L’Iran cambia strada: il “Bazar di Teheran” a favore dei moderati
Al primo turno vince il moderato religioso Hassan Rouhani. L’Iran potrebbe cambiare pagina. Da tempo si sapeva che il “Bazar di Teheran”, vero cuore pulsante dell’economia iraniana, voleva un cambiamento politica perché sempre più insoddisfatto della difficile situazione in cui gli ayatollah hanno condotto il Paese. Nessuno immaginava, però, che il risultato elettorale sarebbe stato così clamoroso assegnando a Rouhani il mandato addirittura al primo turno. Gli altri candidati sono rimasti distanziati in una maniera del tutto inattesa rendendo il suo successo ancora più forte e significativo.In pratica, il Paese ha detto che è stufo di una politica estremistica ed isolazionista.
L’era di Mahmoud Ahmadinejad è finita, ma anche il peso del Leader supremo del paese, l’ayatollah Ali Khamenei esce dalle urne fortemente ridimensionato ed incassando una pesante sconfitta visto che i candidati da lui appoggiati si sono dovuti accontentare di percentuali del tutto ininfluenti.
Rouhani è stato molto prudente nel gestire il risultato elettorale fino a quando il ministro degli interni Moustafa Mohammad-Najjar, ha annunciato alla televisione di stato che il 72% dei 50 milioni di iraniani aventi diritto aveva votato, e che Rohani aveva vinto senza bisogno di andare al ballottaggio.
Sul nuovo eletto sono ora riversate le attese di mezzo mondo. Rouhani, è un sessantaquattrenne con figli, parla sei lingue, si è laureato prima in Iran e poi negli anni ’70 ha studiato legge al Politecnico di Glasgow, ora Caledonian University. Nella stessa università scozzese è tornato venti anni dopo per conseguire un dottorato di ricerca. E’ stato uno dei negoziatori iraniani sul nucleare e si è impegnato a trovare una via d’uscita alla situazione di stallo sul programma nucleare iraniano, causa delle sanzioni internazionali che stanno schiacciando l’economia dei persiani.
Alla notizia dell’annuncio della sua vittoria migliaia di sostenitori festanti si sono riversate in strada in tutte le parti dell’Iran per festeggiare. “Ahmadi Bye Bye”, cantava un grande gruppo nel centro di Teheran riferendosi alla sconfitta del capo del governo uscente Ahmadinejad. Tutta la capitale è stata un gran risuonare di clacson. La moneta iraniana, il rial, ha subito avuto un balzo recuperando rispetto al dollaro il 6 per cento.
Finalmente, Rouhani ha potuto rilasciare una dichiarazione in televisione dicendo che “una nuova stagione di solidarietà” può avere inizio a seguito di un risultato che ha portato “la razionalità e la moderazione”, così come “la pace, la stabilità e la speranza”.
I commenti internazionali sono stati tutti positivi ed intonati alla speranza che sia, adesso, possibile modificare la politica iraniana e, quindi, superare i gravi motivi di contrasto che più volte hanno portato le relazioni di Teheran con il mondo occidentale e gran parte del resto di quello arabo in una situazione di crisi prossima anche al conflitto armato.
“I falchi rimangono in controllo di aspetti chiave del sistema politico iraniano- ha detto Trita Parsi del Consiglio nazionale iraniano americano- ma centristi e riformisti hanno dimostrato che possono ancora prevalere grazie al sostegno assicurato loro dalla popolazione.
L’affluenza alle urne per il voto di Venerdì scorso è stata così alta che i seggi sono rimasti aperti per cinque ore più del previsto.
John De Giorgi