Caso Litvinenko a Londra: il Governo oppone il segreto. Giudice imbufalito
Rischia di finire nel nulla l’inchiesta britannica sulla morte del dissidente russo Alexander Litvinenko. L’ex agente russo, fuggito in Gran Bretagna, morto nel 2006 per avvelenamento causato da polonio-210 che, secondo molti, gli sarebbe stato propinato da alcuni agenti di Mosca.
Questo pomeriggio, infatti, il magistrato inquirente, sir Robert Owen, ha dovuto accogliere con grande riluttanza la richiesta del responsabile del “ Foreign Office”, il Ministero degli Esteri britannico, il conservatore William Hague di porre il segreto di Stato su una serie di documenti che, pertanto, non potranno essere utilizzati in un dibattimento pubblico.
I limiti governativi sono stati apposti proprio su quella parte di carte che dovrebbero far capire se le autorità russe sono da considerarsi responsabili della morte di Litvinenko e , cosa che più interessa ai britannici, se quelle londinesi avessero potuto fare qualcosa a suo tempo per impedire l’omicidio.
Molto a malincuore, il magistrato è stato forzato e prendere atto della cosa. Non ha mancato, però, di far trasparire tutta la sua irritazione affermando che “ la causa destinata ad aprirsi il prossimo 2 Ottobre finirà per essere incompleta, fuorviante ed ingiusta”.
Il magistrato è andato persino oltre invitando, in maniera del tutto inusuale, il Governo Cameron ad organizzare una “ inchiesta pubblica segreta” per accertare i responsabili della morte di Litvinenko. Secondo Owen, in quella sede, al riparo di quelle che ha definito “porte chiuse”, potrebbero essere comunque esaminati tutti i documenti segreti per fare piena luce sulla vicenda.
La vedova dell’esule russo, Marina, e gli avvocati di altre parti civili, inclusi i rappresentanti di alcuni giornali, avevano invano proposto appello alla decisione del Ministro. Hauge si è limitato a far sapere che il segreto è stato chiesto perché si tratta di proteggere” la sicurezza nazionale e le relazioni internazionali del Regno Unito”.
Ben Emmerson, il legale di Marina Litvinenko, ha denunciato con forza la decisione e, senza mezzi termini, ha parlato di sacrificio della verità per non disturbare gli scambi commerciali con la Russia. “Il governo – ha detto sarcasticamente – si è messo a ballare la tarantella (in italiano, ndr) russa”.
Giancarlo Infante