Pdl scatenato contro Epifani che chiede a Berlusconi un “passo indietro”
Le parole del segretario del Pd, Guglielmo Epifani, non sono suonate per niente gradite alle orecchie degli uomini del Pdl. Epifani pensa che sarebbe meglio se Berlusconi facesse “un passo indietro” perché la sua sentenza di condanna deve essere applicata, come se si trattasse di chiunque altro.
La risposta dei seguaci del partito di Berlusconi non si sono fatte attendere. Ovviamente, coprono un’ampia gamma tonalità e si articolano attraverso molte sfumature. Tralasciamo tutte quelle dichiarazioni che più che essere definite tali andrebbero annoverate nella categoria degli insulti. La sostanza, in ogni caso, è una sola: su questa linea si mette a rischio l’intesa di Governo.
Emblematico “Il Giornale” sulla cui versione on line campeggia il seguente titolo, con sottotitoli annessi: Larghe intese a rischio. Epifani attacca a testa bassa: “Niente sconti a Berlusconi”. Il Pdl: “Cerca la crisi di governo”. Letta ha le ore contate?
Questo titolo e le dichiarazioni dei seguaci sintetizza il pensiero che si respira a Palazzo Grazioli? Eppure, lo stesso Silvio Berlusconi aveva confermato domenica 3 Agosto, sul palco allestito sotto la propria residenza romana, che la sua vicenda giudiziaria non avrebbe inciso sugli equilibri di un Governo fortemente voluto anche da lui e necessario per portare avanti le misure economiche “richieste e concordate” pure con il Pdl.
Schifani, Brunetta, Santanché, Cicchitto, e tutti gli altri dei suoi, che ipotizzano la crisi del Governo Letta, cosa si aspettavano in ogni caso? Che il Pd li sostenesse lungo la tesi della ingiusta condanna? Credo che nessuno possa sostenere che il Pd, pur accettando di formare un Governo di “necessità” con il Pdl, abbia mai lasciato intendere la disponibilità a far finta che la eventuale, quasi certa condanna di Berlusconi, l’avrebbe intenerito più di tanto. Anzi, non vedevano l’ora che arrivasse!
C’è da dire, invece, che la vera preoccupazione serpeggiante nei giorni scorsi, tra gli osservatori e quelli che potremmo chiamare i “moderati” del Pd, era appesa proprio al quesito se la conferma della condanna da parte della Cassazione non avrebbe finito per far scatenare chi non vedeva l’ora di rompere questa sofferta e forzata “Entente cordiale”, che, però, è cordiale solo di facciata, con il partito di Berlusconi.
Non è la prima volta che Silvio Berlusconi ridimensiona la portata polemica delle dichiarazioni dei suoi. In ogni caso, i giochi veri cominciano con la convocazione della Giunta per le elezioni del Senato dove si comincerà consumare, a partire dalla serata del 7Agosto, la parte “politica” della vicenda aperta dalla definitiva condanna di Silvio Berlusconi.
Giancarlo Infante