I risparmi ” congelati”: necessaria una politica economica che dia fiducia – di Giovanni Palladino

Sui giornali, sia quelli favorevoli al governo, sia quelli contrari o neutrali, si continua a parlare dei

risparmi “congelati” in banca, come se dormissero, si riposassero, non lavorassero per lo sviluppo

dell’economia reale. E giù critiche contro chi consente una simile stupidaggine…

Ma nella realtà è una stupidaggine che non esiste, perché nessun risparmio depositato in banca può

permettersi il lusso di non essere impiegato, di “dormire”, di non “lavorare”, come per loro fortuna

fanno invece gli orsi nel duro periodo invernale. Ma per questi è una necessità obbligata dalla natura,

mentre le banche fallirebbero, se consentissero un simile ozio al denaro da loro raccolto.

Pertanto quasi tutti i 1.600 miliardi di depositi bancari cosiddetti “liquidi”, perché in teoria

prelevabili subito dai risparmiatori e dalle imprese, sono “condannati” a essere investiti dalle banche.

E dove vanno? In gran parte allo Stato per l’acquisto dei Buoni (sperando sempre che lo siano…) del

Tesoro e in parte alle imprese e alle famiglie con prestiti a breve termine.

Invece il vero congelamento, senza virgolette, si avrebbe nel caso in cui i risparmiatori preferissero

mantenere i loro soldi in casa (sotto il materasso o in cassaforte) e in banca (cassette di sicurezza) per

il timore di non potere più disporre liberamente del loro “cash” e di venire tassati per prelievi di

contante superiori a un certo importo, come sta ora pensando di fare il governo. In tal caso il denaro

cosiddetto “circolante” (le banconote di carta), oggi pari a circa 200 miliardi, diventerebbe più raro e

costringerebbe la Banca Centrale Europea ad autorizzare la Banca d’Italia a stampare più euro per

ridurre il danno del congelamento. Se ciò dovesse avvenire, l’Italia farebbe una pessima figura e gli

investitori stranieri si allarmerebbero ulteriormente.

Come evitare il pericolo e dare fiducia ai risparmiatori? La soluzione più intelligente è varare una

politica economica che dia fiducia alle imprese, che incoraggi, “scateni”, la loro grande creatività, già

dimostrata in migliaia di casi di successo, e che molti paesi stranieri ammirano e ci invidiano da

tempo. Una politica economica che sia di spinta e non di freno a questa nostra “miniera d’oro”, così

da creare una grande alleanza tra il risparmio delle famiglie e gli investimenti delle imprese.

Solo questa alleanza può fornire la necessaria benzina al motore dello sviluppo economico-sociale e allo

scongelamento produttivo della più importante materia prima italiana: il notevole risparmio delle

famiglie e la straordinaria creatività di tanti imprenditori.

Alla Fiera di Rho il 29 e 30 ottobre, alla presenza di 10.000 partecipanti attivi della nostra

economia reale, si svolgerà un evento molto istruttivo, anche per il governo: “L’arte di fare impresa”.

Cliccare su “expo.azimutliberaimpresa.it” per capirlo.

Giovanni Palladino