Via Margutta: l’angolo di Angelo Rosa
Sono tanti, nel mondo, gli angoli dell’arte, ma ciascuno di essi è legato ad un solo periodo, ad un secolo particolare, come Montmartre con gli Impressionisti. Via Margutta è, invece, un angolo d’arte assoluto, da cinque secoli, continuativamente. Nel ‘500 ha ospitato gli artisti olandesi, poi i fiamminghi. Per due anni, il giovane Rubens visse e lavorò qui. Nel ‘700 la strada si “specializzò” con l’apertura di veri e propri studi di pittura, grandi e luminosi, tranquilli, immersi nel verde, ma nel cuore di Roma, tali da richiamare sempre
più artisti: nell’’800, il fenomeno esplose, trasformando Via Margutta nel centro dell’arte mondiale.
Nel 1914, anche Pablo Picasso scelse di vivere e lavorare qui, insieme a Cocteau. Accanto ai pittori e agli scultori, nei secoli, sorsero molte botteghe artigiane: ebanisti, corniciai, bronzisti, orafi, restauratori, artisti di arti “minori”, forse, ma preziosi e indispensabili “curatori” e continuatori di una tradizione che costituisce la vera “medicina” dell’arte e della memoria, anche loro protagonisti del fenomeno “Via Margutta”, che ha poi coinvolto anche le personalità dello spettacolo, da Anna Magnani a Federico Fellini, da Marcello Mastroianni a Gigi Magni fino a Carlo Verdone. 60 anni or sono, il film “Vacanze romane”, attraverso gli occhi dell’incantevole Audrey Hepburn, fece entrare il grande pubblico internazionale all’interno del civico 51 di via Margutta.
Con queste parole, in sintesi, l’architetto Sergio Burckhardt ha dato il benvenuto al pubblico di affezionati, che, se non molto numeroso, certamente assai qualificato, ha preso posto nello splendido giardino del civico 51 di via Margutta. Facile riconoscere Erminia Manfredi, Carlo Giuffrè con la moglie Lilli. l’ex ministro Guidi, la vedova di Ninì Rosso e tanti operatori dell’arte, dell’artigianato e del commercio del centro storico romano.
L’occasione è stata quella di un premio, soprattutto di un riconoscimento a un uomo che, da 65 anni, opera, in via Margutta 51, alla conservazione e al restauro di mobili antichi: Angelo Rosa, classe 1928, nato a Borbona (Rieti), figlio e nipote di falegnami, padre di due architetti, Giuseppe e Giovanni, che hanno tutta l’intenzione di portare avanti la tradizione di Angelo, il quale, comunque, preciso e puntuale, continua a lavorare.
Lo sguardo color acqua marina, veloce e tagliente, il sorriso affabile, la battuta pronta e l’umiltà dei grandi, che non han bisogno di vantarsi con le parole, quando, per loro, parlano i fatti, Angelo non dice quasi niente, mentre ritira il premio, ma la sua presenza incarna l’impegno di tutti nella difesa e nel salvataggio delle Botteghe e dei Negozi Storici.
Franco Pennacchi