Continua il clima del derby: per la stagione degli “sfottò” funerale della Roma a Ponte Milvio
il campionato è finito ma, come sempre, gli sfottò tra tifosi biancocelesti e giallorossi prosegue imperterrito. Questa volta, e non poteva essere altrimenti, a farne le spese, come era logico, i tifosi della Roma. Un finto funerale con tanto di bara, naturalmente dipinta di giallo e rosso, secondo le migliori tradizioni, tenendo fede al detto che in derby non si esaurisce in novanta minuti, ma dura anche oltre. C’era persino un prete, altrettanto falso, e 3 mila partecipanti, di provata fede laziale, che di triste e lacrimoso non avevano proprio niente.
Anzi, sghignazzavano e scandivano slogan contro la «defunta» Roma. Perché a che serve vincere la Coppa Italia in un derby storico – devono essersi chiesti – come quello dello scorso 26 maggio, se poi non si può andare avanti per settimane a “seppellire” (è il caso di dirlo) i rivali sotto cumuli di sberleffi e goliardate?
Gli irriducibili tifosi biancocelesti si sono dati appuntamento nella storica zona di Tor di Quinto, la roccaforte dei supporter della Lazio. In tremila hanno pacificamente invaso la piazza fino a viale di Tor di Quinto, bloccando il traffico nella zona intorno Ponte Milvio e costringendo a deviare varie corse di bus. La situazione è tornata alla normalità solo nel tardo pomeriggio: via i ceri listati a lutto, fiori, croci e bandiere. Fino al prossimo festeggiamento.
Enrico Barone