Renzi fa una “mezza” discesa in campo Candidato un pò a tutto: Pd e guida del Governo

Renzi fa una “mezza” discesa in campo  Candidato un pò a tutto: Pd e guida del Governo

Renzi “scende in campo”? Quasi. Nonostante il terreno minato in cui si deve muovere perché non può dimenticare di avere a che fare con il Governo di Enrico Letta, il Renzi che ha parlato in un contesto che stava a metà tra una festa parrocchiale ed una dell’Unità.

Il sindaco di Firenze è andato, infatti, alla Festa del Pd di Bosco Albergati, a Castelfranco Emilia, dove camminando sulle uova si è un po’ candidato a tutto ciò che è praticabile. Forse, visto la presenza di Letta a Palazzo Chigi, per prima cosa alla segreteria del partito.

Come interpretare, altrimenti quello che ha detto ai convenuti nonostante il caldo: “Io vorrei che il Pd di fronte alla crisi che stiamo vivendo ritrovasse il gusto di rinnovare, di sperimentare, ritrovasse l’entusiasmo e non si limitasse a dire ‘purtroppo’ a rimpiangere i tempi del passato e che corresse a raggiungere il futuro.

Il Pd che dovremmo costruire è un Pd che non vive di nemici e che non stia insieme perché di là c’è una minaccia? Sono venti anni che stiamo facendo tutto aspettando Berlusconi almeno il Congresso del Pd possiamo farlo senza di lui? Deve essere inventato un partito diverso dove appartenenza non si basa solo su iscrizione.
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La vecchia tessera non basta più. I sociologi parlano di società liquida, il nuovo partito non può basarsi soltanto su tessera o iscrizione e nemmeno solo una pagina facebook. Ci deve essere un meccanismo in cui i nuovi strumenti tecnologici aiutino a non perdere il gusto della stretta di mano, dell’abbraccio”.

In poche parole, Renzi chiede che il congresso del partito sia aperto, almeno al momento delle votazione, anche ai non iscritti. Vecchio tema, per lui ricorrente, anche se a suo tempo era rivolto alla questione delle primarie per la scelta del premier.

Ma il tempo ha finito per mutare gli scenari. Oggi a Palazzo Chigi non c’è né Berlusconi, né il professor Monti. A Renzi non sfugge il fatto che se egli si agita troppo, nel caso di una caduta di Enrico Letta, potrebbe finire che si vede addossata lui la responsabilità. Allora, l’unica possibilità, a meno che il Governo non cada per altri motivi, è quella di correre per la segreteria del partito.

Renzi prende le sue precauzioni: “Caro Letta vai avanti e fai le riforme per le quali sei stato votato. Ma se non sei in grado, non cercare alibi in chi sta fuori del parlamento. Noi siamo dalla tua parte”. Si tratta di vedere se Letta gli crederà!

Renzi precisa la sua posizione sulla vicenda Berlusconi: “Le sentenze si rispettano e la legge è uguale per tutti. Il Pd deve salvare l’Italia”. Torna a polemizzare, però, con Bersani rimproverandogli, di fatto, di aver finito di parlare di Berlusconi invece che dei problemi veri dell’Italia dopo aver vinto le primarie, durante la campagna elettorale,
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Renzi, così, si vuole presentare come l’unica vera novità spendibile per il Pd e per il Paese. Grillo, ha chiarito in questo senso il sindaco di Firenze, è una delusione “pazzesca”. E’ lui, ha detto Renzi, il vero artefice e sostenitore del Governo delle larghe intese.

G.I.