A caccia di Vitamina D per essere più sani servono sole e luce ma in Italia non bastano

A caccia di Vitamina D per essere più sani  servono sole e luce ma in Italia non bastano

L’estate volge al termine e ci incamminiamo nel lungo inverno della carenza di vitamina D. La vitamina D in realtà non è nemmeno una vitamina nel senso stretto del termine. E’ un potentissimo ormone steroide prodotto dall’organismo quando la nostra pelle viene colpita da una quantità adeguata di luce solare (ultravioletta, ad una lunghezza d’onda di 290-315 nanometri) ed è poi attivata a livello del fegato e dei reni.

Oggi siamo sempre meno esposti alla luce solare, soprattutto in inverno. La nostra vita scorre quasi tutta in luoghi chiusi (case, uffici, negozi, automobili) e ogni qualvolta ci esponiamo al sole stiamo attentissimi a proteggerci con filtri solari sempre più selettivi, soprattutto per il diffuso timore che l’esposizione al sole sia pericolosa.

aaafioranelli21 dGli studi dimostrano che la carenza di vitamina D è collegata ad una maggiore incidenza di cancro (soprattutto seno, polmone, colon e prostata), attacchi cardiaci, ipertensione arteriosa, ictus, diabete, sclerosi multipla, malattie autoimmuni, depressione stagionale e altri disturbi mentali, morbo di Alzheimer, osteoporosi, dolori cronici muscolari e articolari, influenza e raffreddori, asma, stanchezza cronica.

La Vitamina D accelera la guarigione dei tessuti, e avendo un effetto antiproliferativo, riduce il rischio di degenerazione neoplastica, regola l’apoptosi e la differenziazione cellulare. Negli Stati Uniti si è visto che l’integrazione di 1000 unità internazionali al giorno di vitamina D riduce la mortalità per cancro nel 9 per cento delle donne e nel 7 per cento degli uomini.

aaafioranelli14 dLa vitamina D agisce sui tumori, interferendo nella costituzione dei vasi sanguigni che li alimentano. Le donne che hanno livello ematico di vitamina D più basso di 20 ng/ml possono avere un’incidenza di cancro al seno maggiore del 50 per cento; d’altro canto l’attuale fabbisogno medio (R.D.) di vitamina D è insufficiente per aumentare i livelli fino a 30 ng/ml, ritenuti oggi sufficentemente adeguati.

Per quanto riguarda l’apparato cardiovascolare, l’Healt Professoional Follow Up Study ha raccolto campioni di sangue di oltre 51.000 mila operatori sanitari di sesso maschile i quali nel 1986 avevano tra i 40 e 75 anni. Ciò ha evidenziato che chi aveva una carenza di vitamina D con livelli inferiori di 15 ng/ml hanno il doppio di possibilità in più di avere un attacco di cuore rispetto a chi raggiunge almeno 30 ng/ml.

aaafioranelli20 dLa carenza di vitamina D è oggi universale e colpisce la quasi totalità della popolazione, specie nei paesi al di sopra del 35° parallelo come l’Italia. Maggiore è la latitudine, infatti, meno efficaci sono i raggi ultravioletti nel produrre la vitamina. Alle nostre latitudini, da novembre a marzo, i raggi UV non sono in grado di produrre la vitamina. Una crema solare con fattore di protezione 8 abbatte fino al 92 per cento la produzione di vitamina D, un fattore di protezione 15 fino al 99 per cento. D’altro canto, le persone che passano molto tempo ad abbronzarsi producono piu’ melanina sulla pelle e quindi hanno una ridotta capacita’ di convertire la luce solare in vitamina D.

aaafioranelli22 dPerciò se non vivete ai Tropici e se non passate la maggior parte delle vostre giornate nudi sotto il sole è pressoché impossibile cha il vostro organismo produca abbastanza vitamina D per tutte le sue necessità e diventa quindi necessario assumerla come supplemento.

Nella nostra popolazione vi è un’epidemia di carenza di vitamina D; meno del 5 per cento raggiunge un livello nel sangue di 40-50 ng/ml oggi considerati ideali, mentre la maggior parte è collocata fra i 5 ed i 20 ng/ml. Ossia livelli già bassi anche per gli obsoleti range di normalità nei nostri laboratori che erano basati sul minimo di 20 ng/ml per scongiurare il rachitismo. Si è valutato inoltre che tra il 40 e il 100 per cento delle persone anziane sia carente di vitamina D. La vitamina D usualmente si assume per bocca, in gocce o flaconci da bere; per i casi piu’ impegnativi anche per via intramuscolre.

Prof. Massimo Fioranelli
Direttore Scientifico Centro Studi Scienze della Vita
Università Guglielmo Marconi – Roma

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