparire una grandissima ingiustizia. Ma senza provvedimenti radicali il calcio non si raddrizzerà mai in questo Paese ed i delinquenti non la finiranno mai.
Se la volta dopo toccasse agli altri, juventini, fiorentini, veneziani, o quanto altri, probabilmente prima o poi se ne verrebbe a capo e questi mascalzoni verrebbero davvero isolati e costretti a non nuocere.
Una riflessione deve, in fondo, pur essere fatta in maniera radicale sulle tante malattie del calcio italiano che finiscono per contaminare tutti perché alla fine, da tifosi, si finisce solo per guardare le colpe altrui e mai le proprie. Si crea un clima di furbizia e faziosità diffuse che alimentano persino forme di piccole e grandi “illegalità” tollerate. Anche da parte delle le pubbliche autorità.
Un piccolo esempio, sempre romano. Quando ci sono le partite, attorno all’Olimpico viene, di fatto, sospeso il codice della strada. Succede solo a Roma? Non lo sappiamo ma la cosa cambierebbe di poco il ragionamento. I Sindaci prima di Marino, lui è appena arrivato e di questo non ha colpa, hanno mai avuto l’occasione di vedere che persino i vigili urbani diventano parcheggiatori abusivi lasciando mettere le vetture dei tifosi anche in terza fila? Sugli incroci, nei pressi dei semafori, in mezzo alla strada, sulla linea di spartitraffico. Provate a farlo a Parigi o a Wembley e vedete dove vi mandano. Provatevi a farlo l’indomani e vediamo quanto ci mettono a prelevarvi l’auto.
Insomma il mondo del calcio, che piace a tutti, deve capire che i mascalzoni nascono in un mondo in cui tra partite comprate, arbitri compiacenti ed incoerenti, violenza negli stadi e parcheggiatori abusivi con la divisa per favorire i tifosi si finisce per creare un clima in cui tutti pensano di potersi comportare impunemente come meglio gli gira per la testa.
Considerazioni esagerate. Forse, ma mai al livello di quelle che portano tutti i delinquenti a pensare di andare allo stadio fare quello che fanno e riuscire a farla franca.
La Direzione