Regione Lazio Marco Vincenzi, capogruppo Pd: “Nuovi comportamenti della politica, forte dialogo con Roma Capitale e così su trasporti e turismo nonostante i debiti possiamo operare davvero bene”.
“La Regione Lazio si può spiegare con poche cifre. Non c’è bisogno di girarci attorno: un budget di circa 12 miliardi, “zavorrato” da un debito di circa 10 miliardi di euro, molti dei quali per il servizio sanitario che da solo, ogni anno, ha prodotto un disavanzo di 600 milioni di euro. Quest’anno di 500 milioni”.
Questo succinto, ma efficace resoconto potrebbe portare a concludere subito l’incontro di RomaSettimanale.it con Marco Vincenzi, il capogruppo del Partito Democratico alla Regione Lazio. Però incuriosisce approfondire perché quello che incontriamo sembra subito un politico pratico. Con un impianto affatto ideologizzato alle spalle, anche se non sembra per niente disposto a rinnegare il passato che affonda fino alla fine della Prima Repubblica.
Dal 1999 al 2008 è stato sindaco di Tivoli. Poi, assessore in Provincia. Ha vissuto, tutta intera, la trionfale esperienza Zingaretti che ha portato il Pd ed i suoi portabandiere a stravincere alle regionali del febbraio scorso. Se in tutta l’Italia il Partito Democratico avesse mantenuto le posizioni romane e laziali, adesso, Bersani sarebbe a Palazzo Chigi ed avrebbe il controllo di entrambe le Camere del Parlamento.
Così, l’intervista con Vincenzi spazia tra problemi regionali e questioni più generali, cercando di capire come la pensi davvero un Pd stretto tra il “dovere” di sostenere la governabilità del Paese e la voglia di liberarsi dell’abbraccio con il Pdl che, oramai, sta durando da troppo tempo, dice buona parte della base, se si considera anche l’esperienza Monti.
Venendo da un’esperienza di politica “concreta” come si vive quella di dirigere un gruppo consiliare in una Regione inguaiata come il Lazio che richiede molto senso pratico?
“Sicuramente con la concretezza. Dobbiamo rendere più snelli i procedimenti legislativi. Non è possibile che, per raggiungere qualunque decisione, ci vogliano mesi e mesi. In questo senso, la qualità del rapporto politico da tenere con l’opposizione è importante. Le cifre con cui dobbiamo confrontarci le ho già date. Lo so che ora mi chiede di chi è la responsabilità …”
Mi ha letto nel pensiero? Anzi nel pensiero di tutti gli abitanti del Lazio …
“E’ l’eredità di una vita intera. Sarebbe disonesto dire che possa essere identificata con una responsabilità unica. Certo, ci sono state delle punte, diciamo, estreme. Il prodotto finale è questo! Ci sono state delle deviazioni. Anche gravi. La politica si è trasformata in un carrozzone clientelare. E il Centro destra ha finito per acuire questo fenomeno. Ma il periodo da prendere il considerazione è lungo. Troppo lungo. Arriva fino a dentro la Prima Repubblica. Dobbiamo riconoscere che c’è una responsabilità diffusa ed, in buona parte, condivisa. Certo in alcuni settori, ad esempio, il trasporto pubblico, le distorsioni si sono acuite a partire del periodo Storace. Poi, dopo, anche con la Polverini”.
Secondo lei, il Pd ha capito che, avendo sostenuto per anni che offriva una capacità di gestione politica alternativa, deve dimostrare con i fatti l’esistenza di una diversità di cui a volte non ci si accorge?
“Certo che ha capito che non si può andare avanti con certi comportamenti della politica e delle istituzioni e che i conti devono, alla fine, tornare comunque. Anche la crisi economica e la reazione della gente hanno contribuito a questa assunzione di responsabilità che noi cerchiamo di mettere in pratica, per la nostra parte possibile, qui alla Regione Lazio. Il Pd, sotto questo profilo, è indubbiamente maturato. Direi, almeno, sufficientemente … maturato anche perché non c’è alternativa …”.
Su tutto è maturato? E quell’autentico ”suicidio” sul caso Prodi al Quirinale….
“Diciamo che ci sono delle aree su cui siamo maturati ed altre su cui stiamo maturando …”.
Uno dei problemi del Lazio, e della Regione Lazio, è sicuramente costituito dalla presenza incombente di Roma nei confronti del resto del territorio regionale. Basta vedere, ad esempio, ma non è l’unico caso, il turismo: oltre il 90 per cento dei turisti vengono a Roma e basta!
“Si deve creare un’osmosi positiva tra il sistema turistico romano e quello del resto del territorio, provinciale e regionale. Siamo di fronte ad un interesse reciproco a fare sistema. E questo vale per molti altri settori produttivi e economici. Nonostante le difficoltà finanziarie evidenziate all’inizio, dobbiamo programmare gli interventi avendo sempre chiaro il quadro complessivo e in un’ottica di area vasta. Noi opereremo con finanziamenti tra i 500 milioni ed il miliardo di euro su cinque linee strategiche: innovazione tecnologica; nuovi investimenti; lavoro; formazione; coesione sociale. Abbiamo, e ci stiamo attrezzando in tal senso, intenzione di intercettare al massimo possibile i finanziamenti previsti dai bandi europei. Noi usciamo dalla situazione in cui siamo se facciamo fare a tutta la politica un’inversione di rotta, in modo che si percepisca davvero che la politica non è un costo, ma un servizio …”.
“E’ presto detto. Abbiamo tagliato consiglieri ed assessori. Direzioni. Società: numero e componenti dei consigli di amministrazione delle società. Per chi è restato, abbiamo tagliato stipendi, compensi e spese. Direi che la battaglia più importante è quella della mentalità andata consolidandosi nel corso dei passati decenni. Ad esempio, prendiamo la sanità. La gestione non può che partire da un nuovo modo di selezionare le dirigenze. Oggi abbiamo 600 professionisti che si sono candidati. 50 di loro saranno selezionati con criteri oggettivi. Di questi, 20 verranno scelti. La politica fa un passo indietro intelligente. Non viene meno al suo dovere di scegliere, ma lo fa scegliendo tra il meglio disponibile ed emerso in maniera professionalmente incontrovertibile”.
Da questi prescelti cosa vi attendete?
“Che seguano delle regole di contratto molto precise e molto semplici. Riassumibili in poche parole: pareggio di bilancio, perché più nessuno ci ripagherà a piè di lista, come nel passato; risultati qualificanti che rispondano a standard precisi. Nel campo sanitario non è più possibile confondere le acque. Il costo di un ricovero per una certa prestazione è quello che é. La siringa costa quello che costa! Non sarà più possibile lasciare tutto alla libera interpretazione. Regole certe, in un quadro di riferimento certo! Voglio precisare, però, una cosa per me fondamentale: il pareggio di bilancio non può essere ottenuto con il taglio dei servizi. Lo raggiungi se fai andare di pari passo l’eccellenza qualitativa con quella quantitativa. Tante volte l’eccellenza si porta dietro il risparmio, la coerenza del costo con la prestazione effettivamente offerta. La dove c’è lo spreco, vai a guardare e trovi, all’opposto, la mancanza di qualità. Dove manca la qualità scopri che fa capolino la cattiva politica”.
Oltre alla sanità, uno dei grandi problemi è quello dei trasporti. Voi avete a che fare con Roma Capitale …
“Dobbiamo operare, non in contrasto, ma in sinergia con Roma Capitale. Noi della Regione intanto vogliamo riportare tutto il sistema dei trasporti ad un’unica società per evitare gli sprechi. Con Roma si può pensare, almeno come prospettiva, ad una Agenzia unica per la mobilità. Lo possiamo indicare come un punto d’arrivo di una riflessione nuova che dobbiamo avviare”.
Stessi problemi anche per il turismo …
“Dobbiamo riconoscere che c’è la necessità di mettere a sistema tutto ciò che ruota attorno al patrimonio ed alle risorse artistiche culturali e del turismo dell’intera Regione Lazio. Dobbiamo coinvolgere le aziende turistiche, ma anche le tante attività imprenditoriali, e richiedere una più marcata attenzione alle amministrazioni locali. Una legge di riordino del settore turismo mi pare assolutamente necessaria. Anche qui dobbiamo essere capaci di intercettare i finanziamenti comunitari, in modo da incrementare le risorse politiche attive”.
Il suo partito quanto è pronto a ragionare in termini di collaborazione pubblico- privato. A Bologna il Pd si è praticamente spaccato sulla questione del referendum sulla collaborazione con le realtà private nel campo della prima educazione …
“Dobbiamo operare perché l’intera società evolva. Non si fa molta strada se non è l’intero tessuto sociale a cambiare marcia. Ora, nel campo dell’educazione, la questione può richiedere una riflessione più lunga. E’ certo, però, che l’apertura alla collaborazione con il privato deve essere tenuta ben presente sullo scenario delle possibilità. Nel campo del turismo, ad esempio, per la vocazione diffusa nel territorio laziale, il problema è già maturo. Io, poi, vengo dall’esperienza che ho vissuto personalmente da Sindaco di Tivoli. Ho privatizzato le Terme Acque Albue. Era diventata una struttura fatiscente. Perdeva due miliardi di vecchie lire l’anno con un degrado spaventoso. Oggi c’è una società privata, che ha solo il 40 per cento, ma con la responsabilità gestionale. Ebbene, nell’arco di 10 anni, ha portato costantemente utili per 500.000 euro. Ha fatto investimenti per 30 miliardi di euro e decuplicato il fatturato …”.
Presidente Vincenzi, non possiamo non terminare questa intervista con una spassionata domanda, cui deve giungere una spassionata risposta, sulla situazione nazionale. Questa “intesa” con il Pdl, Lei, come la vede?
“Gli ultimissimi segnali non lasciano proprio presagire una ferma volontà di giungere ad una collaborazione vera”.
Ma lei pensa che, se Berlusconi sarà definitivamente condannato il prossimo 30 Luglio, il Pd lascerà il Governo?
“Secondo me no! Noi distinguiamo le vicende. Un conto è la vita di governo, che riguarda il Paese intero e un altro è la questione giudiziaria di Berlusconi che, tra l’altro, non riveste alcuna carica nell’Esecutivo!”.
Intervista di Giancarlo Infante