Drone Usa atterra su portaerei Cambiano gli scenari strategici mondiali

Drone Usa atterra su portaerei  Cambiano gli scenari strategici mondiali

La Marina degli Stati Uniti é riuscita a fare atterrare un drone, l’ X-47B, delle dimensioni di un jet da combattimento, a bordo di una portaerei. Si tratta del primo tentativo del genere che segna la possibilità Usa di sviluppare un modello tutto particolare di aereo senza pilota, in grado di assicurare una continua sorveglianza tutto attorno il mondo con in più una capacità di attacco.

Il successo del tentativo, inoltre, consente agli Stati Uniti di lanciare velivoli senza pilota in maniera del tutto autonoma, senza la necessità di chiedere ed ottenere il permesso da parte di altri paesi per poterne utilizzare le basi. C’é dunque chi parla già di uno storico cambiamento degli scenari strategici mondiali.

L’aereo sperimentale X-47B é decollato dalla base aeronautica navale di Patuxent River nel Maryland per raggiungere la portaerei George HW Bush, al largo della costa della Virginia. Il drone ha utilizzato le stesse tecniche di appontaggio comunemente seguite dai normali aerei da combattimento.
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L’X-47B sembra che non potrà mai essere messo in uso operativo, ma aiuterà i funzionari della marina a sviluppare futuri droni imbarcati a bordo di portaerei. La decisione di estendere le capacità dei droni e di renderne autonoma la loro utilizzazione da parte Usa, senza interferenze esterne, si inserisce nelle recenti polemiche nate a seguito delle crescenti critiche per l’utilizzo dei droni dei tipi Predator e Reaper per raccogliere informazioni ed effettuare attacchi con missili contro sospetti terroristi o gruppi di armati in Iraq, Afghanistan, Pakistan e Yemen.

I critici ricordano come molto spesso l’uso di questi velivoli telecomandati finisce per causare inutili morti tra i civili anche a causa di una supervisione inadeguata. Gli analisti della difesa ritengono, invece, che i droni costituiscano il futuro in campo della tecnologia militare e della guerra.

John De Giorgi