Importante sentenza per il caso dell’uranio impoverito. Lo Stato italiano dovrà indennizzare la famiglia del caporal maggiore dell’Esercito morto a 23 anni di leucemia linfoblastica acuta a causa della esposizione a munizioni che utilizzavano l’uranio impoverito .
E’ davvero una sentenza di rilievo, da qualcuno definita già storica, che condanna il Ministero della Difesa per “condotta omissiva” nei confronti di Salvatore Vacca, proveniente dai Nuxis (Carbonia-Iglesias), caporalmaggiore dell’esercito del 151° reggimento della brigata Sassari e che è stato esposto all’uranio impoverito nel corrso della sua permanenza in Bosnia tra il 1988 ed il 1999.
Adesso, il ministero della Difesa è stato condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Roma a pagare ai genitori di Vacca un risarcimento di circa 2 milioni di euro.
Con la sentenza di oggi, il risarcimento si aggiunge all’indennizzo già fissato in passato perché a carico dello Stato è stata riconosciuta la responsabilità di un danno causato dall’inadempienza di misure di sicurezza previste.
La sentenza è molto importante anche in considerazione del fatto che i militari deceduti in modalità simili al caporal maggiore Vacca sarebbero altri 332.