Lo ha deciso La Corte Suprema: più potere alla Polizia Usa per i gravi reati il Dna degli accusati al momento dell’arresto

Lo ha deciso La Corte Suprema:  più potere alla Polizia Usa per i gravi reati  il Dna degli accusati al momento dell’arresto

Storica svolta in Usa patria della “privacy”. La polizia americana potrà prelevare campioni di Dna al momento dell’arresto delle persone accusate di reati gravi. Si aprono, così, le porte di una più capillare raccolta di DNA da parte delle forze dell’ordine. Lo ha stabilito la Corte Suprema degli Stati Uniti decidendo a stretta maggioranza, 5 a 4, che é legittima la raccolta del DNA degli arrestati, così come si fa per le fotografie e le impronte digitali ed ha respinto la tesi che la pratica costituisca una violazione dei diritti degli arrestati.

“L’identificazione del DNA rappresenta un passo importante nelle tecniche utilizzate dalle forze dell’ordine”, ha scritto per la tesi della maggioranza dei giudici federali, Anthony M. Kennedy. La decisione riporterà in carcere Alonzo Jay King Jr. accusato di uno stupro, nel 2003 a Salisbury sulla costa del Maryland. Egli è stato collegato al crimine dopo il prelievo di un campione di DNA effettuato a seguito del suo arresto per una successiva aggressione del 2009.

poliziausa6 Gli-errori-della-giustizia-americana_h_partbLa discussione dinanzi alla Corte Usa ha riguardato, in particolare il Quarto Emendamento della Carta Costituzionale in riferimento ai diritti delle popolo ad essere sicuri nelle loro persone contro perquisizioni e sequestri ingiustificati. La cosa ha diviso i giudici in una maniera considerata insolita da molti commentatori.

Contro hanno votato le tre componenti considerati più liberali, Ruth Bader Ginsburg, Sonia Sotomayor e Elena Kagan ed il più conservatore, Antonin Scalia, che ha dato voce al suo rammarico per la decisione leggendo un riassunto del suo intervento. “La corte – ha detto Scalia- ha messo da parte una regola di base della nostra legge : che il governo non può cercare a casaccio prove tra i suoi cittadini per l’evidenza di un reato a meno che non ci sia un motivo ragionevole per credere che tale prova sarà trovata”.

poliziausa1000 comm_kennedyIl relatore di maggioranza, Anthony M. Kennedy, ha sostenuto invece, che la decisione è stata presa sulla base del fatto che il DNA potrà essere raccolto solo dai sospettati di reati “gravi”. Egli ha detto che la polizia ha un legittimo interesse a identificare la persona presa in custodia e che i campioni di DNA potrebbero fare in modo che un pericoloso criminale non venga rilasciato su cauzione. “In confronto a questo interesse generale – ha concluso il giudice Kennedy – l’applicazione di un tampone su di una guancia per ottenere un campione di DNA è minima.

John De Giorgi