Ancora il naufragio di un barcone carico di migranti semina lutti. Si tratta del terzo che affonda nel giro di poche ore nel Canale di Sicilia, I mezzi di soccorso hanno strappato al mare 135 persone vive. Continuano le operazione di ricerca per individuare nuovi naufraghi o, eventualmente, altri corpi senza vita.
Secondo i dati forniti nelle ultima ore sono stati recuperati più di 4.000 migranti, trasportati poi verso la Sicilia.
Questo ultimo affondamento ha seguito quello del barcone rovesciato con 100 persone a bordo a circa 40 miglia dalle coste libiche. Se ne è avuta notizia grazie ad un velivolo da ricognizione del Lussemburgo impegnato nelle operazioni di pattugliamento e salvaguardia sulle acque del Canale di Sicilia.
E’ quindi giunto in zona anche un secondo velivolo spagnolo che ha lanciato zattere e salvagenti cui si sono potute aggrappare le persone finite in mare in attesa che giungessero i mezzi navali di aiuto che hanno tratto a bordo 88 naufraghi.
Immediatamente sono scattate le ricerche per il ritrovamento dei dispersi e dei corpi delle vittime, così come accaduto poche ore prima per i migranti che si trovavano a bordo dell’imbarcazione che trasportava 600 persone e affondata a 18 miglia circa dalle coste della Libia prima che un mezzo della Marina militare italiana potesse raggiungerla.
In questo caso, la Marina italiana aveva ricevuto una richiesta di aiuto e aveva inviato sul luogo del naufragio la nave “Bettica” mentre dalla fregata “Bergamini” si levava in volo un elicottero per individuare e recuperare più persone finite in mare possibile.
Con un comunicato, le nostre autorità hanno precisato:”E’ stato individuato al largo della Libia un barcone in precarie condizioni di galleggiamento con numerosi migranti a bordo. Poco dopo il barcone si è capovolto a causa del sovraffollamento e dell’instabilità dovuta all’elevato numero di persone a bordo”.
La “Bettica” ha lanciato zattere di salvataggio e salvagenti. Si teme che mancherebbero all’appello circa 100 persone.