Un “set” eccezionale in Indonesia: Il Parco Nazionale Marino di Bunaken

Un “set” eccezionale in Indonesia:  Il Parco Nazionale Marino di Bunaken

Il grande passo avanti nella conservazione delle barriere coralline e della biodiversità marina è cominciato negli anni ‘80 con la creazione dei parchi marini protetti. Oltre un quarto delle barriere coralline si trovano in parchi e riserve ma solo il 6 per cento di queste aree marine sono adeguatamente protette. Soprattutto in zone popolose come i Caraibi, il Sud-Est Asiatico, l’Africa Orientale e il Medio Oriente, sarebbe vitale istituirne di nuove per preservarle dall’inesorabile declino e dedicarle alle future generazioni.

Quello che distrugge la barriera è la pressione di più di 275 milioni di persone che vivono a una distanza inferiore ai 30 chilometri dalle coste e che hanno l’abitudine di pescare intensivamente, smaltire i rifiuti in mare, gettare l’ancora di piombo delle barche sui coralli fragilissimi. Alle abitudini quotidiane si aggiungono i recenti fenomeni climatici di innalzamento delle temperature che provocano la morte delle alghe ospiti nelle strutture di corallo e l’acidificazione del mare dovuta alle precipitazioni di pioggia acida che raccoglie particelle dalle zone sempre più inquinate del pianeta.

Questo cocktail di comportamenti, letale per la barriera corallina, è la nostra vita moderna. La barriera è una delle vittime involontarie delle nostre abitudini inconsapevoli. Raramente, infatti, ci domandiamo se quello che consumiamo è un lusso amati01che ci possiamo permettere senza danneggiare l’anello della catena più remoto che ha come effetto indesiderato di rispedire al mittente quello che subisce. Niente sul Pianeta è veramente così lontano da poter nascondere e smaltire il nostro inquinamento. Un accendino di plastica galleggerà per anni sulle onde portato dalle correnti marine, insieme a una scarpa, a una lattina, a una dose di medicine, a decine di buste di plastica che abbiamo usato per comprare solo una singola confezione che sarebbe entrata magari nella nostra borsa.

Poi arriva il giorno che programmiamo una vacanza e la foto della nostra meta ci mostra una distesa di sabbia vergine che limita uno specchio di acqua cristallina. Solo una volta giunti a destinazione, ci rendiamo conto che su quella spiaggia, mischiate alle conchiglie, ci sono decine di rifiuti abbandonati da sconosciuti che hanno viaggiato per anni e arrugginiti sono finiti arenati in un contesto, per un oggetto di plastica, assolutamente fuori luogo. Niente è più veramente così vergine, neanche sott’acqua, dove filamenti di buste sfilacciate rimangono impigliate nei rami di corallo finché un subacqueo volenteroso decide di tagliarli.

La presenza delle barriere è importante non solo perché sono un tesoro di biodiversità con 4.000 specie di pesci, ma anche perché contribuiscono a proteggere ben 150.000 km di coste e le popolazioni che ci vivono (Panda WWF, aprile 2011).

Il Parco Marino indonesiano di Bunaken, Nord Sulawesi, si estende su 80 ettari di terra e area marina ed ospita sette volte il numero amati06di coralli presenti alle Hawaii e più del 70 per cento delle specie di pesci note nella regione del Pacifico Indo-occidentale. Il Parco è stato istituito nel 1991 per rispondere all’esigenza di proteggere una grande varietà di vita marina inclusa in tre habitat: barriere coralline, praterie di posidonia e foreste di mangrovie. La zona è anche sul percorso migratorio di balene, delfini, dugonghi e tartarughe che qui trovano cibo.

La sua funzione è di conservare la fauna e flora endemica, supportare la popolazione residente con le risorse naturali che crescono nel parco e creare un paradiso per la subacquea ricreativa. Il clima è diviso in due stagioni: la stagione secca e la stagione delle piogge. Durante la stagione secca (maggio – ottobre) il vento soffia da sud-ovest portando aria calda e mare calmo. Durante la stagione delle piogge (novembre – aprile), invece, il vento soffia da nord-ovest portando pioggia e mare mosso.

La barriera corallina del parco, che si estende per 80 kmq, ospita una varietà di circa 2000 specie di pesci e circa 60 varietà di coralli. Accoglie anche diverse specie in pericolo di estinzione come il celacanto, il dugongo, balene, delfini, tartarughe e un certo numero di coralli e conchiglie rare.

amati07Foreste di mangrovie crescono intorno alla costa delle isole che fanno parte del parco, creando una barriera protettiva contro le mareggiate. Nel folto delle radici, al riparo dai predatori, partoriscono gli squali e altre specie di pesci, i cui piccoli abitano la zona protetta finché non raggiungono uno sviluppo tale da poter prendere il largo.

A Bunaken esistono 26 specie diverse di mangrovie, quelle dominanti appartengono ai generi Rhizophora, Avicennia, e Sonneratia. La gente locale utilizza le mangrovie per le proprie necessità quotidiane: come materiale da costruzione per creare i supporti per l’allevamento delle alghe, per la creazione di trappole per pescare e finanche impiegandole nella medicina tradizionale. Molta della deforestazione delle mangrovie, inoltre, è causata dalla necessità di rifornire Manado (grande città sulla costa) di legna da ardere.

La coltivazione principale nel Parco è la noce di cocco. Le palme da cocco sono facili da coltivare e da vendere, quindi molto versatili. Le altre coltivazioni sono mango, cacao, noce moscata, banana, cassava, riso, mais, melanzane e peperoncino. Il Parco ospita anche mammiferi (scimmie, cervi, pipistrelli, civetta delle palme), una grande varietà di uccelli e rettili (serpente di mare, coccodrillo estuarino, tartarughe). L’animale più singolare è il Tarsio, un minuscolo primate che pesa poco meno di 100 grammi.

amati08 tarsioTarsio spettro 1Il Tarsio è un “animale territoriale”, che vive in un nucleo famigliare composto da una coppia con prole. È provvisto di grandi occhi che gli consentono di vedere meglio nel buio della notte durante la quale è molto attivo. Le orecchie, molto sensibili, sono in grado di muoversi e orientarsi in varie direzioni, indipendentemente l’una dall’altra, al fine di captare suoni e rumori. La testa è in grado di girarsi di 180 gradi così come altri animali notturni, ad esempio il gufo. Le zampe posteriori sono lunghe il doppio del corpo per permettergli di saltare agilmente da un ramo all’altro.

A Bunaken si arriva in barca da Manado, capitale del Sulawesi, Indonesia. Il viaggio è lungo ma interrotto da una sosta a Singapore o a Giakarta, dipende dalla linea aerea prescelta: Singapore Airlines o Indonesia Airlines. Durante il mio soggiorno a Bunaken ho avuto la fortuna di immergermi in condizioni meteorologiche ideali, ho fatto immersioni in pochissima corrente cosa che mi ha aiutato a rimanere immobile davanti ai microscopici organismi che fotografavo. Questi animali sono talmente piccoli che non si possono trovare o vedere senza l’ausilio di una guida che li indichi.

La natura marina è una scoperta avvincente piena di sorprese giornaliere. Di ogni specie esistono decine di varietà, a volte viste solo sui libri di biologia marina. Anche di una semplice stella marina esistono forme mai viste prima, adattate a quella latitudine e a volte anche solo a quell’area geografica. Infatti molto dipende dalla qualità della luce ricevuta, dalla temperatura dell’acqua e dai vortici di correnti che portano dal fondo del mare preziosi nutrienti. Questa nozione è quello che fa, della scoperta della barriera corallina, una delle avventure più straordinarie dei nostri giorni.

Testo e foto di Vittoria Amati