Putin continua a incassare … anche con la guerra

Volodymyr  Zelensky ha quantificato i danni economici inferti all’Ucraina dall’invasione russa: 600 miliardi di dollari statunitensi. Un conteggio che include le perdite economiche, la distruzione di infrastrutture, le conseguenze delle bome e dei missili sulle città e i centri abitati minori del suo paese. Per una nazione che ha registrato nel 2020 un Pil complessivo di 150 miliardi di dollari non è poco.

Intanto è appurato che la Russia ha praticamente raddoppiato i suoi ricavi dalla vendita di combustibili fossili all’Unione europea durante i due primi mesi di guerra in Ucraina. Questo anche grazie al consistente aumenti dei prezzi che si erano impennati ben prima l’avvio dell’invasione decisa da Mosca.

Stando ai dati del CREA, Center for Research on Energy and Clean Air ( CLICCA QUI) Mosca:

In ogni caso le sanzioni funzionano: i volumi di esportazione della Russia stanno cadendo. In particolare, quelle via mare anche perché sono diventate progressivamente più stringenti i controlli diretto all’elusione dei provvedimenti adottati dai paesi occidentali.

Gli esponenti della CREA, organizzazione indipendente dedicata alla salvaguardi dell’ambiente, fanno notare che Putin può sostenere lo sforzo economico della guerra grazie alle entrate assicurate alla Russia dalla vendita dei combustibili fossili ed è quindi necessario rapidamente rendersi indipendenti da essi.

CV