“Se cade il Governo, a settembre si pagherà l’Imu”. Lo ha detto il Premier Letta a Baku, in Azerbaijan

dove si è recato per discutere della costruzione del nuovo gasdotto Tap. E ancora Letta:” Agibilità Berlusconi? Pensiamo al Paese”, che subito dopo precisa: “Per riformare la tassa serve un Governo e un Parlamento. Se non ci fossero, l’Italia pagherà le rate di settembre e dicembre”, assicurando tuttavia il rispetto degli “impegni presi”.

Immediata, in Italia, la reazione del Pdl alle parole del Presidente del Consiglio sul Cavaliere. Partito, se così si può chiamare, che non fa mistero di tenere molto più alla sorte di un leader condannato in via definitiva che al destino del proprio Paese. “Se per il premier Letta l’agibilità politica per Silvio Berlusconi non è un problema del Paese vuol dire che non tiene nel conto di governare anche grazie agli oltre dieci milioni di voti ricevuti dal nostro leader alle scorse elezioni – ha infatti dichiarato il vice presidente dei senatori pidiellini Giuseppe Esposito. – La magistratura politicizzata e l’estromissione per via giudiziaria di un leader politico è un problema dell’Italia, faccia in fretta ad occuparsene”. Concetti e parole impronunciabili in alcuna altra parte del mondo.

Red